Monica Leofreddi e la lotta contro la malattia: la scoperta del melanoma

Qualche tempo fa, Monica Leofreddi si è ritrovata a combattere per la sua vita a causa di una malattia. La celebre conduttrice televisiva ha scoperto di avere un melanoma, un tumore della pelle contro il quale ha dovuto intervenire immediatamente. Lo ha raccontato durante un’ospitata a Oggi è un altro giorno, svelando l’importante ruolo avuto da suo marito nell’intera vicenda, sorta subito dopo la nascita di suo figlio.



“Gianluca, mio marito, mi ha davvero salvato la vita. – ha esordito la giornalista in quell’occasione – Io volevo aspettare qualche mese affinché finissi di allattare, lui però volle andare subito a fare questa mappatura dei nei e menomale.” L’indagine portò infatti a galla qualcosa che la conduttrice non si aspettava affatto: “La dottoressa mi fece questo controllo e scoprì questo neo. L’istologico poi svelò che era un tumore maligno. Piansi cinque giorni, perché poi la paura non è più per te ma per i figli”.



Monica Leofreddi e il brutto incidente a Roma: “Aggredita e lasciata lì”

Dopo aver scoperto la malattia, Monica Leofreddi è stata sottoposta immediatamente a un intervento chirurgico e, proprio grazie alla velocità dell’intervento, il peggio è stato scongiurato. “Il percorso è stato molto complicato, ma sono contenta di aver detto la verità perché dietro la vita di ognuno di noi ce n’è una normale”, ha raccontato la Leofreddi qualche tempo fa.

Il melanoma non è però l’unico ostacolo che Monica Leofreddi ha dovuto affrontare per quanto riguarda la sua salute. Il 22 novembre dello scorso anno, la giornalista è stata scaraventata a terra da un van in retromarcia, nella zona della stazione Termini a Roma, poi aggredita alle spalle dall’autista, che se ne è andato senza soccorrerla. Per fortuna, le conseguenze non sono state gravi, anche se psicologicamente è stata dura, come lei stessa ha scritto poi successivamente: “Mi sono sentita fragile, sola, spaventata da tanta inciviltà. Volevo solo tornare a casa. Piangendo ho chiamato mio marito, gli ho confidato la mia frustrazione, la mia resa. lo sempre così forte, a tratti aggressiva mi ritrovavo a piangere in un taxi senza aver saputo proteggere il mio diritto di denunciare l’incidente, la mia dignità”.