Monica Marchioni è sopravvissuta al tentativo di omicidio da parte del figlio e ha deciso di raccontarsi a Porta a Porta. Nell’aprile 2021 Alessandro Leon Asoli servì e lei e al marito, Lorenzo Grimandi, una pasta al salmone avvelenata con il nitrito di sodio, provocando la morte dell’uomo. Lei si salvò, miracolosamente, perché mangiò solamente una piccola parte della pasta avvelenata.



L’incubo di Monica Marchioni, però, non finì lì, perché il figlio tentò nuovamente di avvelenarla nel corso della serata, arrivando infine ad aggredirla con dei cuscini per soffocarla. “Perché non muori, nemmeno il veleno ti ammazza“, ripeteva il 20enne, freddo, durante l’aggressione. Il tribunale, dopo la denuncia, lo condannò a 30 anni in primo grado, mentre lui continuava a sostenere che fosse stata la madre ad ammazzare il compagno e a cercare di uccidere anche lui. In appello, però, ha deciso di confessare, sperando che “mia madre possa perdonarmi e mi dia una seconda possibilità”.



Monica Marchioni, avvelenata dal figlio con le penne al salmone

Monica Marchioni ha raccontato che “da ottobre o novembre 2020 cambiò tutto. Dopo la maturità ho visto che non trovava una dimensione, non trovava serenità, non voleva lavorare o andare a scuola. Voleva avere tanti soldi in fretta e cercava il lavoro migliore per averli velocemente. Arrivammo al punto che ci informò che piuttosto che vivere quella vita così mera si sarebbe suicidato“.

“Ebbi la sensazione che poteva fare qualcosa di malevolo verso l’esterno”, racconta ancora Monica Marchioni, “ma non ho mai pensato che potesse rivolgersi contro di noi”. Ma tutto cambiò in quel maledetto aprile. “Mio figlio non cucinava abitualmente, ma era da un po’ che mi chiedeva di farci le penne. Alla fine stremata, gli ho detto di si, non mi piace neanche la panna.. Mio marito si sentì subito male, io ho mangiato delle forchettate ma era troppo salato e ho sentito un retrogusto simile all’ammoniaca. Lasciai il piatto e lui mi si mise a piangere, per finta, mi diceva ‘sono un fallito’, e mi prende la mano. Mio marito si alza e va verso il divano, si siede”, racconta Monica Marchioni, “e intanto questo figlio, ho disagio a chiamarlo così, mi fa una gran scenata, mi chiede di stargli vicino, che ha un attacco di panico”.



Monica Marchioni e la forza misteriosa nella pancia

“Mi porta in camera”, racconta Monica Marchioni, che fatica quasi a ricordare quel terribile giorno, “trascinandomi via. Andiamo sul letto, accende la musica e la alza, perché non sentissi i lamenti di mio marito, mi abbraccia. Inizio a sentirmi male, vado in bagno e lui voleva seguirmi, gli dissi di stare sulla porta. Poi lo vedo sparire, ma avevo la vista annebbiata in un modo stranissimo, e lui arriva con questo bicchiere e mi dice, freddo con occhi diabolici, ‘mamma, bevi'”.

Monica Marchioni fortunatamente rifiutò il bicchiere, divincolandosi e andando verso la cucina, “a quel punto ho visto che mio marito era sdraiato sul divano, con una cosa orrenda bianca sulla faccia che gliela copriva. Faccio per prendere il telefono, ma era sparito. A quel punto ho capito, mi sono buttata contro la porta e ho sentito il rumore di qualcuno che si metteva dei guanti. Avevo lui addosso da dietro che mi copriva bocca e naso. Mi sono liberata e ho cercato di chiedere aiuto, gridando che qualcuno chiamasse i carabinieri. Lui mi ha ripreso, mi ha dato dei pugni e mi ha trascinato in camera. Mi ha buttato sul letto coprendomi con dei cuscini”, ricorda Monica Marchioni, “ha continuato finché non siamo caduti per terra. Ad un certo punto, non so, io non sono credente ma lo sono diventata perché una donna della mia età, con il veleno in corpo, e un figlio di 20 anni sulla schiena, non si riesce a liberare, ma io ho sentito una forza sotto la pancia che non so cosa me l’ha data. L’ho disarcionato e sono andata verso la porta”. Poi, l’intervento dei vicini di casa, che l’hanno salvata, chiamando i soccorsi.