Ai Mondiali di calcio femminile 2019 la grande favorita è ovviamente la nazionale degli Stati Uniti: le Stars & Stripes non sono soltanto le campionesse in carica, ma sono anche la squadra che ha vinto le Olimpiadi di Londra nel 2012 – tre titoli consecutivi prima del flop a Rio de Janeiro – e ha ottenuto tre titoli sui sette finora assegnati in Coppa del Mondo, riuscendo a centrare la semifinale in ogni singola edizione. La corsa delle americane inizierà il prossimo 11 giugno, contro la Thailandia; lo stadio Auguste Delaune di Reims si prepara dunque all’esordio delle campionesse, che giocheranno poi contro il Cile (16 giugno) e chiuderanno l’impegno del girone contro la Svezia, un big match che sarà disputato al Roazhon Park di Rennes. Se gli Stati Uniti dovessero vincere il girone, come del resto è da pronostico, andrebbero al Parco dei Principi: la sfida degli ottavi di finale nella capitale francese sarebbe contro la seconda del gruppo E, sulla carta una tra Canada e Olanda anche se la Nuova Zelanda se la potrebbe giocare. Il Commissario Tecnico è Jillian Ellis, britannica: è stata assistente per due anni prima di prendere il timone della nazionale nel 2014, ha preso il posto di Pia Sundhage che ha poi centrato l’argento olimpico con la Svezia, tre anni fa, facendo fuori proprio gli USA nei quarti (ai rigori).
MONDIALI CALCIO FEMMINILE 2019: GLI STATI UNITI
Gli Stati Uniti dunque sono la grande favorita per il titolo ai Mondiali di calcio femminile 2019: quattro anni fa in Canada avevano dominato la finale contro il Giappone grazie a una meravigliosa tripletta, firmata tra il 3’ e il 16’ minuto, da Carli Lloyd. La quale, dopo il ritiro della fenomenale Abby Wambach, è diventata la leader delle Stars & Stripes: ha 36 anni, gioca negli Sky Blue di Piscataway (nel New Jersey) e in Europa ha avuto una brevissima e poco fortunata esperienza nel Manchester City, ma con la sua nazionale ha segnato 105 gol e ha vinto per due volte consecutive il premio di miglior giocatrice al mondo, istituito dalla FIFA. Gli Stati Uniti punteranno poi su Megan Rapinoe e soprattutto Alex Morgan, che ha anche partecipato a una trilogia di romanzi per bambini ispirata alla sua figura e diventata in seguito una serie tv da 9 episodi; 101 reti con la nazionale e una breve parentesi a Lione (sei mesi, ma ha vinto la Champions League), oggi è tornata negli Orlando Pride. E’ invece terminata l’era di Hope Solo: 38 anni a luglio, ha vinto due Olimpiadi e il Mondiale 2015 da titolare ma ha abbandonato la selezione statunitense nel 2016. Con questa squadra detiene un clamoroso record di 1054 minuti senza subire gol; ha giocato 202 partite con le stelle e strisce del suo Paese, il suo posto lo ha preso Alyssa Naeher (già trentunenne) che gioca nei Chicago Red Stars.