Sembra essere tornata almeno la tranquillità nei Palazzi ex Cirio di Mondragone dopo le scene di guerriglia della scorsa notte, anche se rimane comunque la tensione tra i cittadini e la comunità bulgara: il focolaio scoppiato nella cittadina del casertano, e l’incendio di un furgoncino col lancio di una molotov hanno fatto sì che il Ministero dell’Interno accendesse i riflettori sulla situazione e con l’invio di alcune unità dell’esercito. Al momento, secondo quanto spiegato dagli inviati de “La vita in diretta” questo pomeriggio, pare che i casi ufficialmente accertati di Covid-19 sono 43 e non 49, come detto ieri: intervenuto nelle ultime ore, il Governatore campano Vincenzo De Luca ha detto che alcune situazioni si sono incancrenite ma che ora la priorità è spegnere subito il focolaio, pur ammettendo che se il numero dei contagi dovesse superare il centinaio di unità non esiterebbe ad estendere la zona rossa dai palazzi dove vive la comunità bulgara a tutta la cittadina. (agg. di R. G. Flore)
GUERRIGLIA E TENSIONI CON LA COMUNITA’ BULGARA
«Se dovessimo avere 100 positivi dopo 3/4 mila tamponi di screening, sarà chiusa tutta Mondragone. Sono stato chiaro? Io sono abituato a parlare chiaro», è la minaccia del Governatore della Campania Vincenzo De Luca dopo le 24 ore di guerra “civile” all’interno della zona rossa chiusa per un focolaio improvviso nei “Palazzi Cirio” dove risiede la comunità bulgara dell’area fuori Caserta. Il motivo della protesta esplosa è duplice: dopo la zona rossa imposta da De Luca i residenti bulgari si sono ribellati e alcuni sono usciti senza permesso fuori dal quartiere, scatenando l’arrivo dell’Esercito su invito del Ministro Lamorgese. Di contro, i residenti italiani di Mondragone si sono ribellati contro i cittadini originari della Bulgaria che rischiano di allargare il focolaio di Covid-19 uscendo dalla zona rossa, arrivando a minacciare nelle ultime ore «mandateli via o ci pensiamo noi».
Per una cinquantina di contagi in tutto il focolaio un passo dalla guerra civile: verso le 2 di notte i vigili del fuoco sono intervenuti per l’incendio di un furgoncino in viale Margherita, a ridosso dei palazzi. Il mezzo di proprietà di un residente bulgaro è stato oggetto di lancio bomba molotov: «chiedono la linea dura e non si preoccupano di passare per gente avvezza alla giustizia-fai-da-te, men che meno si ci si preoccupa di passare per razzisti», riferisce il Mattino lanciando l’allarme “pulizia etnica” se non si interviene a dovere e in tempi rapidi.
FOCOLAIO MONDRAGONE NON SPAVENTA I VIROLOGI
«Non è giusto che per una minima comunità di persone non degne, che si comportano da padroni, Mondragone debba pagare un prezzo così alto», spiega all’Ansa Franco D’Oriano, pensionato e membro di associazioni cittadine, quando per fortuna la situazione di Mondragone sembra essere arrivata ad una pseudo-normalità dopo ore di tensioni. Mentre la polemica politica prosegue tra il n.1 della Campania e le opposizioni del Centrodestra – secondo Giorgia Meloni, De Luca «più che uno sceriffo è un incantatore di serpenti» – a livello sanitario il focolaio di coronavirus non sembra spaventare più di tanto gli esperti.
«Non c’è preoccupazione perché è tutto ampiamente atteso. Entrambi i focolai (anche la ditta Bartolini a Bologna, ndr) sono stati identificati immediatamente e circoscritti, quindi il sistema messo in atto tiene. È inevitabile ci siano focolai in giro per l’Italia e per l’Europa», ha spiegato Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell’Organizzazione mondiale della sanità. Gli fa eco Andrea Crisanti, direttore di Microbiologia dell’Università di Padova, nell’intervista a Repubblica «Ci aspettavamo di avere a che fare, passata l’ondata principale della pandemia, con questi focolai. Del resto il virus non se ne è andato».
Ancora forti tensioni nella notte a Mondragone, dopo la scoperta di una cinquantina di positivi al covid-19 nei palazzi ex Cirio occupati da immigrati bulgari. #Tg3 pic.twitter.com/ZF9VGnJWpJ
— Tg3 (@Tg3web) June 26, 2020