Moderna, nota azienda di biofarmaceutica che ha sviluppato uno dei vaccini contro il covid con tecnologia mRna, ha svelato nelle scorse ore i risultati preliminari, assolutamente positivi, circa il suo vaccino contro la bronchiolite, precisamente contro il virus respiratorio sinciziale causante la malattia negli anziani. Si tratta dei risultati di uno studio di fase 3 condotto su 37mila persone di età compresa o superiore ai 60 anni, e in 22 diversi Paesi. Stando ai risultati, che ricordiamo sono ancora provvisori, il potenziale vaccino di Moderna contro la bronchiolite è risultato efficace nell’84% dei casi, ed inoltre è stato ben tollerato.
Obiettivo dell’azienda, presentare la domanda di autorizzazione del suo nuovo siero in varie nazioni, Europa compresa, entro la metà dell’anno in corso, con un lancio sul mercato previsto per l’inverno di quest’anno. Ogni anno sono circa 5.2 milioni i casi di bronchiolite fra persone over 60, con 500mila ricoveri, e non esistendo un vaccino l’azienda ha ben pensato di colmare tale vuoto. Fra l’altro sono 30mila circa i decessi legati a questo virus nei paesi sviluppati, così come spiegato all’AFP da parte del dottor Paul Burton, direttore medico di Moderna: “Questa malattia causa un pesante tributo che è stato sottovalutato”, ha raccontato.
MODERNA, VACCINO BRONCHIOLITE SU TECNOLOGIA MRNA: “GRAZIE AL SIERO CONTRO IL COVID…”
Così invece Abdullah Baqui, professore alla Johns Hopkins University: “Un’ampia percentuale di decessi correlati all’RSV si verifica nei paesi a basso reddito, dove l’accesso alle cure è limitato”. Il nuovo vaccino si baserà sulla stessa tecnologia a mRna che Moderna ha appunto già utilizzato per sviluppare l’efficace siero contro il covid, in grado di proteggere chi lo assume dalla malattia grave e quindi dal rischio di ricovero e di morte.
“Abbiamo mostrato chiaramente l’efficacia della nostra piattaforma per il Covid – ha aggiunto e concluso Paul Burton – questi risultati sono un’ulteriore prova dell’utilità dell’RNA messaggero come opzione terapeutica per i pazienti. Lavoriamo su RSV solo da pochi anni. Ma l’Rna messaggero ci permette di andare più veloci, pur procedendo in modo attento e ponderato”.