Dopo il (parziale) colpo di scena con il quale lo scorso settembre Monia Bortolotti era stata trasferita dal carcere ad una struttura Rems per l’esecuzione della misura cautelare, nel pomeriggio di oggi la gup bergamasca Raffaella Mascarino ha disposto il rinvio a giudizio per la donna 28enne che il prossimo gennaio dovrà sottoporsi al processo: le accuse a suo carico sono gravissime – e dopo le vedremo nel dettaglio -, ma nel frattempo è già certo che data la sua incerta condizione psichiatrica Monia Bortolotti ha scelto di non presenziare all’udienza preliminare di oggi; optando – dunque – per la sola rappresentanza da parte del suo legale Luca Bosisio.
Il processo a Monia Bortolotti si celebrerà a partire dal prossimo 17 gennaio davanti alla Corte d’Assise di Bergamo e nel frattempo si dovrà sciogliere l’importante nodo sulla salute psichiatrica della donna per capire se sia – innanzitutto – in grado di sottoporsi consciamente ad un processo e – secondariamente – se dopo l’eventuale condanna potrà essere rinchiusa in carcere: secondo tre periti nominati dalla difesa e della gup la 28enne sarebbe incapace di intendere e di volere, ma al contempo in grado di sottoporsi a processo, mentre altri due periti (questi nominati dai PM) avrebbe solamente un vizio parziale di mente; ed ora si ipotizza che potrebbe essere sottoposta ad un nuovo accertamento prima del processo.
Di cosa è accusata Monia Bortolotti: il presunto duplice infanticidio dei suoi due neonati
Per capire le ragioni che hanno portato (e porteranno) Monia Bortolotti a processo dobbiamo tornare indietro fino all’ottobre del 2022 quando la 28enne si recò all’ospedale bergamasco con il figlio Mattia – di soli due mesi – cianotico e quasi morto per asfissia: il piccolo fu salvato e dimesso, ma otto giorni dopo morì in circostanze che non furono immediatamente chiare e solamente dall’autopsia – peraltro suggerita da un’infermiera che aveva visto la donna stringere il piccolo al petto con troppa forza – emerse che il decesso poteva essere ricollegato ad ‘asfissia meccanica acuta da compressione meccanica‘; oppure in altre parole soffocato.
Dalle ovvie indagini avviate dagli inquirenti di Bergamo emerse che Monia Bortolotti l’anno precedente – precisamente nel novembre del 2021 – aveva perso anche la prima figlia (che all’epoca aveva 7 mesi) a causa di quello che fu definito un rigurgito e seppur dalla riesumazione del corpo non si è riusciti a far luce sulle effettive cause del decesso, la 28enne fu arrestata nel novembre del 2023 con la gravissima accusa di duplice infanticidio – legato dall’accusa al fatto che Monia Bortolotti non sopportasse il pianto dei piccoli – e le aggravanti della parentela, della minore età delle vittime e della minorata difesa.