Mogol, significato del suo nome d’arte: l’aneddoto sulla sua nascita

Mogol, al secolo Giulio Rapetti, è uno dei più grandi parolieri italiani di tutti i tempi. Un successo reso possibile soprattutto (ma non soltanto) dal sodalizio fortunato con Lucio Battisti che durò ben 15 anni. Dietro ai grandi successi del cantautore, infatti, c’era quasi sempre proprio Mogol che tuttavia vanta collaborazioni con altri nomi celebri che hanno segnato la storia della musica italiana, da Gianni Morandi a Riccardo Cocciante, passando per Mina, Ornella Vanoni, Patty Pravo e molti altri ancora.



Il nome del celebre produttore musicale e paroliere però, ha spesso acceso la curiosità dei più: da dove è nato e cosa significa? A spiegare la storia dietro al nome di Mogol sono stati Gianni Letta e lo stesso Rapetti in occasione della presentazione dell’Annuario 2018 della Società degli autori e degli editori. Letta in quella circostanza svelò che a scegliere il nome d’arte del paroliere fu la Siae: “Era il 1959, Giulio Rapetti fece domanda di iscrizione alla Siae chiedendo di assumere un nome d’arte, peccato che non ne aveva in mente uno preciso, inviò alla Siae una lista di 120 nomi e alla fine furono i funzionari a sceglierne uno”.



Mogol, la fortuna dietro al nome scelto dalla Siae

Un nome indubbiamente fortunato, quello di Mogol e che ha contribuito certamente a fare la storia della musica nostrana. Lo stesso Rapetti nella stessa occasione intervenne avanzando ulteriori dettagli sull’aneddoto legato alla nascita del suo nome artistico attorno al quale ha costruito un’intera carriera: “Io che non ricordo quasi niente, questa cosa qui ce l’ho scolpita nella memoria: quando mi arrivò la lettera della Siae e lessi quel nome, Mogol, mi prese uno scoramento totale”.

Inizialmente, dunque, Mogol non fu affatto felice del suo nome d’arte: “Pensai, oddio, un nome cinese! Mi calmai solo convincendomi che nessuno sarebbe venuto a saperlo”. Ed invece il destino prese una strada decisamente differente ed oggi è lo stesso Rapetti a dover ammettere di essersi dovuto ricredere al punto da commentare: “quel Mogol mi ha aiutato davvero, è un nome che una volta che lo senti non lo dimentichi più”.