L’immenso Mogol ospite stamane in collegamento con il programma di Rai Uno, Dedicato. Serena Autieri, la conduttrice, ha incalzato il Maestro su chi sia il suo idolo, e lui ha risposto senza dubbi: “Il mio idolo è quello che è conosciuto, è Lucio Battisti, grandissimo autore e compositore con il quale ho avuto l’onore di scrivere molte canzoni. Del primo incontro ricordo che ascoltai tre canzoni e diedi il mio parere, poi cominciammo a lavorare assieme e la terza canzone è stata ’29 settembre’. E’ stato un grande successo portato avanti dall’Equipe 84 poi Lucio si è messo a cantare dopo che l’ho convinto, lui non voleva cantare, preferiva fare il compositore”. In studio chiedono quindi a Mogol quale sia il segreto dei suoi brani: “E’ importante dire quello che sta dicendo la musica, cercare di capire cosa sta dicendo la musica, frase per frase, se si riesce a farlo, musica e parole dicono la stessa cosa e non è così facile ma è importante e tutto si impara”.



E ancora: “Le canzoni rispecchiano di più lo stato d’animo o i tempi? Alcune canzoni rispecchiamo le cose che ho vissuto dopo che ho capito cosa dice la musica e poi mi ricollego alla mia vita, a volte scrivo piccoli film come Innocenti Evasioni, che io non ho vissuto ma è divertente. me lo sono immaginato nella testa quando ho sentito la musica. Alcune nostre canzoni fanno parte del nostro modo di parlare? Si è vero, anche la parola uggiosa che era andata fuori moda è tornata di moda”. Sul curioso viaggio a cavallo da Milano a Roma con Lucio Battisti: “E’ stato un gesto di amicizia suo nei miei confronti, gli ho chiesto di accompagnarmi, non sapeva andarci ma ha imparato presto come faceva sempre, aveva una mente matematica a differenza della mia, insieme ci integravamo abbastanza”. Un parere di Mogol sulla musica del 2021: “E’ un po’ diversa da quella di cui abbiamo parlata fino ad oggi, è una musica più dedicata ai giovani e questo dipende molto dalla tecnologia, ora uno se le mette sul sito e chi va a sentirle? I ragazzi. Sono discorsi di ragazzi accettati da altri ragazzi. Non si cantano più assieme le canzoni, ci sono canzoni belle e brutte come sempre ma adesso diventano più un fatto popolare comune a tutti”. Marzullo chiede se la musica può salvare il mondo, Mogol replica: “Dobbiamo salvarlo prima di tutto vaccinandoci poi la musica bella è salutare sicuramente, ne sono convinto, sto facendo studi importanti sulla salute”.



MOGOL INCENSA GIANMARCO CARROCCIA: “E’ IL SOSIA DI BATTISTI, SEMBRA DI SENTIRE LUI”

In studio arriva anche Gianmarco Carroccia, studente del Cet, la scuola di musica di Mogol: “E’ il sosia di Battisti – commenta il Maestro – bravissimo artista, buon compositore e interprete ascoltato da migliaia di persone. Sembra di vedere Lucio – ha aggiunto – Gianmarco riesce a fare arrivare strumentisti straordinari giovani e fantastici”.

Così invece lo stesso giovane artista: “Ho iniziato ad ascoltare queste canzoni quando ero molto piccolo, ho scoperto questo mondo straordinario e anche tutta la musica italiana che non è da meno rispetto a quella straniera, poi a 17 anni la prima esibizione, ho frequentato il Cet e dal 2014 portiamo questo spettacolo in tutta Italia che è Emozioni e che ripercorre il sodalizio di questi due artisti e adesso stiamo preparando il tour invernale. La cosa più bella è vedere tante generazioni che cantano queste canzoni insieme che ancora oggi dopo 50 anni sono ancora ricordate da tutti. Ascoltando queste canzoni ho imparato ad amare la buona musica, per fare musica bisogna conoscere le cose belle e importanti del passato. La musica mi ha dato tanto mi ha permesso di aprirmi molto nonostante io sia molto riservato, e lavorando con il maestro Mogol ho ricevuto molto sul piano umano e artistico”.