Moni Ovadia controcorrente sulla crisi in Ucraina e sull’azione della comunità occidentale. Intervenuto ai microfoni de Il Riformista, l’artista e scrittore ha acceso i riflettori sul «”pensiero” militarista e militarizzato», arrivato a silenziare il Papa, «che ha avuto l’ardire di dire in faccia ai politici nostrani arruolati dalla Nato parole che devono essere scolpite nei nostri cuori e rilanciate in ogni dove: “Pazzi, Pazzi” a voler aumentare, 40 miliardi, le spese di guerra. Sì, di guerra. Perché tali vanno considerate. Ma c’è una logica in questa follia…».



Secondo Moni Ovadia, infatti, il pensiero militarista e le sue ricadute affaristiche sono il frutto avvelenato di un’ideologia atlantista. L’attore ha rimarcato che ogni guerra è una guerra criminale, il problema è che «c’è una legittimità da parte di studiosi, giornalisti ma anche di semplici cittadini, di capire quello che ha determinato lo stato delle cose: qual è la posizione dell’Europa, di discutere l’atlantismo».



MONI OVADIA: “EUROPA APPECORONATA AGLI USA”

Nel corso del suo intervento, Moni Ovadia ha sottolineato che se gli Stati Uniti fossero rimasti fuori da questa vicenda, forse le cose sarebbero andate diversamente. «Tra gli atlantisti ultrà ci sono quelli che non hanno detto “a” quando la guerra criminale contro l’Iraq ha fatto quasi un milione di morti. Questi qui dovrebbero stare zitti, o perlomeno mantenere un bassissimo profilo. Lo stesso vale per quelli che hanno al massimo alzato un sopracciglio di fronte alla catastrofe della Libia, la Siria, l’Afghanistan e via dicendo», l’analisi del 75enne ai microfoni de Il Riformista. Se si vuole portare Putin al tribunale dell’Aia per giudicarlo come responsabile di crimini di guerra o contro l’umanità, secondo Moni Ovadia prima toccherebbe a George W. Bush e Tony Blair: «Poi a chiedere di processare Putin sono gli americani che non accettano la Corte dell’Aia! E poi c’è un problema generale: la complessità della geopolitica, in generale, non può essere trattata nei talk show». L’artista vorrebbe un’Europa unita, politica, con un esercito di pura difesa, ma purtroppo la realtà attuale è diversa: a suo avviso l’Europa è «appecoronata agli Stati Uniti d’America».

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