La Moldavia potrebbe approfittare della guerra in Ucraina per chiudere la questione relativa alla Transnistria. Lo Stato, che si è dichiarato indipendente de facto dopo il conflitto terminato nel 1992 ma non è riconosciuto dai Paesi membri dell’Onu, infatti, è sostenuto dalla Russia, che al momento è decisamente impegnato su altri fronti. I soldati schierati per la causa sono infatti 1.500, ma per la maggior parte si tratta si reclute locali.
La Transnistria, come ricostruito dal Financial Times, allo stato attuale, rappresenta insomma una terra di mezzo. I muri della città hanno slogan sovietici e in strada sono numerosi i busti di Lenin e non solo, ma allo stesso tempo gli scaffali dei supermercati sono pieni di prodotti occidentali che sono il sintomo evidente dei rapporti commerciali. Un problema per la Moldavia, però, consiste nel fatto che l’economia di questo lembo di terra che serpeggia lungo il fiume Dniester si basa sulla fornitura gratuita di gas da parte di Gazprom, la compagnia energetica statale russa. Ciò consente al Paese di mantenere basse le bollette e di pagare pensioni migliori, oltre ad alimentare una centrale elettrica che fornisce tutto il Paese. La presidentessa moldava Maia Sandu vuole fermare tutto ciò.
Moldavia può chiudere questione Transnistria grazie a Ucraina: cosa succede
L’obiettivo della Moldavia è infatti quello di risolvere la questione relativa alla Transnistria riannettendola al suo territorio in modo graduale e offrendo anche quelli che possono essere dei piccoli vantaggi alla popolazione. È per questo motivo che sta accelerando i piani per porre fine alla sua dipendenza dallo Stato indipendente de facto per l’elettricità. Una volta che ciò accadrà, l’economia dei separatisti sarà in grossi guai. Il rischio è che vadano in bancarotta. Anche perché la guerra in Ucraina ha recentemente compromesso ulteriormente il loro status, in quanto il contrabbando era una fonte di reddito molto importante e ora sono costretti a dipendere sempre di più dall’occidente.
Un elemento a favore del potenziale ricongiungimento è rappresentato dal fatto che la popolazione della Transnistria non vuole essere salvata dalla Russia per questioni identitarie e dunque non spera in un intervento del Paese di Vladimir Putin, sebbene la sfiducia nei confronti della Moldavia sia ancora alta. “Speriamo di avere un’opportunità geopolitica nel prossimo futuro per risolvere il conflitto”, ha affermato la presidentessa Maia Sandu. Per il suo Governo l’unione è di fondamentale importanza, in quanto rappresenta un prerequisito per l’adesione all’Ue.