Mogol torna a portare sul palco lo spettacolo ”Emozioni”, con il quale gira l’Italia dal 2019 insieme a Gianmarco Carroccia per valorizzare e far conoscere, sotto un’inedita prospettiva, l’opera di due dei più grandi artisti della musica italiana: Lucio Battisti e Mogol. L’evento prevede, infatti, l’esecuzione dal vivo di circa venti canzoni che descrivono il fortunatissimo sodalizio e mette in risalto tutte le sfumature che si nascondono dietro ogni singolo brano. ”Emozioni” andrà in scena nella Cavea dell’Auditorium Parco della Musica di Roma il 10 giugno, in occasione della rassegna estiva ”Si può fare”, e il 31 luglio al Teatro Antico di Taormina.
Durante lo spettacolo sarà presente Mogol che racconterà i vari aneddoti e gli importanti significati legati ai pezzi, successivamente interpretati dall’orchestra e dalla voce di Gianmarco Carroccia. Il noto autore ne ha parlato al Corriere, marcando sulla grande somiglianza che il cantante ha con Battisti: ”E’ un ex allievo del Cet. Mi invitò a un suo live, non avevo idea di chi fosse, dalla scuola che ho fondato e dirigo sono passati più di tremila allievi. Non li conosco tutti. Quando lo incontrai mi ritrovai davanti l’immagine di Lucio Battisti. Un sosia. E canta con la stessa sensibilità”.
Mogol: “La passione, motore inarrestabile”
Giulio Rapetti Mogol non ha dubbi sul fatto che il pubblico è felice di poter ritrovare le canzoni scritte durante il sodalizio con Battisti, e di poterle soprattutto riascoltare cantate da Gianmarco Carroccia, artista perfetto per farlo data la grande sensibilità con cui si esibisce e l’innegabile somiglianza con il compianto Lucio. Parlando al Corriere, Mogol, che da più di sessant’anni vive di musica tanto da essere oggi Presidente della Siae, si è sbilanciato anche sul panorama musicale contemporaneo: ”Oggi gira tanto rap, dove c’è del buono e del cattivo, ma è privo di melodie. Uno che fa, canta le parole?”. E del rock dei Maneskin dice: ”Loro sono simpatici, indossano vestiti particolari. Li conosco poco. Mi riprometto di ascoltarli con attenzione. Io non dico bugie”.
Con una immensa carriera da autore segnata da 523 milioni di dischi venduti, le sue grandi passioni però sono sempre state l’architettura e la medicina: ”Ho anche creato un miscela di oli essenziali. La passione è un motore inarrestabile”. Mogol è stato inoltre invitato a parlare del pop all’università di Harvard e al Berklee College, ma quello a cui tiene davvero tanto è la scuola che dirige dal 1992 in Umbria: ”L’ho fondata perché la cultura popolare è importante nel motore evolutivo. Per diventare bravo bisogna studiare. Io ho fatto una fatica sovraumana per scrivere la prima canzone. Ho imparato lavorando come un pazzo. Nessuno di noi riesce a capire cosa può diventare. L’umiltà è la vera grandezza”.