Le compensazioni tra tasse e contributi dovuti e somme a credito del contribuente stanno volando negli ultimi anni. Lo conferma il rapporto sulle entrate tributarie e contributive di Ragioneria dello Stato e dipartimento delle Finanze, secondo cui nel 2023 il risultato è da record, visto che sono stati compensati 51,5 miliardi di euro di tasse. La crescita della “moneta fiscale” è del 3,9% sull’anno precedente, addirittura del 23,8% rispetto al 2018, l’ultimo anno prima dell’emergenza Covid. Come evidenziato dal Sole 24 Ore, si sta consolidando il ricorso all’uso dei crediti fiscali per saldare il conto delle imposte dovute all’Erario.
Con la crescente offerta di bonus e crediti d’imposta concessi soprattutto dopo la pandemia, al fine di rianimare l’economia dopo le restrizioni, il percorso è diventato sempre più marcato. Sicuramente ha peso la componente legata al Superbonus e ad altri bonus edilizi. Per quanto riguarda i dati in dettaglio, le compensazioni sulle imposte dirette si attestano a 26,5 miliardi. Di sicuro vengano usate sempre più per “pagare” i debiti col Fisco. D’altro canto, nel 2023 c’è stata una prima frenata (-2,4%), anche se il gettito complessivo delle imposte dirette è stato di quasi 21,4 miliardi di euro (+7,2%).
REVERSE CHARGE E SPLIT PAYMENT CONTRO EVASIONE
Prosegue senza sosta la crescita dell’Iva: una progressione che registra un rialzo dell’11,4% rispetto al 2022, arrivando addirittura al 38,8% rispetto al 2019. Ma in questo caso le ragioni, secondo il Sole 24 Ore, vanno ricondotte alla natura di questo tributo che, per chi effettua acquisti e cessioni, causa la maturazione di posizioni di credito. Ma vanno anche ricondotte alle misure lanciate per combattere contro l’evasione su questa imposta. Questo è il caso del reverse charge e dello split payment. Il primo è un meccanismo che scatta soprattutto in ambito edilizio, quindi l’espansione alimentata dalla bonus economy ha contribuito anche alla crescita di crediti da usare in compensazione.
Il secondo, la cosiddetta scissione dei pagamenti, è il meccanismo con cui le Pa acquirenti di beni e servizi versano all’Erario l’Iva indicata in fattura dai fornitori, che quando maturano un credito lo compensano o lo chiedono a rimborso. I pagamenti Iva da split payment da parte della Pubblica amministrazione sono cresciuti nel 2023 (+13%) e rappresentano il 10,6% del totale delle entrate Iva a scambi interni. Quindi, si riscontra un possibile effetto rimbalzo sulle situazioni creditorie.
CONTROLLI ANTRI FRODE SU COMPENSAZIONI
Per prevenire illeciti sulla “moneta fiscale“, è cruciale un sistema di presidio dell’amministrazione finanziaria. Quindi, è sempre più importante la sinergia tra Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza per bloccare le deleghe di pagamento con crediti considerati a rischio ed eseguire approfondimenti per arrivare a fermarli del tutto, nel caso in cui i sospetti si rivelassero fondati. Una strategia preventiva da condurre parallelamente a controlli successivi. Nell’ultima legge di Bilancio ci sono misure che rafforzano le “sentinelle” antifrode. Ad esempio, dal 1° luglio si passerà sempre dai canali telematici dell’Agenzia, senza ricorrere agli intermediari finanziari, se la delega di pagamento ha crediti in compensazione, quindi non più solo se il saldo finale abbia un importo pari a zero.