Mogol racconta la sua infanzia a Io e Te, concentrandosi sul rapporto con la sua mamma. “Mia mamma era una donna dolcissima che soccorreva in strada chiunque avesse bisogno. Dedita completamente alla sua famiglia. Mi ha insegnato a considerare le sofferenze degli altri, aveva la capacità di farle proprie.” le parole dell’autore. Mogol ammette, inoltre, di essere un uomo di fede: “Sono una persona che prega tutti i giorni e credo sia giusto ringraziare tutti i giorni il Signore per aver avuto una vita come la mia. – e ancora – Sono stato amato e ho amato nella stessa misura, ma dipende anche dalle persone.” La scoperta più grande per il noto autore è arrivata negli ultimi anni e si chiama ‘accettazione’. Spiega: “L’anno scorso sono stato operato al cuore, 4 bypass, e quando me l’hanno detto io ero sereno. Ho capito quanto è importante accettare, è quasi più di pregare.” (Aggiornamento di Anna Montesano)
Mogol: “Il mio talento? L’ho coltivato lavorando”
Mogol è l’ospite speciale di questo primo appuntamento della settimana con Io e Te. Si parte con la descrizione del suo lavoro e del talento sviluppato: “La mia brevità? Si impara, lavorando. Rispettando le regole, trovando il senso della musica e individuando ciò che dice.” ha ammesso Mogol, e ancora “Non sono un uomo malinconico. Ci sono anche momenti in cui lo si è perché accadono cose come quelle che stiamo vivendo adesso.” E in merito al suo successo: “Tutti nasciamo con un talento latente, il fatto è coltivarlo. Io l’ho fatto lavorando. Lavoravo in una casa editrice e guadagnavo 5 mila lire. Ho fatto tanti di quei testi che è poi diventato per me come un automatismo.” Ma non sempre è facile trovare chi è consapevole delle sue capacità: “La competenza non sempre c’è ma è indispensabile perché senza si commettono errori catastrofici.” (Aggiornamento di Anna Montesano)
Mogol ospite a Io e Te
Mogol tra gli ospiti della nuova puntata di “Io e te“, il programma pomeridiano di Pierluigi Diaco in onda lunedì 24 agosto 2020 su Rai1. Il paroliere e autore italiano è pronto a raccontarsi a cuore aperto parlando della grande passione per la musica e della bellissima amicizia con il grande Lucio Battisti. Mogol e Battisti, infatti, hanno scritto alcune delle più belle pagine della musica italiana diventando una delle “coppie” musicali più prolifiche di sempre. Basti pensare che Giulio Rapetti Mogol ha scritto nella sua longeva carriera di autore ben 151 successi vendendo la cifra record di 523 milioni di dischi. Numeri da capogiro per l’autore che, intervistato da Ondamusicale, ha raccontato come ha cominciato a lavorare in questo settore: “inizialmente lavoravo per fare delle versioni e prendevo l’equivalente di 2 euro e cinquanta a versione, quindi la prima parte della mia vita era un lavoro; un lavoro, diciamo, fatto per le versioni americane,inglesi, etc..etc..; allora gli editori non andavano tanto per il sottile, pagavano e liquidavano l’autore. Io ho lavorato molto ho fatto tantissime canzoni, e questo mi ha permesso di formarmi degli automatismi fondamentali, quello della rima, la metrica, la ricerca delle parole e chiaramente lavorando si acquista una capacità diversa”. Sta di fatto che molte delle sue canzoni sono diventate delle evergreen della musica italiana: “le grandi canzoni, come la grande musica, che sia classica o pop, quando è bella è bella. Anche con la musica pop si possono fare grandi cose, le hanno fatte in tutto il mondo e sono rimaste. Nel nostro caso, è vero, ormai fanno parte della nostra cultura”.
Mogol e l’incontro con Lucio Battisti
La carriera di Mogol ha sicuramente subito una svolta importante quando ha incontrato un giovanissimo Lucio Battisti. Un incontro avvenuto quasi per caso come ha raccontato lo stesso Giulio Rapetti a Tunews24 (data 7 agosto 2020): “me lo portò a casa una mia cara amica parigina, che si occupava di edizioni musicali e stava cercando un musicista italiano da promuovere in Francia. Mi fece ascoltare le sue canzoni, che non erano un granché e io lo dissi chiaramente a quel ragazzo”. Il paroliere ricorda che, nonostante il suo giudizio negativo verso le canzoni di un giovanissimo Battisti, Lucio reagì con grande garbo: “mi fece un sorriso luminoso, dicendo: sono d’accordo. La mia amica invece rimase male e io, per metterci una pezza, invitai Lucio a venirmi a trovare, per lavorare a qualcosa insieme. Nacquero le prime tre canzoni, la terza era 29 settembre”. Il resto è storia, visto che Mogol e Battisti sono due colonne della nostra musica italiana.