“Vitti d’arte, Vitti d’amore” è il film documentario andato in onda su Rai 3 per celebrare i 90 anni compiuti da Monica Vitti il 3 novembre. Il docufilm si pone da subito come un viaggio lungo la vita della Vitti donna e artista, diretto con maestria da Fabrizio Corallo che ben amalgama stralci di interviste e scene cinematografiche d’epoca con le voci di chi Monica l’ha conosciuta e amata. È un racconto che scorre in maniera piacevole. VOTO 8.



Tante le voci che vogliono omaggiare Monica Vitti attraverso il loro ricordo condividendo aneddoti legati alla sua carriera, ma anche momenti più intimi. Sono ricordati gli esordi e l’incontro con Antonioni che rappresenta una svolta nella carriera di Monica, poiché depotenzia in parte la sua carica di simpatia per renderla un’icona di un malizioso candore in un’epoca in cui la figura della donna era legata strettamente all’ideale di moglie e madre devota. A tal proposito Pilar Fogliati fa notare con delicatezza quanto i personaggi interpretati dalla Vitti potessero essere in qualche modo considerati legati agli stereotipi del suo tempo, ma invece rappresentavano nella realtà dei baluardi di indipendenza femminile impensabili per gli anni in questione. VOTO 7,5.



Carlo Verdone: “Con Monica Vitti ha inizio un femminismo nel cinema”

La posizione femminista della Vitti è ripresa da Carlo Verdone, per il quale: “Con Monica Vitti ha inizio un femminismo nel cinema. Però non un femminismo battagliero, un femminismo gentile che però si imponeva attraverso il talento”. È proprio Verdone a descrivere Monica come una donna molto amata. “È nel cuore di tutti, è nel cuore di tutti”, dice quasi all’inizio. Ma si sofferma in seguito a parlare del suo bisogno di stimoli e protezione. “Credo che volesse vivere la sua vita con qualcuno del suo ambiente. E questa è una forma di scontro ma anche di protezione”, aggiunge poi in maniera molto empatica. VOTO 7,5. Il racconto si sposta sull’amore che Monica troverà nell’incontro con Roberto Russo, con cui ha una relazione che dura da 47 anni. Roberto è il cooprotagonista assente, eppure presente in ogni racconto degli ultimi anni della Vitti attrice e autrice, ma anche nelle gioie e nelle difficoltà della vita condivisa. VOTO 9. Tante voci si sono susseguite ma la protagonista è solo lei: Monica Vitti, icona senza tempo, bellezza maliziosa e candida, attrice e donna. Monica è il centro di tutto, presente non solo nelle parole altrui, ma anche nei molti riferimenti d’epoca inseriti con un accuratezza tale che a volte sembra che interagisca con i presenti, creando un clima magico. Per lei ovviamente VOTO 10.

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