Chi si è vaccinato l’anno scorso ha più del doppio di probabilità di prendere il Covid rispetto a chi si è vaccinato di recente. Lo evidenza una ricerca di Moderna, secondo cui tra coloro che si sono vaccinati più tardi ci sono meno infezioni “breakthrough”. Questo conferma che l’efficacia del vaccino cala nel tempo, anche se è emerso anche che questo siero è più “potente” degli altri attualmente in circolazione. Ma torniamo alla questione anticorpi. Moderna ha rilasciato una serie di dati che confermano l’efficacia nel prevenire forme gravi di Covid e la more, anche con le varianti che destano preoccupazione, ma questa diminuisce nel tempo. Con recentemente si intende però chi ha ricevuto in media la prima dose 8 mesi fa, mentre con i vaccinati l’anno scorso Moderna intende coloro a cui è stata somministrata la prima dose di vaccino in media 13 mesi fa.
La ricerca condotta in estate, denominato Studio COVE di fase 3, ha evidenziato che ci sono stati 88 contagi tra coloro che si sono vaccinati “recentemente” rispetto ai 162 casi tra coloro che si sono vaccinati l’anno scorso. In entrambi i gruppi sono stati osservati solo 19 casi gravi.
STUDIO MODERNA, BANCEL “SERVE TERZA DOSE”
Questo studio – che non è stato ancora reso pubblico – secondo il CEO di Moderna Stéphane Bancel conferma la necessità di un nuovo richiamo, una terza dose ‘booster’. “L’aumento del rischio di contagi ‘breakthrough’ nei partecipanti allo studio COVE che sono stati vaccinati l’anno scorso rispetto a quelli vaccinati più recentemente evidenzia che l’immunità cala e sostiene la necessità di un richiamo per mantenere alti livelli di protezione”, ha spiegato Bancel. Infatti, Moderna ha già richiesto l’autorizzazione alla U.S. Food and Drug Administration per una terza dose di richiamo, la metà però rispetto a quella somministrata le prime due volte. Da questo studio, lanciato per avere una indicazione più precisa del momento in cui l’immunità comincia a calare, è emerso che il rischio di contagio cresce dal nono mese in poi. D’altra parte, Bancel ha sottolineato anche che è “promettente vedere prove cliniche e nel mondo reale che si aggiungono al crescente corpo di dati sull’efficacia del vaccino Moderna”.