«La situazione non evolve in maniera positiva, purtroppo abbiamo un aumento dell’indice Rt al di sopra di 1 ed è da considerare come un primo segnale di allarme. E c’è una tendenza all’aumento anche nei ricoveri in terapia intensiva». Così Gianni Rezza, direttore Prevenzione del Ministero della Salute, commenta i dati del nuovo monitoraggio Iss in conferenza stampa. A proposito delle varianti, invece, ha spiegato che ci sono casi di reinfezioni, ma non nei soggetti vaccinati, a conferma che dunque i vaccini anti Covid sono efficaci, ma resta comunque motivo di preoccupazione, quindi il suggerimento è di contenerne la diffusione. «Bisogna mettere in atto uno sforzo ancora maggiore per contenere la variante brasiliana. Va fermata in tutti i modi. Ha una conformazione particolare dello spike che ci preoccupa, per questo abbiamo esortato tutte le Regioni dove sia stata riscontrata, a prescindere siano gialle bianche azzurre o verdi, a implementare le misure. Ne va della campagna vaccinale ma ne va anche del nostro futuro», ha aggiunto.
A proposito delle scuole, Gianni Rezza ha spiegato: «Se si vede un aumento di casi in età scolare, in parte è dovuto alle nuove varianti Covid. Le cariche virali sono simili a quelle degli adulti. Ma c’è una mancanza di studi che ci impedisce di identificare con esattezza il luogo o l’attività che determina l’infezione». Invece Silvio Brusaferro, presidente Iss, osserva una diminuzione dei focolai Covid nelle Rsa italiane, ma «sono segnalati presso le strutture ospedaliere, e questo può essere dovuto alle nuove varianti». Invece sui più piccoli: «Nella fascia d’età tra 0-19 anni c’è una ricrescita dei contagi, nell’ambito di una marcata ricrescita generale che coinvolge tutte le fasce di età». Infine, ha lanciato un appello alla politica: «Serve un’adozione tempestiva delle misure di mitigazione. Bisogna riportare l’Rt sotto l’1 il più rapidamente possibile. Servono ulteriori restrizioni in tutte le Regioni. L’epidemia si sta espandendo». (agg. di Silvana Palazzo)
MONITORAGGIO ISS: “FORTE ACCELERAZIONE EPIDEMIA”
Indice Rt aumenta perché l’epidemia Covid accelera e aumenta l’incidenza a livello nazionale, tanto che si sta avvicinando alla soglia di 250 casi a settimana per 100mila abitanti che richiede il massimo livello di restrizioni possibile. Questa soglia è stata superata in 5 Regioni-Province autonome secondo quanto emerso dal nuovo monitoraggio Iss-Ministero della Salute. Dunque, per la quinta settimana di fila si registra un peggioramento nel livello generale del rischio. Aumenta anche il numero delle zone classificate a rischio alto, che sono 6: si tratta di Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna, Friuli Venezia-Giulia, Lombardia e Marche. Invece sono 14 a rischio moderato, ma di queste 9 hanno alta probabilità di progressione a rischio alto nelle prossime settimane. Solo una Regione è a rischio basso e si tratta della Sardegna. Sono 10 le Regioni/PPAA che hanno indice Rt puntuale maggiore di 1 di cui una (Molise) con Rt con il limite inferiore superiore a 1,25, compatibile con uno scenario di tipo 3.
Delle altre nove, sei hanno un Rt nel limite inferiore compatibile con uno scenario di tipo 2. Le altre Regioni/PPAA hanno un Rt compatibile con uno scenario di tipo uno. Fatta eccezione per Sardegna e Umbria, tutte le Regioni/PPAA hanno riportato allerte di resilienza. (agg. di Silvana Palazzo)
MONITORAGGIO ISS: “FORTE ACCELERAZIONE EPIDEMIA”
L’epidemia Covid torna a correre in Italia: l’indice Rt medio nazionale sale a 1,06 (range 0,98 – 1,20) rispetto allo 0,99 emerso nel monitoraggio Iss-Ministero della Salute della settimana scorsa. Per la prima volta è sopra l’uno in sette settimane. Per questo la Cabina di regia ribadisce la necessità, anche alla luce dell’aumento sostenuto della prevalenza delle varianti Covid, «di mantenere una drastica riduzione dell’interazioni fisiche ed è necessario un rafforzamento delle misure su tutto il territorio nazionale al fine di ottenere rapidamente una mitigazione del fenomeno». L’incidenza nazionale non solo si allontana dai livelli che permetterebbero il ripristino completo dell’identificazione dei casi e del contact tracing, ma anzi si avvicina alla soglia dei 250 casi per 100mila abitanti.
Infine, si osserva un deciso aumento nel numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione (41.833 vs 31.378 settimana precedente), mentre cala la percentuale dei casi rilevati tramite il contact tracing (28,8% vs 29,4%). Scende pure la percentuale di casi rilevati tramite la comparsa dei sintomi (35,2% vs 36,1% settimana precedente). (agg. di Silvana Palazzo)
MONITORAGGIO ISS: INDICE RT SALE A 1,06
L’indice di contagio Rt in Italia sale da 0,99 a 1,06 secondo l’ultimo monitoraggio Iss presentato in cabina di regia poco fa: «Nella settimana 22-28 febbraio, dopo un periodo di crescita, si osserva una netta accelerazione nell’aumento dell’incidenza a livello nazionale rispetto alla settimana precedente. Si passa a 194,87 casi per 100.000 abitanti contro i 145,16 per 100.000 nella settimana 15-21 febbraio», si legge nel report Iss-Ministero della Salute che affianca il monitoraggio settimanale dal quale emergeranno i nuovi colori delle Regioni previsti nelle ordinanze di questa sera. Ancora l’Istituto Superiore di Sanità sottolinea nel report «Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale è complessivamente in aumento (26% vs 24% della scorsa settimana)».
Il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in aumento da 2.146 (23 febbraio 2021) a 2.327 (2 marzo 2021), «anche il numero di persone ricoverate in aree mediche è in aumento, passando da 18.295 a 19.570». Ospedali sotto stress, Covid ce accelera in tutto il Paese e indice Rt in rialzo sopra quota 1: le avvisaglie non sono buono e già il primo Governatore ad anticipare i nuovi colori – il Presidente del Veneto Zaia – sottolinea «Siamo zona arancione, me l’ha confermato il ministro e posso dirlo. Il dato ‘sparato’ ci conferma quanto cresca velocemente il virus».
VERSO IL NUOVO MONITORAGGIO SETTIMANALE
L’Italia rischia la maggiorparte di Regioni tra l’arancione e il rosso a partire da lunedì 8 marzo: è atteso in giornata il nuovo monitoraggio settimanale a cura di Iss e Ministero della Salute che dovrà fornire i dati necessari alla cabina di regia per stabile le ordinanze sul “cambio” colori. Come stabilito dall’ultimo Dpcm firmato dal Premier Draghi (in vigore da domani, 6 marzo 2021) le nuove ordinanze stilate dal Ministro Speranza entrano in vigore dalla giornata di lunedì e non più da domenica: l’allarme varianti prosegue e negli ultimi giorni sono già diversi i Governatori di Regione che sono passati alle misure forti per provare a neutralizzare l’aumento di ricoveri e contagi nei propri ospedali.
Una settimana fa l’indice di contagio Rt si attestava a 0.99 ma superava la soglia di allarme – 1 – in ben 10 regioni: la crescita esponenziale annunciata da diversi esperti dell’Istituto Superiore di Sanità e Comitato Tecnico Scientifico potrebbe portare oggi ad un ulteriore peggioramento a cui la cabina di regia dovrà poi porvi una conseguente risposta all’altezza. Secondo il fisico Roberto Battiston, l’Italia dovrebbe registrare l’indice Rt a 1,15 nell’imminente monitoraggio.
MONITORAGGIO ISS, MEZZA ITALIA IN ZONA ROSSA?
Tradotto in termini pratici, da lunedì l’Italia rischia di avere quasi tutte le Regioni o in arancione o addirittura in rosso: la Lombardia ha giocato d’anticipo fissando da oggi e fino al 14 marzo la colorazione “arancione rafforzato” che significa la chiusura di tutte le scuole in presenza e la limitazione di visite nelle seconde case e da parenti/amici. Il Paese è però “pieno” in questi giorni di mini zone rosse o arancioni “scuro” che danno un quadro di grave preoccupazione per l’emergere del Covid, da un lato, ma soprattutto di ulteriori lockdown e sacrifici richiesti ad una popolazione stremata da un anno di misure (non sempre commisurate alla reale gravità del momento). A rischiare maggiormente – in attesa dei dati Iss in arrivo con il monitoraggio che forniranno il quadro generale alla cabina di regia – sono la Campania, l’Emilia Romagna, l’Abruzzo e la stessa Lombardia: qui le zone rosse sono considerate “vicine” dagli esperti, anche se l’impressione è che solo Emilia e Campania passeranno realmente in “lockdown duro” mentre altre 6 Regioni rischiano il passaggio da giallo ad arancione, nello specifico Calabria, Friuli, Veneto, Puglia, Liguria e Lazio.
Del resto già il 2 marzo scorso, nel presentare il nuovo Dpcm, il Ministro Speranza assieme ai membri Iss-Css Brusaferro e Locatelli avevano illustrato i timori di una nuova terza ondata: «Ci aspettiamo che, se la curva continuerà a salire, per il meccanismo automatico delle mie ordinanze (che ora avranno effetto a partire dal lunedì) si andrà verso una maggiore presenza di colori arancione e rosso nelle prossime settimane nel nostro Paese. L’impegno del governo è dare risposte a queste persone le cui attività saranno colpite dalle misure».