«Bisogna fare uno sforzo grande per contenere i focolai», questo l’appello lanciato da Gianni Rezza, direttore della Prevenzione del Ministero della Salute nella conferenza stampa sul monitoraggio e indice Rt. A proposito di focolai osserva: «Il tasso incidenza è in crescita tra i bambini, ci sono primi focolai nelle scuole e bisogna tenerne conto, chiudere le scuole è doloroso, ma necessario dove ci sono focolai varianti». Anche per questo sta diminuendo l’età media, oltre che per il fatto che pian piano si stanno proteggendo gli anziani. Ma si sta procedendo appunto lentamente, quindi l’età mediana tra i deceduti cala lievemente. Riguardo l’incidenza Rezza aggiunge: «Provincia di Bolzano ha un’incidenza altissima, è elevata in Trentino, Abruzzo, Umbria e Molise, lì dove è molto presente la variante inglese». Misure di contenimento e campagna vaccinale sono gli unici strumenti che ora abbiamo per limitare la diffusione delle varianti e quindi dell’epidemia.



In merito alla richiesta di zona rossa da parte del Molise, Rezza conferma: «C’è stato un contatto almeno un paio di settimane fa per chiarimenti e una valutazione approfondita della situazione, perché l’incidenza sembrava molto elevata sulla costa. Ora ci ha contattati esprimendo la volontà di andare in zona rossa e non possiamo che accogliere questa richiesta». Capitolo vaccini: «Ci sono stati pochissimi casi di contagio di operatori sanitari dopo la seconda dose. Nel 99% dei casi si tratta di asintomatici o paucisintomatici». Per quanto riguarda AstraZeneca e dosi: «Vaccinare con la doppia dose è un forte vantaggio, quindi finché è possibile meglio due, ma bisogna essere pragmatici e tener conto delle diverse opzioni». Su Sputnik V si dice soddisfatto dell’efficacia, ma preferisce aspettare il via libera dell’Ema. Invece su andamento epidemia, ha spiegato che le ondate dipendono dagli allentamenti delle misure. (agg. di Silvana Palazzo)



MONITORAGGIO ISS 26 FEBBRAIO: INDICE RT 0,99

L’indice Rt resta stabile: è a 0,99 secondo l’esito del nuovo monitoraggio curato da Istituto superiore di sanità (Iss) e Ministero della Salute per la settimana 15-21 febbraio. Il range è 0,93–1,03, con un limite superiore che supera l’uno. «L’epidemia dopo un iniziale lento peggioramento, entra questa settimana nuovamente in una fase in cui si osserva una chiara accelerazione nell’aumento dell’incidenza nazionale (145,16 per 100mila abitanti vs 135,46 per 100mila abitanti settimana precedente)», recita il documento degli esperti, anticipato da Quotidiano Sanità. Dunque, per la quarta settimana di fila, si conferma «un peggioramento nel livello generale del rischio». In crescita il numero delle Regioni/PPAA a rischio alto, che da una passano a cinque: Abruzzo, Lombardia, Marche, Piemonte e Umbria, quindi diminuisce quello delle Regioni/PPAA a rischio moderato o basso.



Sono 10 (vs 12 settimana precedente), di cui cinque ad alta probabilità di progressione a rischio alto nelle prossime settimane; 6 (vs 8 settimana precedente) con rischio basso. Dieci Regioni/PPAA hanno indice Rt puntuale maggiore di 1 di cui una (la Basilicata) ha Rt con il limite inferiore superiore a 1,25, pertanto compatibile con uno scenario di tipo 3. Delle altre 9, cinque hanno indice Rt nel limite inferiore compatibile con uno scenario di tipo 2, le altre con uno scenario di tipo uno.

«Sono necessarie ulteriori urgenti misure di mitigazione sul territorio nazionale e puntuali interventi di mitigazione/contenimento nelle aree a maggiore diffusione per evitare un rapido sovraccarico dei servizi sanitari», evidenzia il documento, che segnala due pericoli: aumentata circolazione varianti a maggiore trasmissibilità e trend in aumento dell’incidenza. L’incidenza nazionale si sta allontanando dai livelli che consentirebbero il ripristino completo sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e del tracciamento dei loro contatti. In particolare, l’incidenza settimanale supera la soglia di 250 casi per 100mila abitanti nella Provincia Autonoma di Bolzano (539,01) e in Provincia Autonoma di Trento (309,12). Quattro regioni – cioè Abruzzo, Emilia Romagna, Molise e Umbria – hanno una incidenza maggiore di 200 casi per 100mila abitanti. Per quanto riguarda la pressione ospedaliera, ora sono 8 (contro 5 settimana precedente) le Regioni PP/AA con tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica. Quello nazionale resta alto, ma sotto la soglia critica: 24%. Nel complesso, il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in aumento (da 2.074 a 2.146); quello dei ricoverati in aree mediche è stabile (da 18.463 a 18.295). Ovviamente la tendenza nazionale sottende forti variazioni inter-regionali. Infatti, sono in aumento le Regioni/PPAA con allerte di resilienza (9 vs 7 settimana precedente). Due Regioni, cioè Lombardia e Piemonte, riportano molteplici allerte di resilienza.

Il monitoraggio Iss-Ministero della Salute evidenzia anche una crescita di nuovi casi non associati a catene di trasmissione (31.378 vs 29.196) e un lieve calo della percentuale dei casi rilevati tramite l’attività di tracciamento dei contatti (29,4% vs 29,8%). Aumenta, anche, la percentuale di casi rilevati tramite la comparsa dei sintomi (36,1% vs 33,7%). Il 20% dei casi è stato rilevato tramite attività di screening e nel 14,5% non è stata riportata la ragione dell’accertamento diagnostico. Infine, l’età mediana dei casi diagnosticati è scesa a 44 anni.

MONITORAGGIO E INDICE RT: OGGI NUOVI DATI

È particolarmente atteso il nuovo monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità, nelle ore decisive per la composizione del nuovo Dpcm (dal 6 marzo al 6 aprile prossimo) e con l’allarme varianti che pone in difficoltà i territori tra chiusure, contagi e ricoveri aumentati (non ancora in forma grave, va detto).

In attesa che dall’Europa giungano notizie positive sull’accelerazione del piano vaccini, il Governo si appresta a ricevere i nuovi dati dell’Iss per poter poi convocare la cabina di regia in giornata e formulare le nuove ordinanze sui colori delle Regioni in vigore da lunedì (e non più da domenica, come anticipato dalla Ministra degli Affari Regionali Mariastella Gelmini come “cambio di passo” voluto dal Premier Draghi). Le aree di Brescia, Bologna, Pistoia, Siena, Ancona e Perugia vivono da giorni ormai chiusure locali per l’aumentare importante delle varianti Covid e si attendono risalite sia degli indici di contagio locali che dell’Indice Rt nazionale. 7 giorni fa era in lieve risalita a 0,99 ma oggi si attende un monitoraggio che possa vedere – secondo le anticipazioni – una quota superiore a 1.

MONITORAGGIO E NUOVI COLORI REGIONI: COSA CAMBIA

In attesa della bozza Dpcm in arrivo entro sera alle Regioni – con approvazione prevista per il prossimo 1 marzo – sarà da lunedì che le nuove ordinanze del Ministero della Salute faranno partire le nuove classificazioni dei colori per le Regioni: Piemonte, Lombardia, Marche, Basilicata rischiano la zona arancione, Emilia Romagna e Campania invece rischiano il lockdown mirato in zona rossa con i focolai causati da varianti inglese e sudafricana che provano l’innalzamento dell’Rt ormai in molte parti d’Italia. Si attende il parere specifico per ogni singolo territorio del monitoraggio Iss, con solo poche realtà che probabilmente rimarranno in zona gialla: si tratta del Lazio e quasi sicuramente della Liguria che con il Governatore Toti annuncia «La Liguria ha un indice Rt a 0,94 quindi confidiamo di tornare in fascia gialla». Per il Ministro della Salute Roberto Speranza, «finora è stato scongiurato un lockdown generalizzato e questo deve essere l’obiettivo principale anche per le prossime settimane e per i prossimi mesi».