La legge di bilancio 2024 oltre ad appoggiare le modifiche introdotte con la riforma fiscale 2023, non tiene conto ai fini ISEE i titoli di stato e prodotti finanziari fino a 50 mila euro dal computo del patrimonio. Questa modifica avrà un costo di circa 44 milioni di euro all’anno per lo Stato con lo scopo di favorire famiglie con patrimoni inferiori, potenzialmente influenzando positivamente l’importo dell’assegno unico collegato all’ISEE.



Modifiche ISEE 2024: quali i benefici della proposta

Per adesso questa resta ancora una proposta da discutere ma che rischia di alzare un polverone: sicuramente risulta essere un incentivo agli investimenti con grande beneficio per le banche. Se venisse attuata la proposta, questa finirebbe per modificare il calcolo dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE). In particolare, la proposta prevede l’esclusione, a partire dal 2024, dei titoli di Stato e dei prodotti finanziari di raccolta del risparmio con rimborso garantito dallo Stato fino a 50.000 euro dal computo del patrimonio.



La riforma comporterà un costo annuo di circa 44 milioni di euro per lo Stato. Tale modifica avrà rilevanti conseguenze, soprattutto per le famiglie con patrimoni consistenti, potenzialmente influenzando l’importo dell’assegno unico, un supporto finanziario destinato alle famiglie con figli a carico collegato all’ISEE.

Modifiche ISEE 2024: esclusi gli investimenti finanziari fino a 50 mila euro

Le modifiche rispetto al passato sono nette: prima il patrimonio calcolato ai fini ISEE comprendeva anche il possesso di titoli di stato o altri prodotti finanziari indipendentemente dal loro valore. Con la proposta di modifica potrebbero invece essere esclusi i beni se il loro valore non supera i 50.000 euro. Tale cambiamento, prossimo alla scadenza dell’ISEE, favorirà principalmente le famiglie con un patrimonio più basso.



L’obiettivo è trasformare l’ISEE in un indicatore più dettagliato della situazione economica familiare, riducendo l’impatto di patrimoni finanziari sulla valutazione complessiva, in modo che i patrimoni di minima entità non creino svantaggio per alcune famiglie. Sicuramento questo avrà dei risvolti su alcune misure di welfare come l’assegno unico che potrebbe essere incrementato nei suoi importi per le famiglie beneficiarie. Un esempio concreto potrebbe essere una famiglia con ISEE di 30.000 euro e un patrimonio di 40.000 euro, che potrebbe beneficiare di un assegno unico maggiore.