MONITORAGGIO ISS 13 NOVEMBRE “TERAPIE INTENSIVE OLTRE QUOTA 3000″

La discesa dell’indice di contagio Rt a livello nazionale è comunque un segnale che non può essere considerato da solo, visto che dalla cabina di regia dell’Istituto Superiore di Sanità arrivano indicatori contrastanti e sostanzialmente negativi. E’ stato sfondato il muro dei 3000 ricoveri in terapia intensiva, che nel precedente report erano invece sotto quota 2000. Complessivamente, il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è salito dalle 1.939 dello scorso primo novembre alle 3.081 attuali, mentre il numero di persone ricoverate in ospedale per Covid-19 è passato da 18.902 (01/11) a 29.444 (11/11). Il numero di casi è arrivato a 648,33 ogni 100,000 abitanti nel periodo 26/10/2020 – 08/11/2020 e nel report viene sottolineato come l’aumento dei casi sia diffuso “in tutto il Paese”. (agg. di Fabio Belli)

MONITORAGGIO ISS 13 NOVEMBRE “CALO RT PRIMO SEGNALE”

L’indice di contagio Rt a livello nazionale è sceso a 1,43 contro 1,72 della scorsa settimana. È quanto emerso dalla bozza del report dell’Istituto superiore di sanità (Iss) con il monitoraggio della Cabina di Regia sull’epidemia Covid in Italia. «Il numero di casi di Covid-19 nel nostro Paese è salito a 650 per 100mila abitanti, anche se questa settimana l’Rt sembra essere leggermente diminuito da 1,7 a 1,4», ha dichiarato il professor Gianni Rezza, direttore del dipartimento Prevenzione del ministero della Salute. Quindi, c’è un primo segnale di un calo della trasmissione che potrebbe essere attribuito alle restrizioni introdotte. «Purtroppo però il virus circola in tutto il paese». Rezza ha poi sottolineato che c’è «un preoccupante aumento sia dei ricoveri ospedalieri sia dei ricoveri in terapia intensiva», che giustifica le ulteriori misure da prendere nelle Regioni a rischio più elevato. «E naturalmente induce la popolazione a comportamenti prudenti», ha concluso Rezza nel videomessaggio diffuso. (agg. di Silvana Palazzo)

MONITORAGGIO ISS 13 NOVEMBRE “INDICE RT ITALIA A 1.43”

Scende ulteriormente l’indice di contagio Rt a livello nazionale. Come fatto sapere dall’Iss, l’Istituto superiore di sanità, nel report relativo alla settimana 2-8 novembre, aggiornato all’11, l’indice Rt «è pari a 1.43», in calo di quasi 0.3 punti tenendo conto che la scorsa settimana era a 1.72. «L’Rt puntuale stimato al 28 ottobre è pari a 1.37 – prosegue il report redatto dall’Iss e dal ministero della salute, pubblicato da Il Messaggero – Si riscontrano valori medi di Rt superiori a 1.25 nella maggior parte delle Regioni e superiori a uno in tutte Regioni e province autonome». L’epidemia sembra quindi leggermente rallentare: «seppur intensificandosi per gravità – si legge ancora sulla bozza – a causa di un aumentato impatto sui servizi assistenziali, mostra una lieve riduzione nella trasmissibilità rispetto alla settimana precedente che, sebbene ancora molto elevata, potrebbe costituire un segnale precoce di impatto delle misure di mitigazione introdotte a livello nazionale e regionale dal 25 ottobre 2020». La situazione, seppur in via di miglioramento, resta comunque grave: «Nella maggior parte del territorio – conclude il report – la trasmissibilità è compatibile con uno scenario di tipo 3. Si conferma pertanto una situazione complessivamente e diffusamente molto grave sul territorio nazionale con criticità in tutte le Regioni e province autonome». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

MONITORAGGIO ISS 13 NOVEMBRE “CURVA CONTAGIO IN CALO”

Sono due le luci che appaiono in fondo al (lungo) tunnel dell’emergenza Covid-19: in primis, tre giorni fa, con l’annuncio del vaccino Pfizer (ieri il commissario Arcuri ha spiegato che le prime 1,7 milioni di dosi saranno iniettate entro fine gennaio); la seconda ‘luce’ riguarda invece il monitoraggio Iss che arriverà oggi pomeriggio per illustrare l’andamento epidemiologico nella settimana 2-9 novembre 2020. Dopo i ritardi della scorsa settimana nella presentazione dei dati aggiornati – per la messa a regime dell’algoritmo da 21 parametri che assegna una fascia di rischio alle Regioni a seconda del loro andamento epidemiologico – oggi l’Istituto Superiore di Sanità dovrebbe rispettare la tabella di marcia e presentare il monitoraggio per la prima volta “positivo” dall’inizio della seconda ondata. Come già avevano anticipato Brusaferro (Presidente dell’Iss) e il commissario Arcuri ieri, la curva del contagio è in calo seppure sempre in crescita: l’Rt Italia questa settimana infatti dovrebbe situarsi a ridosso di quota 1.5, decisamente più basso di quanto solo qualche giorno fa rappresentava una seria minaccia per la tenuta sanitaria del Paese. L’Rt nazionale del precedente monitoraggio era fissato a 1.7, con punte in alcune Regioni addirittura sopra il 2 (Lombardia su tutte): i nuovi dati monitorati da Cts, Iss e Ministero della Salute – in attesa della piena conferma – mostrerebbero, secondo le anticipazioni di Repubblica, una discreta discesa della curva di contagio a seguito dei divieti e delle zone rosse imposte dall’ultimo Dpcm.

INDICE RT DIMEZZATO A MILANO

«La situazione è differenziata sul nostro territorio e servono misure non uniformi, alcune Regioni hanno già i primi raffreddamenti dell’epidemia, altre dove invece la situazione resta critica e bisogna intervenire ancora per continuare a raffreddare la crescita dei focolai», spiegava ieri in conferenza stampa Domenico Arcuri, con la concreta possibilità oggi lo stesso Istituto Superiore di Sanità confermi il tutto nel monitoraggio scientifico settimanale. L’emergenza non è finita e nemmeno siamo vicini alla sua conclusione, ma vi è finalmente un raffreddamento della “curva” che potrebbe permettere a Governo e territori di non perseguire lo “spauracchio” del lockdown totale in stile primavera: oggi nella cabina di regia anti-Covid convocata per le ore 15, i Ministri e i rappresentanti delle Regioni valuteranno il possibile ingresso di “zone gialle” in nuove “zone arancioni”, con la Campania che rischia invece di avere alcune zone “rosse” all’interno delle proprie province. Questo però confermerebbe la linea del “lockdown leggero” voluto dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ovvero chiusure e restrizioni territoriali laddove gli indici Rt e gli altri 20 parametri sono più a rischio ma senza il blocco totale del Paese. Una ulteriore buona indicazione sui dati dell’ultimo periodo è arrivata ieri da Milano, la provincia tra le più colpite della seconda ondata: «L’Rt di Milano oggi era attorno a 1,25, con il lockdown si sta riducendo di giorno in giorno e si è quasi dimezzato rispetto al momento di picco», ha spiegato ieri a Sky Tg24 il direttore generale di Ats Milano, Walter Bergamaschi.