A otto anni dall’ultimo programma a Rai 2, Monica Setta rientra dalla porta principale a viale Mazzini e dal 14 settembre diventerà la padrona di casa insieme a Tiberio Timperi del programma Uno Mattina in famiglia di Guardì. «Ma sa quante leggende hanno fatto grandi cartiere in Rai? Quell’azienda è una macchina perfetta dai meccanismi imprevedibili. Certo la politica conta, ma non è tutto. Ci sono personaggi che escono di scena senza motivo apparente e altri che entrano pur senza averne, almeno sulla carta, i benché minimi titoli…». Monica Setta è un fiume in piena quando parla del suo argomento più caro: la televisione. E del suo rientro in grande stile. Non a caso di tv, oltre a esserne protagonista, ha anche scritto molto sui vari giornali a cui ha collaborato. E allora iniziamo da qui. Lei faceva un programma di successo, Il fatto del giorno, politica e costume su Rai 2 alle 14:00. Successo clamoroso. Chiuse l’anno con una media di quasi 2 milioni di teste al giorno per un costo misero di 7.000 euro a puntata. Come mai quel programma fu chiuso dall’allora dg Mauro Masi? Se ne sono dette tante. Che era arrivato un diktat dall’alto. A volte dicevano che era un ordine partito da destra altre che invece arrivava da sinistra. Arrivarono perfino a scomodare Sarkozy perché in una puntata aveva parlato di Carla Bruni e dei suoi amori… Poi si disse che un day time così forte a Rai 2 dava fastidio sia a Rai 1 che a Canale 5. Fantasie. Tutte. La verità è che quel programma era troppo in anticipo sui tempi della deregulation televisiva. Era un programma che aveva fatto indossare alla Rai una striminzita minigonna quando – si sa – in viale Mazzini funzionano caftani o gonne sotto il ginocchio.
Lei vestiva in modo appariscente, senza dubbio. Ma col senno di poi, si sente di aver peccato di volgarità? Per esempio, scollature ok ma topless?
Mai. Non esiste una sola mia foto in bikini senza il reggiseno. Nella vita di tutti i giorni io sono una bacchettona che si chiude la camicetta e gira in ballerine rasoterra. Anche in quel caso il “percepito” era totalmente diverso dalla realtà. Avevo costruito in anticipo sulle Ilaria D’Amico, Diletta Leotta o le stesse Annalisa Chirico e Francesca Barra un modello di giornalista “seria” che può anche coltivare un proprio lato sexy senza scalfire la professionalità. Ma 10 anni fa era troppo presto. Pensi che una volta feci alcune foto con Marco Rossi, un raffinato fotografo di moda, per l’inserto tv del Corriere della sera. Apparivo distesa sul sofà con una pelliccia bianca di marabú che mi lasciava scoperta solo la parte di sopra del décolleté. Foto intrigante ma affatto sexy. Eppure l’ordine dei giornalisti aprì un procedimento disciplinare su di me perché avevo creato disdoro nella categoria. Poi di recente ho letto un’intervista di Annalisa Chirico che rivendicava il diritto di usare il proprio bel corpo anche per ottenere uno scoop. Forse era una provocazione intellettuale, ma nessuno è insorto, segno che i tempi sono davvero cambiati.
Mica tanto. So che le è capitata una disavventura mediatica legata a una presunta vacanza con un trans…
Vero. Il 19 luglio scorso sono stata ospite di un party in barca della mia amica Ilaria al Barion di Bari. Con noi c’era anche Manila Gorio, la trans che sposerà l’ex fidanzato di Grecia Colmenares che stava facendo alcune foto di scena con Enzo Angelini. Eravamo una decina di persone, abbiamo pranzato e poi preso il sole. Io, Ilaria e Manila ci siamo fatte una foto che io ho postato innocentemente su Instagram. Finito il party ci siamo salutati e io non ho neanche preso il numero della Gorio. Poi mi trovo sbattuta nella rubrica di Dandolo sul settimanale Oggi con il titolo “Monica Setta prepara un programma per famiglie e va in vacanza con i trans”. A parte la scarsa delicatezza della titolazione, la notizia diceva anche che io e la Gorio avevamo in programma progetti nel sociale. Mi ha chiamato mezza Rai per chiedermi se fosse vero. Era falso, ma avrei lasciato correre se non ci fossero state tante pressioni. Ho dovuto dunque rettificare attraverso il mio legale, l’avvocato Michele Conte, e chiedere attraverso una sorta di diffida preventiva di verificare alla fonte in futuro le notizie che mi riguardano.
Ma il problema qual è, secondo lei? Che il mondo è più conservatore di quanto appare?
No, penso piuttosto che tutte queste cose iperboliche appartengono al degrado della nostra professione di giornalisti. Si va nei profili, si rubano foto, si costruiscono gossip pseudo-reali e il gioco è fatto. Poi, certo, ci sono anche i giovani bravi come Giuseppe Candela del Fatto Quotidiano che io paragono addirittura ad Aldo Grasso. Quando lui scrive di tv, la tv trema, perché è lucido rigoroso e informato.
Come torna a Uno Mattina in famiglia, con quale spirito?
Rientro da privatista, come se dovessi ricominciare tutto e prepararmi agli esami facendo 2 anni in 1. Passione e umiltà. Ma anche molta gioia, perché questo programma che ha 30 anni è uno dei miei preferiti da sempre, dunque arrivarci è un sogno che si avvera.
A chi deve dire grazie? Molti dicono che lei sia stata beneficiata perché sovranista…
Devo dire grazie innanzitutto a Teresa de Santis, la direttrice di Rai 1, che mi ha voluto fortemente e poi ovviamente a Michele Guardí, l’uomo più colto e potente della tv. Sono passata per sovranista perché sono stata e sono grande amica di Elisa Isoardi, ex di Matteo Salvini. Anche qui deduzioni affrettate. L’ho visto tre volte e due erano pranzi e cene. Al suo compleanno a Milano il 9 marzo e l’8 agosto a Bari, a una cena dopo un comizio. Pensi che a fare il famoso selfie con lui non sono stata nemmeno io, ma mia madre che è una sua fan. Ebbene i siti hanno avuto il coraggio di scrivere che invece di pensare alla crisi Salvini se la spassava con me e mia madre. Mamma ha letto Dagospia a firma del solito Dandolo e ci è rimasta molto male. Ha 86 anni, è da poco vedova e nella vita non si è mai voluta mostrare… Vedersi sbattuta in Rete in modo così falso e brutale le ha fatto molto male. È stata una violenza psicologica per lei.