L’INVITO DI MOGOL: “PREGATE SEMPRE PER CHI VI FA DEL MALE”
1500 testi, un’icona di memoria della musica italiana, il sodalizio più importante di tutti con Lucio Battisti: è ovviamente Mogol che si racconta oggi a “Il Messaggero” anche su aspetti intimi che raramente abbiamo conosciuto in oltre 60 anni di carriera. «Le canzoni qualche volta sono frammenti di vita e musica, ma non solo. La cosa più importante è cercare di capire cosa sta dicendo la musica. La musica nasce prima delle parole. Le parole entrano nella musica», racconta a Paolo Graldi il grande paroliere (anzi, lui preferisce “autore” o “poeta”) della musica italiana.
Fa impressione leggere un dato che svela lo stesso Mogol: nel 2019 la Siae nei propri dati di vendita dischi nel mondo vedeva il celebre autore terzo dietro solo a Beatles e Elvis Presley, ha venduto in tutto 523 milioni di dischi. Eppure non è questo la cosa che colpisce di più la vita e l’esistenza del grande Giulio Rapetti: «vivo con serenità lo scorrere del tempo senza rimorso». Mogol confessa infatti di aver vissuto cercando sempre di non far del male alla gente: «Sono arrivato a fare una cosa che consiglio a tutti: pregare per le persone che mi hanno fatto del male». Ammette di aver fatto la storia della musica ma non si ritiene importante, semmai solo “fortunato”: «in 5 parole io sono un uomo molto fortunato e protetto dalla sorte».
MOGOL: “UN GIORNO RIVEDRÒ LUCIO BATTISTI, LO RICORDO SEMPRE SORRIDENTE”
Per Mogol i sentimenti più importanti della vita non sono né il successo né la libertà, non l’ambizione e nemmeno il divertimento o ancor di più la “resilienza” che va così tanto di moda: no, per Repetti contano solo «l’amore e la misericordia. Tutto quello che allontana dalla paura della morte come l’autostima: non sopporto le persone sprezzanti e orgogliose che si credono importanti. Secondo me uno che si crede importante è un imbecille».
Guardando alla musica di oggi è difficile non rimanere confusi e amareggiati per la troppo spesso insufficiente presenza di contenuti: «Secondo me la canzone italiana è entrata in recessione, senza motivo. Per questo ho creato questa scuola, il Cet. È la più importante scuola che c’è in Europa di questo tipo», racconta ancora Mogol al “Messaggero”, confessando come ormai oggi sia proprio la sua casa il vero “paradiso della vita”. Riandando indietro con la memoria, inevitabile non citare il suo grande amico e sodale, Lucio Battisti: «lo ricordo sempre sorridente. Con un sorriso molto bello. E poi tutto è scritto nelle canzoni così emozionanti. Penso che probabilmente un giorno ci incontreremo. Cosa gli dirò? Ciao Lucio, sono felice di vederti».