Si sa che l’assistenza agli anziani ha un costo molto elevato per le famiglie italiane. Per questo motivo il governo Meloni ha messo in campo una serie di contributi economici volti a favorire l’assunzione regolare e, contestualmente, contrastare il lavoro in nero. Del resto i rapporti di lavoro che si consumano all’interno delle case private sono molto difficili da monitorare, l’unica strategia è quella di promuovere misure di welfare. Adesso però l’assunzione di badanti, colf o lavoratrici domestiche con mansioni di assistenza a persone non autosufficienti di età superiore ai 65 anni, è molto più semplice: fino a 3 anni di sgravio contributivo per un importo complessivo di 3000 euro all’anno. Vediamo insieme come funziona.
Modifiche decreto lavoro 2023: sgravio contributivo fino a 9 mila euro per l’assunzione di colf e badanti
Il nuovo bonus badanti a zero contributi, fino a 3000 euro all’anno, sarà valido per tre anni e per l’assunzione di lavoratori domestici con compiti di assistenza a non autosufficienti di età superiore a 65 anni. Il risparmio totale sarà così di 9 mila euro.
Si tratta di un emendamento al ddl di conversione del decreto Calderone che è stato approvato nella commissione affari sociali al senato e avrà il via libera entro la settimana prossima. Il decreto Calderone, detto anche “decreto Lavoro“, fu approvato il 1° maggio 2023 ma questa volta sono stati approvati degli emendamenti che ne hanno modificato radicalmente i connotati.
Le novità introdotte dagli emendamenti al ddl Lavoro prevedono negli anni 2023, 2024, 2025 un esonero contributivo del 100%, nel limite di 3000 euro l’anno per 36 mesi. Il contributo non spetta se tra lavoratore e datore di lavoro o persona del suo nucleo familiare si è cessato un rapporto domestico da meno di 24 mesi, nonché in caso di assunzione di parenti o affini, salvo che il rapporto non riguardi mansioni di cui all’articolo 1, comma 3 del decreto 1403/1971. L’esonero contributivo dunque viene applicato soltanto nei casi in cui il lavoratore sia stato assunto a tempo indeterminato oppure sia stato trasformato un contratto a tempo determinato in un contratto a tempo indeterminato.
Modifiche decreto lavoro 2023: assegno di inclusione e detassazione del lavoro per il settore del turismo
Inoltre è è stata modificata anche la scala di equivalenza per l’assegnazione del nuovo assegno di inclusione che sostituirà il reddito di cittadinanza, così da favorire in un in cui siano presenti disabili oppure persone non autosufficienti.
È stato anche esteso il divieto di spesa al fumo e alle sigarette elettroniche per le modalità di utilizzo dei fondi erogati ai beneficiari idonei. È stato anche eliminato l’obbligo di accettare qualsiasi offerta di lavoro su tutto il territorio nazionale per le famiglie che hanno minori al di sotto dei 14 anni.
All’interno dello stesso decreto è stata anche inserita una sanatoria per chi ha perso i contributi con le rottamazioni delle cartelle di pagamento, è stato anche detassato il lavoro notturno e straordinario per i dipendenti del turismo.
Modifiche decreto lavoro 2023: come funziona lo sgravio contributivo per i lavoratori del turismo
Quindi le altre misure che riguardano il lavoro concernono l’assegno di inclusione che sostituirà il reddito di cittadinanza e la detassazione del lavoro straordinario, notturno oppure dei lavoratori del turismo: quest’ultima categoria potrà godere dal primo giugno al 21 settembre 2023 di una somma a titolo di trattamento integrativo speciale che non concorrerà alla formazione del reddito, pari al 15% delle retribuzioni lorde con risposta in relazione al lavoro notturno, straordinario oppure nei giorni festivi. Questo vantaggio contributivo potrà essere applicato soltanto per i dipendenti che siano titolari di reddito di lavoro dipendente, con un importo non superiore a 40 mila euro per l’anno 2022.