IL CAPOGRUPPO DELLA LEGA MOLINARI: “BASTA PUNZECCHIATURE MA COME SI FA A RALLEGRARSI PER AVERE VOTATO COL PD NON SO… MELONI CI HA DATO RAGIONE”

Quella al “Corriere della Sera” Doveva essere un’intervista “distensiva” dopo le tensioni e le punzecchiature degli ultimi giorni tra Lega e Forza Italia, e in un certo qual modo Riccardo Molinari – capogruppo del Carroccio alla Camera e uomo forte in Parlamento – ha assunto il suo compito. Eppure dalle colonne del “Corriere della Sera” appare come ancora tumultuoso il campo del Centrodestra, quantomeno nei confronti della nuova Commissione Europea che va per nascere con ancora Ursula Von der Leyen alla guida: se infatti da Salvini a Tajani, fino a tutto il board di Lega e Forza Italia (con anche FdI “attore” interessato) ribadiscono che non vi saranno ripercussioni per il Governo Meloni, diverse sono le tensioni per i voti e i rapporti che intercorrano in Parlamento Ue per i prossimi mesi.



«Le vicende europee non minano l’unità del centrodestra italiano», spiega Molinari parlando a nome di tutta la Lega al “Corriere”, sottolineando però come l’irrilevanza con cui Tajani “stronca” la Lega dopo il voto per Von der Leyen non è così lontana dall’avvicinarsi anche a Forza Italia, viste le recenti evoluzioni. «Quanto conta FI dentro il Partito popolare se la scelta finale è andata nel segno della continuità, per di più con l’allargamento ai Verdi, e non c’è stato lo spostamento a destra con il coinvolgimento dei Conservatori?», si chiede con un punto di veleno il capogruppo della Lega.



Le scelte del nuovo gruppo Ue “Patrioti per l’Europa” che vede il Carroccio assieme a Marine Le Pen, Orban e il resto della destra euroscettica hanno visto pesare e molto le dinamiche politiche presenti in Francia, Spagna e Germania, che hanno “bloccato” Von der Leyen costringendo ad una Commissione più allargata a sinistra. Nessuno ad oggi dall’Italia è riuscito a determinare attivamente le nomine Ue, non certo solo la Lega riflette Molinari: «alla fine hanno prevalso i veti che condizionano le dinamiche politiche di Germania, Francia e Spagna. FI è finita a votare con i Verdi e il Pd. Non vedo cosa ci sia da rallegrarsi se esce rafforzato il programma che volevamo combattere». Il capogruppo alla Camera consiglia a tutto il Governo di piantarla con le punzecchiature, non disperdendo energie e puntando ad incidere ora nei rispettivi partiti per le prossime dinamiche europee. È la stessa Premier Meloni, che con FdI ha scelto di non votare Von der Leyen, ad aver di fatto dato ragione alla Lega nello schema di nomine europee: «la Premier ha votato diversamente da Forza Italia, preso atto che non c’è stato alcun cambiamento di linea, a partire dai temi del New Green Deal».



LA REPLICA DI TAJANI ALLA LEGA: “NESSUNA RICADUTA SUL GOVERNO, SI ARRIVA A FINE LEGISLATURA”. SULL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA…

Riccardo Molinari sempre al “Corriere”, dopo aver ricordato che la Lega non può essere identificata come un partito di “pura destra” («siamo una forza euroscettica, autonomista e federalista»), fa il punto sulle vicende legate all’Autonomia differenziata, la riforma Calderoli contro cui è partita la raccolta firme per un eventuale Referendum abrogativo: «Ho forti dubbi che possa essere ammesso perché la legge Calderoli è collegata alla Finanziaria e perché dà attuazione ad una norma della Costituzione».

In caso di via libera della Consulta al Referendum abrogativo contro l’Autonomia, il capogruppo della Lega spiega che si valuterà l’eventuale astensione o voto contrario: di certo, chiosa Molinari, «fa specie vedere il Pd andare contro un’Autonomia che ha inserito nella Costituzione». In merito invece a possibili sgambetti di Forza Italia sull’Autonomia il pericolo non vi sarebbe: «non dubito della loro lealtà. Anche noi abbiamo qualche dubbio sul premierato ma lo abbiamo sostenuto».

Parlando con ANSA e LaPresse dopo le tensioni degli ultimi giorni tra Forza Italia e Lega, il vicepremier e leader azzurro Antonio Tajani prova a ridurre le polemiche (dopo che le sue dichiarazioni avevano di fatto iniziato il “valzer” delle note e contro-note): «ricadute sulla maggioranza? Assolutamente no. E’ sempre stato chiaro che ci sono posizioni diverse, partiamo da famiglie diverse, ma questo non ha alcuna ricaduta sull’attività di maggioranza e di governo». Come aveva già sottolineato Salvini per conto della Lega, anche Tajani ribadisce che Forza Italia non vuole creare ulteriori turbolenze, intendendo sempre «arrivare a fine legislatura con la maggioranza di centrodestra. Posso rassicurare tutti gli italiani che non ci sarà alcun problema per quanto riguarda la tenuta della maggioranza».