«La curva dei contagi ha rallentato la decrescita», afferma Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss) nella conferenza stampa sul monitoraggio e indice Rt che si è tenuta al termine della Cabina di regia. Sollecitato in merito all’efficacia del sistema a colori, Brusaferro ha spiegato: «Inizia una fase a due binari. Da una parte quello della vaccinazione, dall’altro quello delle restrizioni per contenere il contagio. Le misure adottate hanno portato ad un abbassamento della curva. Da qualche settimana è emerso il rischio di controtendenza, che abbiamo segnalato. Le misure ora vanno modulate per fare in modo che questa ripartenza possa essere mitigata. Avremo un quadro più preciso venerdì prossimo».
Ha voluto replicare anche il professor Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e membro del Comitato tecnico scientifico: «La curva è migliore rispetto a quella che si osserva in altri paesi europei. Io rimango convinto dell’efficacia di questo sistema, semmai gli aggiustamenti sono stati riferiti alle soglie per cambiare le fasce di rischio, abbassandole e valorizzando il dato del tasso di incidenza». (agg. di Silvana Palazzo)
MONITORAGGIO ISS 8 GENNAIO: 12 REGIONI A RISCHIO ALTO
Le tre Regioni con indice Rt puntuale che è significativamente superiore a 1 sono Calabria, Emilia-Romagna e Lombardia. È quanto emerge dal monitoraggio dell’Iss, che ha permesso alla Cabina di regia di procedere col passaggio di Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Calabria e Sicilia in zona arancione da lunedì 11 gennaio. Sono sei le regioni che superano il valore medio: Liguria, Molise, Sardegna, Umbria, Valle D’Aosta e Sicilia. Altre quattro invece hanno valore uguale (Puglia) o che vi si avvicina (Lazio, Piemonte e Veneto). In Veneto, però, il tasso di incidenza è particolarmente elevato rispetto al contesto nazionale.
Per valutare l’Rt non è stato tenuto conto del dato medio, ma dell’intervallo inferiore dei due. Per questo, anche se molte Regioni sono sopra 1, solo tre finiscono in zona arancione. La Sicilia, che ha 0,99, ha chiesto che venga considerato come 1. Stesso discorso per il Veneto, che ha avvisato la Cabina di regia riguardo l’altissima circolazione del virus. Secondo i 21 indicatori usati dalla Cabina di regia, il rischio è alto in 12 Regioni e province: Emilia, Friuli, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Provincia Bolzano, Provincia Trento, Puglia, Umbria, Veneto. Uno scenario che non era descritto nel precedente monitoraggio. Invece altre 8 realtà sono a rischio moderato: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Sardegna, Sicilia, Val d’Aosta. Solo la Toscana ha rischio basso.
Dal monitoraggio emerge anche che l’epidemia Covid in questo momento si trova «in una fase delicata che sembra preludere ad un nuovo rapido aumento nel numero di casi nelle prossime settimane, qualora non venissero definite ed implementate rigorosamente misure di mitigazione più stringenti». Preoccupa anche il fatto che stiano aumentando l’occupazione dei posti letto di terapia intensiva e i casi non riconducibili a catene di trasmissione note, per i quali non si riescono a ricostruire i contatti che hanno provocato l’infezione. «Complessivamente, il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in lieve aumento da 2.565 (28/12/2020) a 2.579 (04/01/2021); il numero di persone ricoverate in aree mediche è invece lievemente diminuito passando da 23.932 (28/12/2020) a 23.317 (04/01/2021)».
Ciò nonostante la percentuale dei casi rilevati tramite attività di tracciamento dei contatti cresca lievemente (26,8% vs 26,0% la settimana precedente). Ma c’è anche un lieve aumento nella percentuale di casi rilevati tramite la comparsa dei sintomi (32,8 % vs 32,4% la settimana precedente). Infine, il 28,8% dei casi è emerso con attività di screening e nell’11,6% non è stata riportata la ragione dell’accertamento diagnostico. (agg. di Silvana Palazzo)
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MONITORAGGIO ISS “EPIDEMIA NON GESTIBILE E FUORI CONTROLLO”
E’ stata diramata la bozza del monitoraggio dell’Iss di oggi, 8 gennaio, relativamente ai dati del periodo 27 dicembre 2020-3 gennaio 2021. Lo stesso Istituto superiore di sanità fa sapere che la situazione epidemiologica è in «in peggioramento» e che l’incidenza a 14 giorni «torna a crescere dopo alcune settimane», mentre «aumenta anche l’impatto della pandemia sui servizi assistenziali». In merito all’Indice Rt nazionale, «è in aumento per la quarta settimana consecutiva e, per la prima volta dopo sei settimane», sopra quota 1 e precisamente a 1.03.
Focus anche sul tasso di incidenza degli attuali casi, in cui viene spiegato come la stessa sia ancora ben lontana dalla possibilità di ripristinare un tracciamento veloce ed efficace. «Il servizio sanitario», si legge, «ha mostrato i primi segni di criticità quando il valore a livello nazionale ha superato i 50 casi per 100.000 in sette giorni», e il dato nazionale negli ultimi 14 giorni è pari a 313.28 casi per 100.000 abitanti, con un picco registrato in Veneto di ben 927.36/100.000. Nel monitoraggio Iss si parla quindi di un «aumento complessivo del rischio di una epidemia non controllata e non gestibile». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
MONITORAGGIO ISS 8 GENNAIO, INDICE RT: ITALIA DIVISA IN COLORI
In giornata l’Istituto Superiore di Sanità assieme al Ministero della Salute produrrà il consueto monitoraggio settimanale (27 dicembre-3 gennaio) che fornirà tutti i dati Covid necessari alla cabina di regia per disporre i nuovi “colori” per le Regioni italiane da lunedì 11 gennaio prossimo: come stabilito dal Decreto “ponte” in vigore dal 7 al 15 gennaio – in attesa del nuovo Dpcm che verrà approvato il 16 gennaio prossimo – si ritorna dopo le vacanze di Natale alla divisione del Paese in fasce di rischio, ma sono proprio i dati in arrivo oggi dal monitoraggio Iss ad indicare la rotta da seguire. Indice Rt, diffusione dell’epidemia a livello locale, soglia dei ricoveri e tracciamento tornano dunque ai intersecarsi nei dati che l’Istituto Superiore di Sanità invierà alla cabina di Regia Cts-Ministero della Salute per le nuove ordinanze da approvare in vista dell’11 gennaio prossimo. Oggi l’Italia resta infatti in “zona gialla rafforzata”, mentre il weekend in arrivo vede per l’ultima volta una fascia arancione nazionale: dall’11 al 15 gennaio invece – ma verrà confermato il criterio anche dal nuovo Dpcm, come già spiegato dal Governo Conte – ogni Regione sarà divisa nei consueti colori, in base all’indice di contagio e di rischio per la diffusione della pandemia Covid-19.
MONITORAGGIO ISS: DA LUNEDÌ L’ITALIA DIVISA IN COLORI
Una settimana fa il monitoraggio Iss indicava l’Rt italiano in crescita a 0,93, con la circolazione dei contagi che purtroppo non si arrestava mentre rimaneva per fortuna ben al di sotto della soglia critica il fronte ricoveri e ospedalizzazioni. Si attendono già da questa settimana effetti per le chiusure delle feste di Natale, ma dalle anticipazioni date dalle singole Regioni dall’11 gennaio potrebbero esserci diversi territori che entreranno in zona arancione, alcune rischiano anche il lockdown “rosso”. Questo perché il contagio ancora circola ma anche per le ultime modifiche approntate dal Governo nel Decreto Covid in vigore dal 7 gennaio: sono stati rivisti i parametri di accesso alle zone “colorate” stringendo ulteriormente le maglie. Nello specifico, ad oggi con Rt pari a 1 automaticamente la regione entrerebbe in zona arancione, se invece l’Rt fosse superiore a 1,25 il territorio entrerà in zona rossa: con l’indice invece inferiore a 1 si rimarrebbe in “giallo rafforzato”, ovvero più aperture delle attività ma divieto di spostamenti fuori dalle Regioni. Secondo le anticipazioni del Corriere della Sera, a rischiare la zona rossa questa settimana sono Veneto, Lombardia e Calabria; per la zona arancione sembra quasi certo l’ingresso di Lazio, Emilia Romagna, Liguria e Toscana, mentre Friuli-Molise-Campania dovrebbero rimanere in “giallo”. Tra oggi e domani verrà poi convocata la conferenza stampa dell’Iss per illustrare i risultati del nuovo monitoraggio in arrivo oggi pomeriggio.