Sollecitato sul caso Sicilia, che mostra una crescita di casi, Silvio Brusaferro nella conferenza stampa di analisi del monitoraggio e dell’indice Rt ha preferito non rispondere e dribblare la domanda: “Ci sono contesti locali che andrebbero conosciuti e che è difficile leggere a livello nazionale”. Sulla variante brasiliana in Umbria, è stato chiesto conto del ritardo dei risultati del sequenziamento: “Dal 21 dicembre è stato chiesto a tutte le regioni di mandare un certo numeri di campioni per studio e monitoraggio, quindi a fini di ricerca. Dalla Regione Umbria sono stati inviati 10 campioni insieme ad altri e sono stati processati dall’Iss. Quando aumentano i casi bisogna adottare subito le restrizioni, a prescindere dalle varianti”.



Invece sulle riaperture, gli è stato chiesto come mai siano state decise non tenendo conto del fatto che il numero dei contagi sia ancora alto così come sia alta la pressione ospedaliera: “Non c’è una contrapposizione tra chi decide e la figura tecnica che deve dare delle indicazioni. Ognuno ha il suo ruolo”. Inoltre, ha annunciato una revisione degli indicatori: “Ci sono, si tratta di capire come li farli evolvere. È stato avviato un tavolo tecnico con le Regioni per un’attualizzazione”.



Ma Silvio Brusaferro ha confermato che “c’è una preoccupazione” in merito alle riaperture, ma c’è l’auspicio che la curva non si rialzi. Nel merito si è espresso anche Gianni Rezza: “Non sono mai decisioni facili. Credo che sia più che legittimo che la politica decida mediando tra le esigenze della sanità e quelle economico-sociali. Il nostro compito è quello di sorvegliare con attenzione la situazione. Siamo al di sopra della soglia critica negli ospedali, quindi bisogna essere cauti”. Infine, non è escluso un aggiornamento nel calcolo dell’indice Rt.

Sul parere fornito dal Cts alle riaperture invece Brusaferro non si è sbilanciato: “Parliamo di progressività nelle riaperture, inoltre la situazione è diversa perché c’è una campagna vaccinale. Nessuna apertura è a zero rischio, bisogna bilanciarlo, rendendolo compatibile. Il governo sta prendendo delle decisioni e il Comitato tecnico scientifico fornisce dati che vengono trasmessi al governo affinché li valuti e decida. Abbiamo espresso una nostra opinione e lo faremo man mano”. (agg. di Silvana Palazzo)



INDICE RT E MONITORAGGIO ISS: “CURVA IN DECRESCITA”

La curva è in decrescita, quasi tutte le Regioni hanno un calo di casi e incidenza, mentre alcune hanno valori in crescita”, spiega Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), nella conferenza stampa di oggi. L’età media dei casi (45 anni) e dei ricoveri (67 anni) sta scendendo. A proposito dei dati sulla mortalità, chiarisce che decrescono lentamente anche perché cala con lentezza anche l’incidenza. “C’è stato un accumulo di contagi, che ha dei riflessi sulla pressione sugli ospedali”, ha spiegato Gianni Rezza, direttore Prevenzione del ministero della Salute.

A proposito delle riaperture, entrambi auspicano massima attenzione nelle misure di prevenzione oltre che un’accelerazione nella campagna di vaccinazione. “È una grande scommessa”, il commento di Brusaferro. (agg. di Silvana Palazzo)

INDICE RT E MONITORAGGIO ISS: PRESSIONE SU OSPEDALI

Sono cinque le regioni, stando alla bozza del documento relativo al monitoraggio settimanale Iss-Ministero della Salute, che registrano un indice Rt maggiore di uno, precisamente Basilicata, Sardegna, Sicilia, Toscana e Valle d’Aosta. Fra queste, preoccupa in particolare la Sardegna, che ha una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo tre, mentre Sicilia e Valle d’Aosta rientrano nelle scenario di tipo 2.

Per quanto riguarda la pressione sugli ospedali, stando alla bozza del monitoraggio settimanale la soglia critica nazionale (30%) continua ad essere ampiamente scavalcata, essendo al momento pari al 39%; va meglio in area medica, dove il tasso attuale è del 41%, un solo punto percentuale superiore alla soglia critica.

Vi sono comunque segnali di lieve miglioramento, tenendo conto che negli ultimi dieci giorni i posti letto in terapia intensiva sono sempre diminuiti giornalmente, salve un paio di occasioni. Nel dettaglio il 6 aprile scorso i ricoverati gravi erano 3.743, mentre il 13 aprile erano 3.526, quindi più di duecento pazienti in meno. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

INDICE RT 0.85, MONITORAGGIO ISS 16 APRILE

Si conferma in calo l’indice Rt in Italia anche per questa settimana: da 0.92 passa a 0.85, secondo la bozza del monitoraggio Iss presentato dal Ministero della Salute alla cabina di regia anti-Covid. Continua a calare anche l’incidenza, che si attesta a 182 nuovi casi ogni 100mila abitanti rispetto ai 185 della settimana precedente: sulle terapie intensive invece la bozza Iss vede la soglia ancora superata ma con i «primi confortanti segni di lieve calo». La parola ora passa al Governo che non solo dovrà stabilire le nuove ordinanze da lunedì (qui tutte le novità, ndr) ma anche lanciare la road map delle riaperture, con ogni probabilità da inserire nel Decreto Covid 1-31 maggio. «La data delle riaperture non siamo noi a stabilirla. Abbiamo fatto una proposta ed io personalmente ho invitato il governo a dare un ‘segnale’, con una fase che ho definito non a caso di ‘sperimentazione’ – e quindi anche prima della scadenza del decreto in vigore – per i ristoranti all’aperto e il ritorno in palestra per lezioni individuali», ha spiegato il Presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga nell’intervista al Sole 24ore.

ATTESA PER I NUOVI DATI ISS

È atteso in mattinata il nuovo monitoraggio dell’Istituto Superiore di Sanità che fornirà gli ultimi dati epidemiologici utili poi alla cabina di regia anti-Covid per formulare la “base” alle ordinanze del Ministro della Salute da firmare entro questa sera: come ha spiegato lo stesso Speranza ieri alla Camera nell’informativa urgente sui vaccini, la situazione attuale del Paese vede un’ulteriore calo di ricoveri e dell’Rt nazionale, dunque si attende che quel 0,92 registrato solo 7 giorni fa possa essere ulteriormente abbassato nel monitoraggio Iss di questo 16 aprile.

«L’ultimo monitoraggio dopo 4 settimane di misure severe, segnala che le terapie intensive sono ancora al 41% di occupazione: è un dato che dovrebbe far riflettere chi dice che abbiamo adottato misure troppo severe. Dobbiamo ascoltare il grido d’allarme dei medici che non possono essere lasciati solo in trincea. Dobbiamo essere tempestivi nelle chiusure quando serve e abbiamo il dovere di costruire una road map per l’allentamento delle misure sempre approvate all’unanimità dal Cdm», ha spiegato il Ministro della Sanità intervenendo a Montecitorio.

MONITORAGGIO ISS, QUALI REGIONI CAMBIANO COLORE DA LUNEDÌ

La fotografia del Paese a livello epidemiologico fornita dall’Iss come sempre sarà utile per condurre la cabina di regia alle nuove ordinanze sul “cambi colore” delle Regioni in vigore dal lunedì prossimo: l’iter si svolge in contemporanea alla cabina di regia tra il Premier Draghi e le Regioni stesse per capire da che giorno e con quale iter far scattare le riaperture in Italia. Ciò significa, al di là della prudenza sempre predicata da Cts e Ministro Speranza, che la situazione rispetto anche solo a qualche settimana fa è decisamente migliorata: sarà un’Italia sempre più arancione quella che si pre-annuncia nella prossima settimana, con Campania e Puglia che “sperano” in un ritorno in arancione dopo gli ultimi 14 giorni in “rossa”. Dovrebbero rimanere invece in lockdown per il momento Sardegna e Valle d’Aosta, mentre il percorso inverso – da arancione a rosso – potrebbe essere “rischiato” da Basilicata e Piemonte. Non ci saranno ancora le zone gialle, salvo che nella cabina di regia odierna si decida per la completa linea adottata ieri dalle Regioni nella bozza delle linee guida sulle riaperture: si lavora per una ripresa delle 4 zone di colore nel Decreto maggio in “rampa di lancio” dopo la scadenza dell’attuale Decreto Covid.