Due giorni per progettare uno dei più promettenti vaccini anti Covid. È quanto ci è voluto per quello di Moderna, che ha riportato un tasso di efficacia pari al 94,5%. Come è possibile? Se lo chiedono soprattutto coloro che apprendono che il vaccino in questione è stato progettato il 13 gennaio 2020, quindi due giorni dopo che la sequenza genetica di Sars-CoV-2 è stata resa nota. La notizia è nota da mesi, c’è stata pure una polemica che ha visto protagonista Ivanka Trump perché in un tweet rivendicò il ruolo del padre. Inoltre, la stessa azienda Moderna ha pubblicato una timeline relativa alla progettazione e sviluppo del vaccino. Si parte dall’11 gennaio 2020, giorno in cui «le autorità cinesi hanno condiviso la sequenza genetica del nuovo coronavirus». Due giorni dopo il National Institutes of Health (NIH) e il team di ricerca sulle malattie infettive di Moderna «hanno completato la sequenza di mRNA-1273. Moderna si è mobilitata per la produzione clinica». Il primo lotto viene realizzato in 25 giorni. Il 24 febbraio il primo lotto viene mandato al NIH per il loro studio clinico di fase 1. Comincia così tutta la fase di sperimentazione che ha portato poi all’approvazione da parte degli enti regolatori.



Questa rapidità ha aperto due dibattiti paralleli che hanno inconsapevolmente alimentato anche delle teorie del complotto. In primis, come è stato possibile completare la sequenza del vaccino in due giorni di fronte ad una pandemia sconosciuta, peraltro con una tecnologia, quella dell’mRna messaggero, che è innovativa. D’altra parte, ci si è chiesti quante morti potevano essere evitate se il vaccino fosse stato lanciato subito. Partiamo da quest’ultimo aspetto. Per alcuni farmaci è stato dato il via libera per un uso off label, in quanto non vi erano dubbi sulla loro sicurezza, essendo già stati studiati e approvati. Inoltre, sono stati usati in via compassionevole, su casi gravi. Diverso è il discorso per il vaccino, che non può essere somministrato su soggetti sani senza essere stato prima studiato sia in termini di sicurezza che di efficacia.



LA STORIA DI MODERNA E DEL VACCINO IN “DUE GIORNI”

Quel che però si può fare è ridurre ulteriormente i tempi, pur nella consapevolezza che la comunità scientifica abbia fatto quasi un miracolo con i vaccini anti Covid. Alcuni scienziati ritengono che la procedura possa essere ridotta a soli tre mesi, grazie alla ricerca, ad una piattaforma tecnologica comune e a test preclinici sugli animali. Tutto ciò per coprire le filogenesi che potrebbero dare origine a ceppi pandemici in futuro. Lo scienziato Florian Krammer, scienziato specializzato in vaccini, come riportato dal New York Magazine, in un articolo pubblicato su Cell suggerisce che si possano fare preventivamente lavori clinici di fase I e quelli di sicurezza di fase II, anche prima dell’arrivo di nuove pandemia, magari anche alcuni test di efficacia di fase III. Tutto ciò su ceppi esistenti. In questo modo, con un nuovo virus alle porte, si può correre ai ripari individuandone la famiglia e adeguando il lavoro di conseguenza. È in parte il lavoro che è stato svolto per i vaccini anti Covid, con la differenza che per accelerare i tempi si è deciso di fare le sperimentazioni in simultanea. Considerando le perplessità sorte per un vaccino sviluppato in meno in un anno, figurarsi cosa accadrebbe per uno realizzato in tre mesi.

Ma quel che conta è l’obiettivo finale, motivo per il quale per molti scienziati è una strada percorribile per il futuro. Ma torniamo alle teorie complottiste. Come riportato dal Boston Magazine nei mesi scorsi, Moderna stava già lavorando ai vaccini a mRna ancor prima che scoppiasse la pandemia, proprio sulla famiglia dei coronavirus. Quelli a mRna possono essere realizzati più rapidamente proprio per la loro piattaforma tecnologica: basta la sequenza del virus per progettarlo. Inoltre, Moderna ha ricevuto finanziamenti dal Pentagono sin dal 2013 per sviluppare la tecnologia dell’Rna messaggero, su cui si basa il suo vaccino contro il coronavirus, quindi molto prima che la nuova pandemia scoppiasse. Con questa tecnologia è stato realizzato in soli 10 mesi il vaccino per la Zika nel 2016. Lo stesso è stato fatto per quello anti Covid.