Presente in conferenza stampa al fianco di Gianni Rezza, Franco Locatelli ha elogiato l’efficacia delle restrizioni messe in atto a Natale: «Fortunatamente, grazie alle misure di mitigazione adottate in occasione delle festività natalizie, il Paese è in una posizione significativamente migliore rispetto ad altre realtà europee». Una battuta in vista del 29 gennaio, quando l’Ema si pronuncerà sul terzo vaccino anti-Covid, quello di Astrazeneca: «E’ stata comunicata una riduzione che richiederà una riflessione in termini di rimodulazione di quella che è la campagna vaccinale inizialmente prevista».

«L’Italia ha avuto una nota di riconoscimento nella strategia dell’identificazione della popolazione prioritariamente da immunizzare. Il ministero della Salute tedesco ha detto che la scelta di dare priorità al personale sanitario era la più appropriata», ha rimarcato il Presidente del Consiglio Superiore di Sanità, che è tornato sul caso Pfizer: «L’Italia non è l’unico Paese penalizzato dalla riduzione dalle dosi concertate con Pfizer. Abbiamo evidenze che anche altri Paesi hanno ricevuto restrizioni, alcuni anche maggiori». (Aggiornamento di MB)

INDICE RT, REZZA: “EPIDEMIA NON E’ SOTTO CONTROLLO”

Nel corso della conferenza stampa odierna, dopo aver fatto il punto sull’indice Rt, Gianni Rezza ha tenuto a precisare: «La cabina di regia non dà i colori, ma valuta il rischio delle diverse Regioni e sulla base di questo si va a costruire l’algoritmo che ci dice un po’ come la Regione sta messa». C’è sì una «lieve diminuzione dell’incidenza» ma non siamo ancora in grado di tracciare i casi a livello delle diverse regioni.

Per questo motivo, ha aggiunto Rezza, «l’epidemia non è sotto controllo perché non si riesce a fare tracciare e se non si riesce a tracciare si fa fatica a contenere». E ancora: «L’epidemia resta in fase delicata, non può essere escluso un rapido aumento dei casi, per questo bisogna mantenere dei comportamenti prudenti. Quando tendiamo a rallentare le misure restrittive il virus ricomincia a correre». (Aggiornamento di MB)

REZZA: “ITALIA COME GERMANIA E FRANCIA”

«Tutti i Paesi europei sono colpiti in maniera piuttosto rilevante. L’Italia si trova nella situazione di Paesi vicini come la Francia e la Germania. C’è stata un’impennata di casi positivi nel Regno Unito, dove c’è la variante inglese che ha inciso molto»

: così il Direttore Generale della Prevenzione del Ministero della Salute, Gianni Rezza, nella conferenza stampa del 23 gennaio sull’analisi dei dati del Monitoraggio Regionale Covid 19​ della Cabina di Regia. L’esperto ha sottolineato: «La seconda fase sembra essere stata meno drammatica perché è stata più diffusa l’infezione rispetto alla prima ondata. In alcune zone del Paese, ad esempio Basilicata e Calabria, l’incidenza sembra essere più vasta, mentre nel Nord-Est e nelle aree metropolitane i casi sembrano essere di più».

«Nella prima fase erano colpiti soprattutto gli anziani, ma perché si facevano pochi test. L’età si è sempre più abbassata con il trascorrere del tempo, stabilizzandosi attorno ai 40 anni», ha proseguito Rezza: «La percentuale di asintomatici sul totale dei casi è andata aumentando con l’aumentare dei test: è un incremento normale, poi abbiamo assistito a una stabilizzazione con qualche oscillazione». Poi sulla situazione dei ricoverati: «Per quanto riguarda l’occupazione dei posti letto, le cose stanno andando un po’ meglio, ma abbiamo poche riserve». (Aggiornamento di MB)

INDICE RT E MONITORAGGIO ISS: INVERSIONE DI TENDENZA

È stata rinviata a domani la conferenza stampa in programma oggi al Ministero della Salute per l’analisi del monitoraggio dell’Istituto superiore di sanità (Iss), secondo quanto riportato da Sky Tg24. I dati anticipati oggi segnano una inversione di tendenza per l’indice Rt, che come noto indica a quante persone in media un infetto può trasmettere il coronavirus. Dallo scenario emerso il ministero della Salute potrebbe firmare nelle prossime ore un’ordinanza per ridefinire i colori delle singole regioni. Al momento l’unica zona che ha visto peggiorare la sua situazione è la Sardegna, che potrebbe passare in zona arancione. La valutazione del rischio però non viene fatta solo sulla base dell’indice Rt, che è uno dei 21 indicatori complessivi. È uno dei più determinanti, ma non l’unico. Peraltro, Regioni in zona rossa o arancione che questa settimana hanno una situazione da giallo restano dove sono perché bisogna stare per due settimane con i dati migliori prima di spostarsi in una zona con meno limitazioni. La Lombardia però è un caso a parte, perché c’è una interlocuzione in corso, anche piuttosto accesa. (agg. di Silvana Palazzo)

MONITORAGGIO ISS 22 GENNAIO: 4 REGIONI A RISCHIO ALTO

Il monitoraggio dell’Iss relativo al 30 dicembre 2020-12 gennaio 2020 registra un indice Rt pari a 0,97 (range 0,85– 1,11). L’incidenza a livello nazionale negli ultimi 14 giorni è in calo, ma d’altra parte il dato non è «pienamente confrontabile con la settimana scorsa» a causa dell’introduzione dei test antigenici rapidi nel bollettino. In ogni caso, «il fatto che sia in diminuzione anche tenendo conto dei casi diagnosticati anche con test rapido antigenico è un segno di miglioramento epidemiologico», recita il report. C’è un valore elevato di incidenza nella Provincia autonoma di Bolzano (309,54 per 100.000), mentre a livello generale «è ancora lontana da livelli che permetterebbero il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti». Infatti, anche se si registra un miglioramento del livello generale di rischio, ci sono ancora nove Regioni a rischio alto di un’epidemia non controllata e non gestibile o ad alto rischio di progressione a rischio alto nelle prossime settimane. Quindi, sono 4 le Regioni con una classificazione di rischio alto, 11 con rischio moderato – di cui 5 ad alto rischio di progressione a rischio alto nelle prossime settimane – e 6 con rischio basso. Due Regioni (Sicilia e Puglia) hanno un Rt puntuale maggiore di 1 anche nel limite inferiore, compatibile quindi con uno scenario di tipo 2. Le altre hanno Rt puntuale compatibili con uno scenario tipo 1.

Per quanto riguarda il tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche, sono sopra la soglia critica 12 Regioni. A livello nazionale comunque è sceso sotto la soglia critica del 30%. Complessivamente, il numero di persone ricoverate in terapia intensiva e in aree mediche è in diminuzione. Inoltre, cala il numero di casi non riconducibili a catene di trasmissione note, mentre resta stabile la percentuale dei casi rilevati tramite attività di tracciamento dei contatti. Pertanto, gli esperti dell’Iss ritengono che l’epidemia Covid è ancora «in una fase delicata ed un nuovo rapido aumento nel numero di casi nelle prossime settimane è possibile, qualora non venissero mantenute rigorosamente misure di mitigazione sia a livello nazionale che regionale». Si segnalano due casi particolari: la Lombardia nel monitoraggio odierno ha dati compatibili con l’area gialla, mentre il Molise ha Rt in consistente rialzo ma è classificabile in area gialla grazie ad un intervallo di confidenza Rt molto ampio: 1.38 (CI: 0.97- 1.87). (agg. di Silvana Palazzo)

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MONITORAGGIO ISS 22 GENNAIO: INDICE RT A 0,97

Dopo cinque settimane di aumento, finalmente si registra un calo dell’indice Rt. Lo evidenzia l’ultimo monitoraggio settimanale, secondo cui ora l’Rt medio italiano è sotto l’1. Venerdì scorso era arrivato a 1,09, ora invece l’indice di contagio scende di valore e si attesta poco sopra lo 0,9 (è 0,97), quindi è al di sotto della soglia che viene considerata a rischio. Probabilmente ciò per effetto della riduzione dei contagi per le chiusure del periodo natalizio, quando l’Italia è stata posta in zona rossa, con alcuni giorni in arancione. Per quanto riguarda invece l’andamento regionale dell’epidemia, in base al nuovo monitoraggio emergono delle conferme. Ciò vale per la Toscana e la Provincia autonoma di Trento, in zona gialla. Invece Lombardia, Sicilia e Provincia di Bolzano devono attendere: essendo passate in zona rossa la scorsa settimana, verrà confermato loro questo colore per la seconda settimana consecutiva. Nove le regioni a rischio alto epidemia non controllata. Queste le prime indiscrezioni in attesa dei dati completi. (agg. di Silvana Palazzo)

NUOVO MONITORAGGIO ISS 22 GENNAIO

È atteso in giornata, come ogni venerdì, il monitoraggio dell’Istituto Superiore di Sanità che aggiorna la situazione epidemiologica settimanale (12-19 gennaio) fornendo i dati necessari alla cabina di regia anti-Covid (Cts-Ministero Salute-Regioni) per valutare le eventuali nuove classificazioni delle Regioni. Ad una settimana dall’entrata in vigore del nuovo Dpcm e Decreto Covid – con valore esteso fino al 5 marzo – la situazione a livello nazionale sembra essersi stabilizzata con la diminuzione di ricoveri e terapie intensive ma con numeri ancora molto altri per vittime e contagi. «Si confermano i primi effetti delle chiusure di Natale», ha spiegato ieri il commissario all’emergenza Domenico Arcuri anticipando alcuni dei contenuti della bozza Iss in arrivo sul tavolo della cabina di regia. Va ricordato che con il nuovo Decreto sono stati modificati i criteri e parametri per l’attribuzione delle 4 fasce di rischio (bianca, gialla, arancione, rossa) con foto irrigidimento delle valutazioni per l’indice Rt e gli altri elementi che concorrono a “definire” il sistema cromatico delle Regioni.

OGGI NUOVI COLORI: CHI RISCHIA

Nell’ultima cabina di regia della scorsa settimana, il Governo ha stabilito questa differenziazioni delle Regioni confermate dal monitoraggio Iss con nuovo Indice Rt nazionale (7 giorni fa fermo a 1.09 con “rischio epidemia incontrollata”): 3 in zona rossa (Lombardia, Alto Adige, Sicilia), 6 in zona gialla (Basilicata, Campania, Molise, Provincia autonoma di Trento, Sardegna, Toscana); il resto d’Italia in zona arancione. Oggi però, in vista del nuovo monitoraggio in arrivo dall’Istituto, a rischiare un peggioramento di “fascia” sono altre Regioni (per migliorare invece occorrono almeno 2 settimane con indice Rt stabile e abbassato) a cominciare da Lazio e Veneto: il Governatore Zaia porta avanti la battaglia per entrare in fascia gialla dopo aver avuto dati che l’avrebbero confermata anche 7 giorni fa, ma venne deciso prudenzialmente l’inserimento in zona arancione per bloccare sul nascere le eventuali recrudescenze del Covid.

«Il nostro Rt è adesso a 0,82 […] ci sara’ una nuova classificazione, non so quale sarà, noi i dati ce li abbiamo buoni… Vedremo se avremo zona arancione ancora o zona gialla, di certo non zona rossa», ha spiegato il Governatore veneto. Va ricordato che con Rt sotto 1 si entra in giallo, tra 1 e 1.25 in arancione e superiore a 1.25 torna il lockdown “rosso”. Non teme la Toscana e neanche l’Emilia Romagna che dovrebbero rimanere rispettivamente “gialla” e “arancione” mentre sul Lazio dovrebbe permanere la fascia arancione con le rispettive chiusure e regole. Situazione particolare per la Lombardia che in attesa del ricorso al Tar (lunedì prossimo, ndr) attende una valutazione nuova per corroborare la propria tesi sull’errore di inserirla in lockdown già 7 giorni fa: in ogni caso, oggi non dovrebbe modificare il proprio colore come spiegato dal coordinatore Cts Agostino Miozzo «Il ricorso al Tar della Lombardia? Ripeto, il Cts non ha potere di decidere o di sospendere l’ordinanza. Vedremo il Tar».