Mogol: “Mina ha fatto bene a sparire, l’assenza mitizza…”

Una parte considerevole della musica italiana passa per la penna di Mogol, paroliere di una grandezza difficile da quantificare in termini artistici ma ben manifestata dai pezzi di storia che ancora oggi rendono lucente il settore. Oggi, ospite nel salotto di Caterina Balivo a La Volta Buona, si è raccontato nel merito dei momenti iconici della sua carriera ripercorrendo tappe, sodalizi e aneddoti. Mogol – all’anagrafe Giulio Rapetti – parte da un retroscena su Bobby Solo e Sanremo, in riferimento al brano più rappresentativo: Una lacrima sul viso. “Gli era scomparsa la voce e quindi mio padre suggerì di cantare la canzone in playback; lui era fuori gara quindi lo hanno permesso… Anche perchè ai tempi gli strumenti televisivi erano diversi”.



La firma di Mogol ha impreziosito la carriera di molti, tra cui l’immensa Mina. Per lei ha scritto un numero smisurato di canzoni indimenticabili e indimenticate, tra cui ‘Insieme’. “Le ho fatto un regalo con questa canzone? No, è lei che lo ha fatto a me cantandola… Più un cantante sparisce dalle scene più diventa grande, una persona che è sempre sullo schermo diventa quasi niente. I cantanti che hanno più successo sono quelli che si sono fatti vedere di meno, è così. L’assenza mitizza…”.



Mogol e il primo incontro con Mango: “Poteva diventare il migliore al mondo”, poi sull’amore…

L’attenzione di Mogol passa poi ad un compianto artista che ricorda con grande affetto e stima: Mango. “La canzone ‘Oro’ la sua ‘volta buona’? Direi proprio di sì; ero andato a trovare Mara Maionchi perchè era stata assunta alla Cetra come direttrice artistica. C’era un lungo corridoio, prima che lei mi raggiungesse sentivo questa voce che mi sembrava di un matto… Lei mi presentò proprio Mango che era al pianoforte, mi chiese di scrivere il testo di quella canzone e lo feci subito, pensando proprio ad un matto”. Il paroliere ha poi aggiunto: “Era un uomo generoso, nobile, sarebbe potuto diventare il numero 1 in assoluto nel mondo”. Non poteva poi mancare un accenno alla figlia del compianto cantautore, Angelina Mango: “La vidi a 6 anni che cantava al pianoforte una canzone scritta da lei, mi ha conquistato, bravissima. Non è una cosa degli ultimi giorni, ha cominciato prestissimo a cantare e suonare; d’altronde con un papà e una mamma così”.



Non poteva mancare – sempre nel salotto de La Volta Buona – anche un accenno al valore degli amori nella vita di Mogol. “Quante volte mi sono innamorato? Non ti so rispondere, non le ho mai contate; qualche volta è successo. Non ero io quello che veniva lasciato, ero un tipo ‘variabile’, adesso però sono molto fedele, almeno da vent’anni”. Il paroliere ha poi aggiunto: “Da ragazzo non ero prudente, cercando tanti tipi di avventure e ho rischiato non so quante volte la morte”.