Dopo Morgan c’è Arisa ad una Storia da Cantare, con ‘Fiori rosa fiori di pesco’. Poi Mogol, finalmente, accolto dal pubblico con una vera e propria standing ovation. Lui ringrazia emozionato: “Vi prego, accomadatevi”. Introduce con un monologo un capolavoro di Battisti, ‘I Giardini di Marzo’: “In questa canzone racconto di quando ero bambino, vivevo coi miei genitori in provincia di Milano. Io e altri bambini facevamo arrabbiare molto i contadini; mia madre aveva un vestito che non appassiva mai e io me lo ricordo perché era l’unico che avevo. A volte le auto non passavano per ore. Parlo anche di amore, ma anche di una cosa che non ho mai vissuto”. Canta Enrico Ruggeri, che riceve l’approvazione di Mogol: “Mi è piaciuto molto, ma anche l’orchestra merita dei grandissimi applausi”. (Aggiornamento di Jacopo D’Antuono)



Mogol protagonista su Raiuno per la serata dedicata a Battisti

Mogol, al secolo Giulio Rapetti, sarà in un certo qual modo protagonista questa sera quando Rai 1 ricorderà con un tributo in musica (“Una storia da cantare” su Rai 1, dalle ore 21.25) il suo storico sodale Lucio Battisti, con cui ha composto fin quasi alla morte una delle coppie artistiche più feconde e geniali del secolo scorso prima che i dissapori sulla nota vicenda della ripartizione dei diritti di autore minasse la loro amicizia. Oggi 83enne il celebre paroliere e produttore discografico originario di Milano non solo ricorda spesso quell’epoca mitica, in cui lui tra l’altro ha firmato alcuni dei successi più clamorosi della storia della musica leggera nostrana, ma non perde occasione per ricordare quel sodalizio, al di là della recente battaglia legale con Grazia Letizia Veronese, vedova di Battisti, tirando fuori continuamente nuovi aneddoti e dettagli privati dell’artista originario di Poggio Bustone, come quello secondo cui sarebbe stato lo stesso Mogol a dare il “la” alla carriera di interprete di Lucio che, almeno inizialmente, era intenzionato solamente a fare l’autore dei brani e non invece a cantarli, peraltro osteggiato da certa critica che ai tempi della pubblicazione del suo primo disco omonimo esprimeva forti perplessità proprio sulla sua voce. Che, invece, grazie all’intuizione di Mogol, sarà invece una delle chiavi del successo.



MOGOL E LA LITE CON LUCIO BATTISTI PER I DIRITTI

Come le migliori delle coppie anche per Mogol e Lucio Battisti non è sempre stata rose e fiori e anche se il paroliere adesso si ritrova ad affrontare Emozioni raccontando del suo rapporto con lui, è vero anche che in passato le liti non sono mancate. Mogol non ha litigato solo con Lucio Battisti, arrivando poi alla separazione, ma anche con la sua vedova fino a qualche tempo fa e tutto per via della stessa questione di diritti e introiti. Dopo anni è stato proprio il paroliere ad alzare il velo su quanto è successo con Lucio Battisti nel suo libro “Il mio mestiere è vivere la vita”, uscito per Rizzoli. Proprio in quelle pagine Mogol ha rivelato che a far scoppiare la coppia e far saltare il sodalizio è stata la ridefinizione di accordi contrattuali sulle percentuali dei diritti d’autore che all’epoca erano l’8% al musicista e il 4% al paroliere: “Battisti quando ha iniziato era un dilettante, eppure io non ho mai voluto fargli firmare nessun documento sotterraneo. Sempre il 4% a me l’8% a lui. Quando abbiamo venduto i diritti dei brani alla Numero Uno ho detto che avrei scritto alla pari: 6% a lui e 6% a me, altrimenti non avrei più scritto. Da allora Lucio ha cominciato lavorare con altri”. Cos’altro è successo che non sappiamo? (Hedda Hopper)



MOGOL RACCONTA LUCIO BATTISTI IN “EMOZIONI”

E non a caso negli ultimi tempi Mogol è stato protagonista, oltre che tra i mattatori, dell’ennesimo evento per ricordare Lucio Battisti e intitolato emblematicamente “Emozioni”: al Festival d’Autunno, appuntamento diventato oramai ricorrente e andato in scena ai primi di novembre e diretto da Antonietta Santacroce, il paroliere il cui nome fu deciso ad arte nientemeno che dalla Siae tanti anni fa ha affabulato il pubblico presente al Teatro Politeama di Catanzaro per quello che è stato uno degli appuntamenti più attesi della kermesse. Colui che è stato l’autore dei testi di tutte le canzoni di Battisti per almeno quindici anni, dal 1966 al 1980, ha dato vita infatti a un lungo viaggio tra parole e musica lasciando ampio spazio pure all’aneddotica e avvalendosi della collaborazione di quello che è stato uno dei suoi migliori allievi presso il CET (Centro Europeo di Toscolano, ovvero la scuola che dirige), vale a dire Gianmarco Carroccia che ha avuto l’arduo compito di interpretare alcuni dei principali successi di Lucio (che peraltro studia da diverso tempo e il cui timbro vocale non è poi così dissimile), accompagnato quest’ultimo da un’orchestra di sedici elementi.

INSIGNITO DEL PREMIO LEOPARDI: “LUI E’ UN POETA VIVO PERCHE’…”

Tuttavia di recente Mogol ha partecipato anche a una cerimonia in suo onore in quel di Recanati (Macerata), patria di Giacomo Leopardi. Infatti il Centro Studi Leopardiano ha insignito l’83enne paroliere del prestigioso premio omonimo intitolato al poeta marchiano con Mogol che ha ricevuto il premio da Giuseppe Balboni, presidente del Comitato Nazionale che si occupa delle celebrazioni del bicentenario de “L’infinito”. “Leopardi è un poeta vivo perché ci dà ancora emozioni” ha detto il diretto interessato, citando non a caso il titolo di una delle canzoni che hanno reso immortale la coppia formata da lui e Battisti nel corso dell’evento celebrativo “Le parole all’infinito sono musica”, tenutosi presso l’Aula Magna del Comune di Recanati: “Giacomo ci ha insegnato che ogni espressione artistica è la manifestazione dell’eccellenza del nostro animo e del nostro pensiero” ha aggiunto Balboni, ringraziando l’attuale presidente della Siae e ricordando come lui sia tra i testimoni e protettori delle opere dell’ingegno umano.