LA RIVELAZIONE DELLA EX SOCIA KARIBU SULLA MOGLIE DI SOUMAHORO

«Quella firma non è di Liliane Murekatete»: a riferirlo è una ex socia della coop di accoglienza migranti “Karibu”, di proprietà della suocera di Aboubakar Soumahoro (Marie Terese Mukamitsindo). Lo ha rivelato H. S., ex dipendente della cooperativa Karibu, nella lunga intervista all’Adnkronos in merito alle indagini della Procura di Latina sulle attività e la gestione delle coop di famiglia Soumahoro. «Quella firma chiaramente non è di Liliane Murekatete (moglie di Soumahoro, ndr) ma la mia. Quel giorno lei non c’era, era in maternità. E’ stata la madre di Liliane, Marie Terese, a chiedermi di firmare al posto suo», ribadisce l’ex socia che rimane per il momento anonima.



Il riferimento della donna – «originaria della Guinea», spiega l’Adnkronos – è sull’atto notarile in data 2019 che, secondo gli inquirenti, contribuirebbe a dimostrare il ruolo gestionale nella cooperativa ricoperto dalla moglie del deputato da poco passato al Gruppo Misto. Liliane assieme alla madre sono indagate dalla Procura per l’uso dei fondi destinati alla coop di accoglienza migranti: la firma però apposta al nome di Murekatete sul foglio dell’assemblea straordinaria dei soci nel 2019 sarebbe falsa.



INDAGINI COOP SUOCERA E MOGLIE SOUMAHORO: COSA SUCCEDE ORA

L’Agenzia Adnkronos prova a ripercorre la sequenza dei fatti risalenti al 28 maggio 2019, rifacendosi alle rivelazioni di questa ex dipendente e socia: «i soci della cooperativa Karibu vengono convocati davanti a un notaio di Latina per un’assemblea straordinaria: all’ordine del giorno c’è un aggiornamento dello statuto della cooperativa per modificare alcune attività della Karibu», viene spiegato. Nell’elenco dei soci, in tutto 16, c’è anche il nome di Liliane Soumahoro ma la sua firma non è quella vera: al suo posto infatti firma H. S.. Il motivo? «Quel giorno lei era in maternità… Marie Terese però ha detto ‘firmiamo’ e noi abbiamo firmato… E’ stata la madre di Liliane – spiega all’Adkronos – a chiedermi di firmare al posto suo».



La donna rivela di essere stata lei a mettere la firma per un motivo alquanto banale: «lei era assente, non posso dire il contrario. Perché io? Non so, ero stata l’ultima ad arrivare dal notaio, quel giorno ero in ritardo perché stavo lavorando». La ex socia racconta poi che alla fine di quel mese la sua collaborazione con la Karibu si interrompe: «Il mio contratto è scaduto e non è stato più rinnovato». Contattato sempre dall’Adnkronos l’avvocato difensore di Liliane Murekatete, Lorenzo Borré, rivendica la veridicità di questa testimonianza: «La firma che secondo alcuni giornalisti ‘inchiodava’ la mia assistita non esiste. Chi ha dato della bugiarda alla mia assistita inizi a chiedere in scusa, e faccia in fretta perché la fila è lunga. Credo che questa vicenda diventerà un caso che farà scuola e spero che servirà ad essere più cauti nel tranciare giudizi su una persona che, lo ricorda la Costituzione ma anche una recente direttiva Ue, è da considerarsi non colpevole, come in effetti non è colpevole». Negli atti di accusa alla moglie di Soumahoro vi è però anche un’altra presenza ad una assemblea del 22 giugno 2021 nei cui verbali era presente ancora il nome di Liliane Murekatete: in quella seduta dove si approvò il bilancio della Karibu (messi in discussione dalla vasta indagine della Procura, ndr), la difesa di “Lady Soumahoro” ribadisce che esistono prove informatiche «che collocherebbero geograficamente Murekatete nella provincia di Rieti in orari che si ritengono incompatibili con la partecipazione all’assemblea». In quel giorno specifico pare che Liliane accompagnò il marito Aboubakar Soumahoro in un centro vaccinale a Rieti, conclude l’Adnkronos.