MOLTENI (VIMINALE): “IL MODELLO DELLE PORTE APERTE HA FALLITO, L’INTEGRAZIONE COME IN FRANCIA NON FUNZIONA”

Cinque giorni e notti di violenze, attacchi e saccheggi per le vie più importanti della Francia – sebbene “conseguenza” della morte di un 17enne per mano della polizia – spaventano ancora una volta l’Europa davanti al fallimento del progetto di “integrazione” in periferie e banlieu: lo spiega in una lunga intervista a “Il Giornale” il sottosegretario al Ministero dell’Interno, il leghista Nicola Molteni. «È inutile girarci intorno. quello che accade in Francia è la certificazione di un fallimento, quello dell’immigrazione incontrollata, ma anche un monito per l’Europa».



Da più parti a destra si rilancia l’incubo rivolta dalla Francia anche all’Italia, ma Molteni su questo prova a rassicurare: «La situazione è obiettivamente diversa, ma non dobbiamo coltivare pie illusioni: se non si gestisce il fenomeno migratorio, alla fine ogni Paese europeo si troverà in grande difficoltà. E accadranno fatti come quelli che stiamo vedendo in Francia». Come del resto ha spiegato anche questa mattina il Ministro della Difesa Guido Crosetto, la settimana di rivolte e attacchi in Francia preoccupa e spaventa, «serve affrontare il tema delle disuguaglianze». Dopo le rivolte nel 2005 nelle banlieu di Parigi qualcosa sembra però cambiato in Francia: 18 anni fa, «erano in fiamme le banlieue della periferia di Parigi, oggi vediamo che i disordini si estendono purtroppo a tutto il Paese. Fra l’altro dal 2015 la Francia ha di fatto sospeso unilateralmente Schengen e ci rimanda indietro ogni anno grossomodo 30000 richiedenti asilo. Ma il freno è stato schiacciato quando ormai era troppo tardi».



DALLA FRANCIA ALL’ITALIA, SI RISCHIANO LE STESSE RIVOLTE? IL COMMENTO DI NICOLA MOLTENI

A non funzionare, spiega ancora il sottosegretario del Ministro Piantedosi, è il modello «progressista delle porte aperte: l’idea che l’accoglienza fosse quasi automatica, che non ci sarebbero stati scontri e saccheggi. È andato tutto storto». Secondo Nicola Molteni il “multiculturalismo” che ha generato la ghettizzazione è un enorme errore: «l’integrazione è fallita. È fallito il modello basato sui diritti, peraltro teorici, e non sui doveri. Le periferie sono diventate una terra di nessuno, regno dell’illegalità, del fanatismo, della miseria e del rancore sociale. Per questo quel che accade a Parigi o Lione deve interrogare Roma, Berlino e tutte le altre capitali».



Al netto degli accordi complessi incassati dal Governo Meloni sull’emergenza Tunisia, la situazione delle rivolte in Francia continua a preoccupare: «l’Italia e l’Europa devono cercare di gestire, pianificare, guidare l’ondata migratoria, sbarrando le porte ai trafficanti di esseri umani e spingendo invece l’immigrazione qualificata, specializzata, legale, con case e contratti di lavoro». Il rischio rivolta potrebbe non lontano da oggi esplodere anche nelle grandi città italiane: per il leghista, il Governo lavora con il Viminale per le stazioni delle grandi città come Milano Centrale o Roma Termini, «trasformarle in luoghi virtuosi e non in calamite di delinquenza e tensione sociale. Allo stesso modo ragioniamo sulle aree più disagiati delle nostre metropoli». Da ultimo, chiosa Molteni, serve vigilare oltre che integrare: «Dobbiamo puntare sul lavoro e sull’equilibrio fra diritti e doveri. Non è che tu vieni in Italia e fai come ti pare: c’è un’identità da rispettare. Attenzione: molti reati vengono commessi da giovani, figli di immigrati ma nati in Italia. Qualcosa si è rotto nella seconda generazione e il nostro compito è ricucire questa inquietante frattura».