A distanza di alcuni giorni dal clamore suscitato dal caso relativo ad Aurora Leone dei The Jackal ed alle accuse di sessismo in occasione della Partita del Cuore, è intervenuto anche Mogol, tra i fondatori della Nazionale Cantanti. Il celebre paroliere, nel corso di una intervista a Il Mattino ripresa da Tpi ed altri organi di stampa, ha tuttavia fornito una versione leggermente differente da quella avanzata dalla ragazza e che ha portato alle dimissioni del dirigente Pecchini: “Ero lì e non ho sentito le offese che Aurora ha riferito”. Secondo Mogol, gli sarebbe stato riferito che proprio uno dei manager dei due comici avrebbe detto “Ora faccio montare un casino”. “Credo che l’episodio sia stato molto ingigantito grazie ai social network”, ha proseguito Mogol.
Dopo l’accaduto il dirigente Pecchini ha inevitabilmente preso la decisione di dimettersi prendendosi le responsabilità per quanto accaduto ma in merito Mogol ha spiegato di non essere stato affatto d’accordo: “Gli avevo consigliato di non dimettersi. Gli ho parlato, era distrutto, ma lui ha voluto farlo per salvaguardare la partita che per molte ore è stata in bilico e voleva che si giocasse”, ha svelato. A suo dire il gesto di Pecchini sarebbe stato fatto al fine di non sottrarre fondi alla beneficienza.
MOGOL SU CASO AURORA LEONE: “È STATO INGIGANTITO”
Mogol ne è certo: Gianluca Pecchini non avrebbe mai detto quelle parole alla giovane comica dei The Jackal: “Io non le ho sentite. Ho parlato con chi era al tavolo dove è successo questo battibecco e mi assicurano che quelle parole non sono state dette. Ho parlato con più persone”. L’autore avrebbe quindi proseguito con la presunta ricostruzione dei fatti: secondo lui Pecchini avrebbe detto ai due ragazzi che stavano per arrivare i cantanti e che loro non potevano restare seduti lì. Ciro e Aurora si sarebbero quindi alzati e sarebbero andati al loro tavolo e solo dopo cena ci sarebbe stato l’alterco. Ma a detta di Mogol “il più infuriato era uno dei manager dei The Jackal che avrebbe detto ‘ora faccio montare un casino’ e così la cosa è stata strumentalizzata”. Ma perché dunque Aurora avrebbe dovuto raccontare bugie? L’autore non sa rispondersi: “Non lo so. So solo che questo è un evento benefico, io sono orgoglioso che in questi quarant’anni abbiamo raccolto oltre cento milioni di euro per la lotta contro il cancro. Mi sarebbe piaciuto si parlasse di questo, la mia sensazione è che qualcosa sia accaduto, ma che sia stato ingigantito”. E respinge le eventuali accuse di misoginia: “Non fosse altro che per le mie canzoni che dimostrano il contrario, mai potrei essere irrispettoso verso le donne o di qualsiasi discriminazione“.