Emergono nuovi particolari sulla morte del piccolo Evan, il bambino di appena 21 mesi ucciso dalle botte inflitte dalla madre e dal compagno. Una escalation di violenza che già in passato il padre del bimbo ed ex compagno di Letizia Spatola, Stefano Lo Piccolo, aveva denunciato. Stando a quanto riferito dal Secolo XIX, l’artigiano 26enne genovese aveva ricevuto da Salvatore Blanco – attuale compagno della madre di Evan – una serie di messaggi contenenti minacce choc: “Se non togli la residenza da questa casa o mi denunci alle forze dell’ordine tuo figlio muore”. Lo ha raccontato lo stesso padre al commissariato di Modica dove è stato sentito come persona informata dei fatti. “Quell’uomo minacciava me o mio figlio in continuazione. Ho vissuto mesi da incubo. Ero terrorizzato da lui”, ha aggiunto l’uomo. Attualmente gli inquirenti stanno analizzando il cellulare della donna dai quali sarebbero partiti i messaggi minatori. Lo scorso aprile, dopo la richiesta del padre di poter vedere il figlioletto era giunta una risposta choc: “Se non togli la residenza, muore”.



BIMBO 21 MESI UCCISO DI BOTTE, PADRE MINACCIATO DA COMPAGNO EX

Per la giornata di oggi è stato dichiarato il lutto cittadino a Rosolini, centro in provincia di Siracusa dove il piccolo Evan viveva prima di morire a causa delle percosse all’ospedale di Modica. Nel pomeriggio si sono svolti i funerali del piccolo. L’autopsia eseguita sul corpicino di Evan ha confermato la morte a causa di un trauma cranico. Per il suo omicidio sono in stato di fermo la madre ed il compagno di quest’ultima. L’uomo è accusato di avere picchiato il bambino di appena 21 mesi causandone poi la morte, mentre la donna è accusata di aver taciuto le violenze subite da lei stessa e dal figlioletto. Sottoposti oggi ad interrogatorio di garanzia, i due si sono proclamati estranei ai fatti ma la gip ha convalidato il fermo per entrambi. Stando a quanto reso noto da MeridioNews, Spatola e Blanco hanno negato ogni accusa a loro carico e tra le lacrime la donna avrebbe aggiunto: “Voglio giustizia per il mio bambino”. Nel pomeriggio, invece, gli investigatori sono tornati nell’alloggio popolare dove il piccolo Evan viveva con la madre ed il compagno di quest’ultima per un ulteriore sopralluogo.



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