Scontro Monia Monni- Matteo Renzi: “A Firenze il suo partito si è venduto al sessismo”

Si infiamma ulteriormente lo scontro iniziato alcuni giorni fa tra l’assessore regionale toscano Monia Monni e il segretario di Italia viva Matteo Renzi dopo la pubblicazione – da parte della prima – di un post infuocato sulle ormai imminenti elezioni comunali a Firenze, seguito dalla risposta (ancor più infuocata) dell’ex premier che arriva anche a promettere battaglia legale, il tutto mentre il mondo politico di sinistra lo accusa di essere in torto e lo invita a chiedere scusa. Per capire l’origine dello scontro dobbiamo tornare al 24 maggio, quando Monia Monni ha pubblicato il post di critica ad Italia viva accusando Matteo Renzi di “poter essere sia di destra che di sinistra” in merito alle voci – mai smentite o confermate – di un accordo tra Iv e “il finto civico sostenuto dalle destre”.



In tal senso il voto per la candidata di Italia viva Stefania Saccardi – continua l’assessore nel post – “non è un voto a lei, ma una scelta che alimenta esattamente il tipo di politica che lei ha sempre combattuto: quella personalistica ed egoista, fallica fino nel midollo, di vedere chi pesa di più, non per governare, ma per condizionare”. Inutile dire che non Matteo Renzi non ci ha messo neppure 24 ore a commentare l’accusa, sottolineando che “non so cosa sia il potere fallico di cui si occupa l’assessore Monia Monni” ma di sapere bene – al contrario – delle sue “prove di forza: l’ultima lei e Fossi l’hanno fatta a Campi Bisenzio e il Pd ha perso. Suggerisco prudenza, a tutti”.



Matteo Renzi: “Non accetto di essere chiamato sessista, sporgerà denuncia”

L’alterco si sarebbe potuto chiudere lì, non fosse che alla risposta di Matteo Renzi è seguita una nuova provocazione da parte di Monia Monni che rivolgendosi direttamente al segretario – che sarebbe provando a “rimetterci al nostro posto” con un messaggio che “non è una battuta, è un’allusione, un’insinuazione, un’affermazione disturbante che mi colpisce e mi mette a disagio” – gli ha ricordato che “in politica il sessismo è sempre in agguato”. Poche parole che hanno generato una valanga di messaggi di solidarietà per Monia Monni, con l’invito da parte di tutti – come nel caso del segretario del Pd toscano Emiliano Fossi o segretario cittadino Dem Andrea Ceccarelli – a scusarsi rivolto a Matteo Renzi.



Nuovamente, il segretario di Iv avrebbe potuto fare ammenda e sotterrare l’ascia di guerra, ma in un’intervista per Repubblica ha deciso di rincarare ancora la dose spiegando che “accetto tutto ma se uno mi dice che sono sessista, io vado in Tribunale, sono un padre di una 18enne e questo non lo accetto”. La promessa di Matteo Renzi è quella di “querelare e di agire in sede civile il signor Andrea Ceccarelli, segretario del Pd fiorentino” e tutti coloro che hanno parlato di “insinuazioni e allusioni sessiste” sul caso Monia Monni con i proventi della causa che andranno “alle associazioni vittime di violenza sulle donne”.