Monia Bortolotti, accusata del duplice infanticidio di Pedrengo (Bergamo), sarebbe pronta a lasciare il carcere su disposizione del gip per essere trasferita in una struttura psichiatrica. Lo riporta Il Corriere della Sera secondo cui alla difesa della donna, giovane madre oggi 28enne, sarebbe stato notificato l’atto di chiusura delle indagini che solitamente precede la richiesta di rinvio a giudizio.



Monia Bortolotti è stata arrestata nel novembre 2023 con l’accusa di avere soffocato i suoi figli di 4 e 2 mesi, Alice e Mattia, rispettivamente il 15 novembre 2021 e il 25 ottobre 2022 nell’abitazione dove viveva con il compagno e padre dei due neonati, Cristian Zorzi. Stando a quanto sostenuto dal pm, avrebbe agito perché insofferente al pianto dei piccoli mentre lei continua a dirsi estranea alla loro morte. Riesame e Cassazione avrebbero già dato responso negativo all’istanza di domiciliari che era stata proposta dal suo legale, Luca Bosisio, ma all’esito dell’incidente probatorio sulla capacità di intendere e volere dell’indagata il gip avrebbe disposto il trasferimento in una Rems (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza).



Monia Bortolotti: sì al trasferimento, ma non ci sarebbe posto

Monia Bortolotti, stando a quanto riportato dal quotidiano, lascerà il carcere ma le tempistiche del suo trasferimento in una struttura psichiatrica dipendono dai posti disponibili. Al momneto, le Rems sarebbero pressoché sature e le liste d’attesa sarebbero così lunghe da non avere un termine chiaro per lo spostamento della donna.

Sulla posizione di Monia Bortolotti peserebbe anche il nodo dell’infermità mentale: i periti del giudice, Patrizia De Rosa ed Elvezio Pirfo (esperto già noto per la perizia psichiatrica su Alessia Pifferi), al pari del consulente della difesa, Marina Verga, avrebbero stabilito la sussistenza di un vizio totale di mente. Di segno opposto le conclusioni del consulenti della Procura: Monia Bortolotti sarebbe capace di intendere e volere.