Mogol è intervenuto in qualità di ospite ai microfoni di “Bella Ma’”, trasmissione di Rai Due condotta da Pierluigi Diaco e andata in onda nel pomeriggio di mercoledì 9 novembre 2022. Il paroliere più celebre della storia della canzone italiana ha rammentato che da bambino era iperattivo e “alle elementari avevo 6–. Ero preoccupato perché mi sentivo meno intelligente degli altri e, quindi, ho cercato di lavorare il più possibile per tentare di avvicinarmi alla media dei miei compagni”.



Ancora oggi, quando Mogol sente nelle vecchie clip Lucio Battisti e Mina cantare le sue parole, “provo piacere. Sono parole che conoscono in molti e quando facciamo gli spettacoli le cantano all’unisono generazioni diverse. Io ricevo degli applausi e, ovviamente, la cosa mi rende felice. Io canto negli spettacoli, perché mi piace cantare tutti insieme. La gente si diverte di più, se partecipa”.



MOGOL: “HO RICEVUTO ALCUNI MESSAGGI DALL’ALTO…”

Nel prosieguo della sua intervista con Pierluigi Diaco, Mogol ha ricordato che nel 1970, prima di scrivere “Emozioni”, dal 21 giugno al 26 luglio, “io e Lucio Battisti facemmo un viaggio da Milano a Roma a cavallo. Ricordo che ci fermammo a Marina di Massa per vedere i Mondiali e lasciammo i cavalli legati a un pino. Passavamo lungo le montagne, non ci vedeva quasi nessuno. Ovviamente, transitando nei paesi, la gente ci riconosceva e ci salutava”.

“L’Arcobaleno”, brano scritto da Mogol e interpretato da Adriano Celentano, è figlio di un’apparizione onirica di Lucio Battisti: “La storia è troppo lunga per essere raccontata – ha rivelato il paroliere –, ma posso dire che due persone che non si conoscevano mi hanno mandato lo stesso messaggio. Inoltre, non ho vissuto solo questo momento: ho ricevuto anche in un’altra circostanza un messaggio, mentre non ero solo, ero con mio figlio. Sono un cattolico fervente, prego sempre, e sono certo che questi messaggi vengano dall’alto”.