Vaccino 6-11 anni sottoposto all’EMA”; “Francia sconsiglia vaccino under-30”: due notizie, sul medesimo vaccino – quello sviluppato con metodo innovativo mRna da Moderna – che sembrano viaggiar su due binari l’uno opposto all’altro: succede anche questo nell’Europa attraversata dalla quarta ondata di Covid-19, con disparità e differenze questa volta per via (per fortuna) del diverso numero di vaccinati nei vari Paesi Ue.



Partiamo dalla fine (cronologicamente parlando), ovvero dalla presentazione dei primi dati sul siero somministrato ai bambini tra i 6 e gli 11 anni: in una nota l’ad di Moderna Bancel annuncia, «Questo passaggio segna la nostra prima richiesta per l’uso del vaccino in questa fascia di età. Siamo incoraggiati dal fatto che il nostro vaccino, con dose da 50 microgrammi, abbia aiutato a prevenire l’infezione da Sars-Cov-2 nei bambini». Il vaccino Moderna con dose da 50 microgrammi, dai primi dati offerti all’ente regolatorio europeo, ha aiutato a prevenire l’infezione da coronavirus anche nei più piccoli: «Abbiamo in programma di inviare questi dati ad altre agenzie di regolamentazione in tutto il mondo per proteggere questa parte di popolazione», ha concluso l’amministratore delegato. Lo studio riguarda tre gruppi di età: da 6 a meno di 12 anni, da 2 a meno di 6 anni e da 6 mesi a meno di 2 anni. Ebbene, nei bambini dai 6 agli 11 anni, l’efficacia del vaccino è stata pari al 100%, osservata ben due settimane dopo l’inoculazione della prima dose del vaccino: scende al 65% nel rendere asintomatica tout court l’infezione Covid, mentre dell’80% indipendentemente dai sintomi.



VACCINO MODERNA SOTTO I 30 ANNI: COSA SUCCEDE (E LA CONTRADDIZIONE)

Mentre dunque si attende il via libera entro fine mese da EMA sul vaccino Pfizer nei bambini fino ai 12 anni, anche per Moderna l’iter degli studi svolti finora sembrano dare messaggi confortanti per poter allargare la campagna vaccinale già entro fine anno. Resta un “però” che è rappresentato da quanto emerso proprio negli scorsi giorni in Francia: dopo che già Danimarca e Svezia avevano sospeso per precauzione il vaccino sviluppato dalla big pharma Usa, anche le autorità sanitarie francesi hanno avanzato qualche remora sul siero Spikevax sotto i 30 anni. Motivo? «Aumenta leggermente il rischio di miocardite e pericardite in questa fascia d’età», annuncia l’autorità sanitaria francese (Has). Per questo motivo, il Governo Macron-Castex consiglia vaccino Pfizer per entrambe le dosi nei soggetto under-30, mentre sottolinea gli effettivi vantaggi sempre di Moderna sopra i 30 anni: come riportano le agenzie internazionali di queste ore, la conclusione della Francia si basa su un ampio studio su persone tra i 12 e 50 anni ricoverate in Francia (tra il 15 maggio e 31 agosto) per miocardite ossia l’infiammazione del miocardio. Al netto del lieve rialzo, non sono comunque stati segnalati decessi tra le persone ricoverate dopo la vaccinazione per queste condizioni particolari. Proprio in serata il Presidente Emmanuel Macron interverrà con un nuovo discorso alla nazione dove illustrerà i prossimi step anche per la campagna vaccinale e potrebbe affrontare il tema Moderna dopo gli ultimi studi presentati. Resta però insoluta la questione: se da un lato l’efficacia del vaccino Moderna è ottima nella fascia dei più giovani, perché per gli under 30 ben tre Paesi in Europa lo sconsigliano?

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