Mogol, perché si chiama così? Il retroscena sulla scelta della SIAE

Mogol è un nome d’arte che oggi noi tutti conosciamo e che ha fatto il successo e la storia artistica di Giulio Rapetti. Firma dei più grandi successi della musica italiana ricordato anche per la sua collaborazione con Lucio Battisti, il paroliere diede il via alla sua attività a metà degli anni ’50 seguendo le orme del padre Mariano Rapetti, uno storico dirigente della casa editrice musicale Ricordi. Ma perché Giulio Rapetti decise di affidarsi a Mogol, un nome d’arte molto particolare ma che ha fatto la sua fortuna nel corso degli anni?



Il retroscena su questa scelta è molto curioso e tale nome d’arte gli venne attribuito dalla SIAE nel 1959; dopo aver fatto il suo ingresso nella Società, il paroliere necessitava inevitabilmente di un nome d’arte con cui essere iscritto e dare il via alla sua carriera. E così, quasi per gioco, inviò alla stessa Società una lista di 120 nomi da lui inventati a caso: la scelta ricadde proprio su Mogol, che da quell’anno divenne ufficialmente suo pseudonimo artistico.



Mogol, nome ispirato alla Disney e alle avventure di Qui, Quo e Qua

Ma da dove arriva il nome Mogol e quale potrebbe essere la spiegazione plausibile inerente all’origine di questo pseudonimo così inusuale? A raccontarlo è stato lo stesso paroliere, che decise di pescare dal mondo della Disney e, in particolare, dalle avventure di Paperino e dei suoi tre nipoti Qui, Quo e Qua; nelle loro avventure, infatti, il Gran Mogol era la figura di riferimento delle Giovani Marmotte, in particolare era uno dei membri adulti dell’organizzazione nonché responsabili delle attività dei giovani ragazzi nelle vesti di scout.



Quando la Siae ha accettato lo pseudonimo mi è venuto un colpo perché era il nome del generale delle giovani marmotte di Qui, Quo, Quaaveva raccontato Mogol in una vecchia intervistaHo pensato vabbè, chissenefrega, tanto nessuno conoscerà Mogol. Mi sono sbagliato“. Giulio Rapetti, inoltre, riuscì anche a farsi riconoscere all’anagrafe lo pseudonimo all’interno del suo cognome, diventando così Giulio Rapetti Mogol, attraverso un decreto del 2006 del Ministro dell’Interno.