«La decrescita della curva è lenta». Così Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss) nella conferenza stampa per l’analisi del monitoraggio con il ministero della Salute. Inoltre, ha confermato la decrescita anche dell’età media dei casi, arrivata a 40-50 anni. «Preoccupa il fatto che questa settimana aumenti il tasso di occupazione delle terapie intensive e delle aree mediche», prosegue Brusaferro. «La situazione è in leggero miglioramento, ma l’indice Rt è ancora vicino a 1. L’incidenza è in lieve diminuzione, ma resta elevata. In ospedale vediamo l’effetto accumulo delle infezioni delle scorse settimane, siamo al di sopra della soglia critica», il commento invece del professor Gianni Rezza, direttore della Prevenzione del ministero della Salute. «Ci sono segnali che ci dicono che la trasmissione sta diminuendo, altri che ci parlano di un carico ospedaliero elevato che rischia di avere tempi lunghi», prosegue Rezza analizzando la situazione.



C’è poi la questione varianti Covid. «Nel giro di due mesi quella inglese è diventata dominante, ma c’è un 4% di variante brasiliana che ci preoccupa di più, ma fortunatamente è rimasta la stessa percentuale di prevalenza. Il problema è che è concentrato in alcune regioni dell’Italia centrale, dove raggiunge anche il 20%, quindi serve uno sforzo di contenimento su questa variante», chiarisce Rezza. (agg. di Silvana Palazzo)



MONITORAGGIO ISS E INDICE RT: IL REPORT

Lieve riduzione dell’incidenza in Italia, ma resta comunque alta, mentre l’indice Rt scende a 0,98 (range 0,87– 1,11). Queste le prime indicazioni del nuovo monitoraggio svolto dall’Istituto superiore di sanità (Iss) con il ministero della Salute. Nel report si osserva che «la circolazione di varianti a maggior trasmissibilità è largamente dominante nel Paese». Ciò indica «la necessità di non ridurre le attuali misure di restrizione». Gli esperti ribadiscono, dunque, la necessità di rigorose restrizioni e suggeriscono una drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone e della mobilità. Nel complesso, il rischio epidemico mantiene livelli alti in 6 Regioni (Calabria, Emilia-Romagna, Liguria, Puglia, Toscana e Veneto), mentre 13 hanno una classificazione di rischio moderato (di cui 7 con alta probabilità di progressione a rischio alto), invece Basilicata e Provincia autonoma di Bolzano hanno una classificazione di rischio basso.



Sono 11 le Regioni/PPAA con indice Rt puntuale maggiore di uno, di cui Campania e Valle d’Aosta con trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo 3, mentre 6 hanno una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo 2 e le altre con uno scenario di tipo uno. Resta alto il numero di Regioni/PPAA che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica (sono 14 contro 12 della settimana precedente). Per quanto riguarda la terapia intensiva, a livello nazionale il tasso di occupazione è in aumento e sopra la soglia critica (41% vs 39% della scorsa settimana), inoltre il numero dei ricoverati è salito da 3.546 (23/03/2021) a 3.716 (30/03/2021). Per quanto riguarda le aree mediche, il tasso di occupazione cresce ed è sopra la soglia critica (44%) con un aumento nel numero di persone ricoverate in queste aree da 28.428 (23/03/2021) a 29.231 (30/03/2021).

Per quanto concerne invece le allerte di resilienza, tutte le Regioni/PPAA, tranne nove, ne hanno riportate, ma Calabria, Emilia-Romagna, Puglia e Veneto ne riportano molteplici. In calo invece il numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione (49.186 vs 53.837), mentre la percentuale dei casi rilevati tramite l’attività contact tracing è in aumento (34,4% vs 33,8%). Invece, cala il numero di casi rilevati tramite comparsa dei sintomi (41,5% vs 42,2%); il 24,1% tramite attività di screening. (agg. di Silvana Palazzo)

MONITORAGGIO ISS: INDICE RT A 0,98

Cala ancora l’Indice Rt in Italia, per la terza settimana consecutiva: il monitoraggio Iss nella bozza inviata alla cabina di regia anti-Covid mostra un indice di contagio pari a 0,98, in calo rispetto all’1,08 di 7 giorni fa, 1,16 due settimane fa. La riunione tra Iss-Cts-Ministero Salute è conclusa poco prima delle ore 11 e ha prodotto i dati sufficienti per formulare in giornata le ordinanze del Ministro Speranza. «Questa settimana continua la diminuzione dell’incidenza di Covid-19 in Italia rispetto alla settimana precedente con 232,7 nuovi casi per 100mila abitanti», ribadisce ancora il monitoraggio Iss riportato dall’Adkronos. Nella settimana tra il 22 e il 28 marzo l’incidenza era stata di 240,3 per 100mila abitanti, anche qui dunque un importante dato in calo in questa lunga terza ondata: «L’incidenza comunque resta elevata e ancora lontana dai livelli (50 per 100mila abitanti) che permetterebbero il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e del tracciamento dei loro contatti», riporta l’Istituto Superiore di Sanità nel report consegnato alla cabina di regia.

ATTESO NUOVO MONITORAGGIO ISS

A ridosso della Pasqua non si ferma l’attività dell’Istituto Superiore di Sanità che in giornata presenterà alla cabina di regia anti-Covid il nuovo monitoraggio 3 aprile con tutti i dati epidemiologici aggiornati alla scorsa settimana: in serata, proprio con a base gli aggiornamenti dell’Iss – su indice Rt, incidenza dei casi sulla popolazione, pressione dei ricoveri e diffusione delle varianti – il Ministero della Salute emetterà le consuete ordinanze sui “cambi di colore” delle singole Regioni italiane a partire da martedì prossimo 6 aprile.

Va ricordato che da domani 3 aprile fino ai giorni di Pasqua (4 aprile) e Pasquetta (5 aprile) è in vigore la zona rossa nazionale, per effetto del precedente Decreto Covid 13 marzo: regole dunque tutte uguali e tutte stringenti per ogni territorio, un lockdown generale che però permetterà un solo spostamento al giorno all’interno dei propri confini regionali. Dal 6 aprile scatteranno dunque le nuove ordinanze sui colori delle Regioni, mentre dal 7 aprile entra in vigore il nuovo Decreto Covid (regole fino al termine del mese) che in sostanza conferma l’impianto di norme precedente, ovvero Italia zona rossa o arancione senza ammettere le “gialle” e le “bianche”.

MONITORAGGIO ISS, CHI RISCHI CAMBIO COLORE

«I nostri scienziati ritengono che con queste varianti le zone gialle non siano in grado di piegare la curva. Potranno tornare solo quando avremo raggiunto un livello sufficiente di vaccinazioni» ha spiegato stamane il Ministro della Salute Roberto Speranza nell’intervista al Corriere della Sera, anticipando i temi della giornata. Sebbene l’indice Rt dovrebbe confermarsi in lieve calo rispetto a 7 giorni fa (1,08) – confermando per il terzo monitoraggio Iss consecutivo una diminuzione del contagio a livello nazionale – la pressione negli ospedali è ancora abbastanza alta (3700 le terapie intensive occupate) e per questo l’ala più rigorista del Governo non ammette deroghe, si resta chiuse fino almeno a maggio (salvo novità sui dati e conseguente intervento del Cdm, come ‘strappato’ dal Centrodestra nell’ultimo Decreto Legge Covid).

A rischio per un peggioramento dei “colori” oggi nella cabina di regia dovrebbe essere la Sicilia che potrebbe passare da arancione a rossa dal prossimo martedì (dopo il caos contagi e dati che hanno portato alle dimissioni dell’assessore regionale alla Salute Rezza): di contro, la Campania e forse il Veneto secondo le anticipazioni emerse negli ultimi giorni dovrebbero compiere il percorso inverso e finire in zona arancione. Conferma dell’arancione invece per Lazio e Liguria, la rossa per la Lombardia dovrebbe permanere almeno fino all’11 aprile e per il resto nella settimana dopo Pasqua ancora prevalenza nazionale dovrebbe rimanere il colore “rosso”.