A Monfalcone, in provincia di Gorizia, l’amministrazione comunale ha messo i sigilli a due moschee, o meglio, un negozio ed un locale che in origine dovevano essere adibiti ad ufficio ma che venivano utilizzati come luogo di culto. Ne scrive Libero raccontando di reiterate lamentele dei residenti che hanno poi portato ad accertamenti delle autorità che ieri hanno emesso le due ordinanze firmate dal sindaco Anna Maria Cisint: «I margini di tolleranza degli atteggiamenti illegittimi o illegali sono finiti», racconta a Libero. Il Comune ha prima interpellato il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, dopo di che è stato avvisato il questore, il prefetto, il comandante dei carabinieri, e si è proceduto alla «notifica delle due ordinanze» per «accertato pericolo per il cambio destinazione d’uso».



Non sarà quindi più possibile, come si legge sull’ordinanza “utilizzare i locali precedentemente locati come negozio e ad uso ufficio come luoghi di culto”. Anna Maria Cisint, esponente della Lega, da tempo combatte contro gli utilizzi impropri «ci sono leggi che valgono per tutti e non capisco perché per alcuni si debba chiudere un occhio». A Monfalcone c’è una comunità immigrata molto corposa, ma sembrerebbe che la parte musulmana non intende integrarsi. «Un Imam locale me lo ha detto chiaro chiaro: noi non ci vogliamo integrare, intendiamo sostituirvi», racconta ancora la Cisint. «Basti pensare che solo 7 donne lavorano», aggiunge l’amministratore locale.



MONFALCONE, CHIUSE DUE MOSCHEE ABUSIVE: “SPERIAMO DI FARE DA APRIPISTA”

Tale situazione ha indotto l’amministrazione a monitorare con attenzione la situazione «Se ci provano a mettere una tettoia non autorizzata, giustamente arrivano i vigili, se poi dentro un ex ufficio si radunano in oltre mille senza alcuna autorizzazione è giusto e doveroso intervenire». E ancora: «Esistono delle regole e devono valere per tutti. Altrimenti qui diventa che ciascuno fa come gli pare. È una questione di sicurezza e di ordine pubblico. In quei locali non si può più pregare, non è possibile fare moschee. Sono luoghi di possibile predicazione dell’odio. Questi finti centri culturali in realtà sono moschee. Si predica».



Quindi il sindaco sottolinea: «ma noi non sappiamo che cosa perché la lingua utilizzata è l’arabo. Le moschee sono anche luoghi dove, tra virgolette, si supportano criminali come questo che è stato arrestato» riferendosi all’uomo attestato a Milano negli scorsi giorni. La sindaca si augura «che partisse da Monfalcone una catena di interventi locali per il rispetto delle regole basilari di convivenza».