Manca sempre meno all’inizio dei Mondiali di calcio femminile 2019 che, come ormai sappiamo, si terranno dal 7 giugno al 7 luglio in Francia. Milena Bertolini, Commissario Tecnico della nostra Nazionale, ha diramato la lista delle 23 convocate che parteciperanno alla Coppa del Mondo e c’è grande attesa per questa manifestazione che l’Italia non gioca da 20 anni: l’obiettivo dichiarato è quello di superare il girone del primo turno, ma potremo eventualmente fare qualcosa in più? Come arriviamo a questi Mondiali, e quale sarà la squadra ideale sulla quale la Bertolini punterà? Per avere qualche risposta in merito, e presentare ancor meglio i Mondiali di calcio femminile 2019, IlSussidiario.net ha contattato in esclusiva Pietro Ghedin, che è stato CT della Nazionale femminile di calcio tra il 2005 e il 2012 nonchè viceallenatore di quella maschile (1996-2004). Un parere da parte di un esperto che ci ha detto qualcosa in più sull’impegno che attende le azzurre in Francia il prossimo mese.



Un suo giudizio su questi Mondiali di calcio femminile 2019? Sarà un grande evento mediatico e soprattutto molto importante anche per il calcio femminile italiano. Dobbiamo ringraziare la Federazione per aver permesso alle società maschile di creare squadre femminili.

La nazionale italiana potrà essere protagonista in Francia? Lo spero, anche se Brasile e Australia sono avversarie toste nel nostro girone. Gli Stati Uniti restano la nazionale più forte, mi auguro in ogni caso che l’Italia possa superare il girone e andare molto avanti nei Mondiali!



Come giudica il gioco della formazione di Milena Bertolini? Molto bello e innovativo: conosco molto bene Milena, che al Brescia ha fatto benissimo. Lei è veramente un tecnico molto valido, che propone per la Nazionale un gioco d’attacco. Se poi è vero che di fronte a nazionali più forti bisogna difendersi, il calcio in Italia è cambiato così come il gioco della nostra Nazionale: non c’è più una mentalità difensivista e anche la nazionale femminile di calcio ha assimilato questo concetto.

In attacco sono in tante: qual è il modulo ideale e con quanti titolari? Deciderà Milena, io posso limitarmi a dire che le attaccanti dell’Italia sono davvero tutte di grande livello.



E’ stato allenatore della nazionale italiana femminile dal 2005 al 2012: cosa ci può raccontare della sua esperienza di tecnico? E’ stato molto bello e devo ringraziare la Federazione di avermi dato questo incarico; mi sono trovato molto bene a lavorare con delle giocatrici che si sono dimostrate sempre serie sul profilo professionale, sempre umili, un esempio da ammirare in tutti i sensi.

Cosa ha trasmesso alle sue ragazze, e come è cambiato il calcio femminile da quando era lei tecnico dell’Italia? Ho cercato di trasmettere la mia esperienza di allenatore, ho trovato un calcio femminile che era molto diverso da quello di adesso: allora era molto più difficile, non c’era quel sostegno da parte della Federazione. C’era solo il dilettantismo nel calcio femminile, per le ragazze non era facile conciliare l’impegno sportivo con il lavoro. Nonostante questo abbiamo ottenuto dei risultati importanti come arrivare ai playoff per i Mondiali perdendoli contro gli Stati Uniti, la nazionale più forte al mondo.

E’ stato anche vice allenatore della Nazionale italiana: che differenza c’è tra il calcio maschile e quello femminile nel nostro Paese? Intanto, quando ero viceallenatore della Nazionale maschile mi è capitato di perdere anche un Europeo nel 2000 al Golden Gol con la Francia. Una grande delusione! Nel calcio maschile c’è più pressione, quasi non puoi sbagliare niente. I giocatori sono professionisti, ma è una situazione che sta cambiando adesso anche in quello femminile.

Quali passi dovrà fare anche il calcio femminile in Italia per avvicinarsi a quello maschile? Dovrà continuare in questo percorso che sta facendo la Federazione aiutando tanti club, sostenendo economicante tante giocatrici; l’esempio può essere il modello del volley femminile azzurro, che è ai vertici mondiali da tempo. Sarà importante anche in questo senso aumentare il numero di praticanti: il fine è arrivare a 100.000 in Italia. Si potrà così cercare di avvicinarsi ad altre nazioni che sono le regine del calcio femminile come gli Stati Uniti, i paesi anglosassoni, quelli scandinavi e altri ancora.

Si sente di mandare un augurio a Milena Bertolini e alle azzurre? Sicuramente! Mando un sincero augurio a Milena e a tutta la Nazionale di fare un grande Mondiale, tenendo vivo l’entusiasmo che ormai sta coinvolgendo tutta l’Italia attorno a loro.

(Franco Vittadini)