Gianni Rezza in conferenza stampa ha parlato anche della campagna vaccinale, non solo del monitoraggio Iss-Ministero della Salute. «Se si vaccina tanto e in fretta si ottiene un effetto fortissimo, come quello visto in Israele. La gente è stanca, l’economia ne ha bisogno. Prima arriviamo al successo meglio è, ma si può ottenere solo cambiando passo. Abbiamo cominciato a farlo, ma servono anche tante dosi di vaccino. Entro la fine del mese dovrebbero arrivare 10 milioni di dosi», ha dichiarato il direttore della Prevenzione, precisando che comunque le decisioni spettano alla politica.
Riguardo, invece, la possibilità di allungare la distanza temporale tra prima e seconda dose per i vaccini a mRna, come Pfizer e Moderna: «Lo deciderà il Cts di Aifa, ma non credo che cambierà l’indicazione sul richiamo, ma potrebbe essere prevista una certa elasticità visto che l’Oms ritiene possa prolungarsi fino a 42 giorni, ma non è detto che debba essere la regola. Non credo si vada verso la strategia britannica, si pensa ad aumentare la flessibilità per dare modo al sistema di organizzarsi e accelerare». (agg. di Silvana Palazzo)
MONITORAGGIO ISS, “PICCO TERAPIE INTENSIVE”
«Arrivare al plateau è comunque un risultato, ma ci aspettiamo che la decrescita continui», ha proseguito Silvio Brusaferro nella conferenza stampa sul monitoraggio Iss del 9 aprile da cui emerge un calo anche dell’indice Rt. «Siamo al picco nelle terapie intensive, le restrizioni quindi servono insieme all’accelerazione della campagna vaccinale per arrivare ad un calo della pressione». Invece Gianni Rezza ha parlato del caso AstraZeneca: «All’inizio era stato indicato preferenzialmente per gli under 55 solo perché i dati all’epoca disponibili erano derivati da studi su persone giovani, poi si sono ampliate le conoscenze e si è compreso che è efficace anche per gli anziani, quindi lo si può estendere anche a loro». Per Rezza c’è stata un’estensione dell’età, non si tratta di retromarcia. «A causa di quegli eventi rarissimi si è voluto dare indicazione di uso preferenziale agli anziani, ma non c’è una controindicazione per chi ha meno di 60 anni».
Strategicamente si dovrebbe fare un altro ragionamento per Gianni Rezza: «Sarebbe bene vaccinare le persone giovani che sostengono l’epidemia con vaccini che bloccano la trasmissione», ha poi aggiunto Rezza. Peccato però che non ci siano indicazioni chiare in tal senso… Inoltre, ha espresso una criticità riguardo la mancanza di coesione e uniformità di interventi in Europa. (agg. di Silvana Palazzo)
MONITORAGGIO ISS, “DECRESCITA LENTA”
«C’è una decrescita lenta, alcune regioni segnano una crescita, in alcuni casi significativa». Comincia così la conferenza stampa per analizzare di Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss) al termine della Cabina di regia. C’è un lieve decremento nell’età media dei morti, il cui numero resta alto, anche perché la pressione ospedaliera è forte. «Ci sono quasi 19mila positivi oggi con 192 ingressi in terapia intensiva e c’è pure il dato dei morti che è un numero sempre elevato, pur al netto dell’aggiustamento della Sicilia. Sapevamo che sarebbe stata dura con l’arrivo delle varianti», il commento invece di Gianni Rezza, direttore della Prevenzione al Ministero della Salute, secondo cui ci vuole ancora tempo per alleggerire gli ospedali dal carico di pazienti.
«Anche per questo bisogna accelerare al massimo la campagna vaccinale, serve il massimo sforzo per completare in primis la vaccinazione delle persone anziane. Siamo ancora costretti per qualche settimana a tenere il freno, ci vorrà ancora un po’ perché bisogna aumentare la copertura vaccinale», ha ribadito Rezza. (agg. di Silvana Palazzo)
MONITORAGGIO ISS: 4 REGIONI RISCHIO ALTO
Indice Rt nazionale in calo secondo il nuovo monitoraggio Iss-Ministero della Salute, relativo alla settimana dal 29 marzo al 4 aprile, insieme all’incidenza settimanale. Ma 8 Regioni/PPAA hanno indice Rt puntuale maggiore di uno. Tra queste Sardegna e Valle d’Aosta hanno trasmissibilità compatibile con scenario di tipo 3, mentre 6 ne hanno una compatibile con uno scenario di tipo 2. Le altre con uno scenario di tipo uno. Resta alto e in aumento il numero di Regioni/PPAA che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica. Sono infatti 15 contro 14 della settimana precedente. Il tasso di occupazione in terapia intensiva e nelle aree mediche a livello nazionale è oltre la soglia critica, rispettivamente al 41 e 44 per cento.
Il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è ancora in lieve crescita da 3.716 (30/03/2021) a 3.743 (06/04/2021). Così pure quelle nelle aree mediche: da 29.231 (30/03/2021) a 29.337 (06/04/2021). «Il forte sovraccarico dei servizi ospedalieri, l’incidenza ancora troppo elevata e l’ampia diffusione di alcune varianti virali a maggiore trasmissibilità richiedono l’applicazione di ogni misura utile al contenimento del contagio», si legge nel report esaminato dalla Cabina di regia.
Si osserva una diminuzione del livello generale del rischio, con quattro Regioni – cioè Liguria, Puglia, Toscana e Valle d’Aosta, che hanno livello di rischio alto. Sono 15 quelle con classificazione di rischio moderato, di cui 4 ad alta probabilità di progressione a rischio alto nelle prossime settimane. Invece Veneto e la Provincia autonoma di Bolzano hanno una classificazione di rischio basso. Allerte di resilienza sono state riportate da 12 Regioni/PPAA, nessuna ne ha riportate molteplici. In calo il numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione (46.302 vs 49.186 settimana scorsa). La percentuale di casi rilevati tramite attività di tracciamento dei contatti è in lieve crescita (34,9% vs 34,4% scorsa settimana). Invece cala il numero di casi rilevati tramite la comparsa dei sintomi (39,6% vs 41,5%). Infine, il 25,5% è stato diagnosticato con attività di screening. (agg. di Silvana Palazzo)
MONITORAGGIO ISS: IL COMMENTO DI SPERANZA
«L’Italia ha numeri di contagio ancora molto significativi che non possono essere sottovalutati». Il ministro della Salute Roberto Speranza commenta così i dati del nuovo monitoraggio Iss, al vaglio oggi della Cabina di regia tra Istituto superiore di sanità e ministero della Salute, che si è riunita questa mattina. L’indice Rt medio in Italia, infatti, è sceso allo 0,92. Invece il valore dell’incidenza dei casi ogni 100mila abitanti è sceso da 232 della scorsa settimana a 185, un dato comunque alto visto che per riprendere il tracciamento bisogna scendere a 50. Le restrizioni introdotte, però, starebbero funzionando. «Le notizie delle ultime ore hanno qualche elemento che va nella direzione giusta», ha aggiunto Speranza nel corso del suo intervento al convegno organizzato da Fratelli d’Italia, “Riapri Italia. La sfida è oggi”. Il contesto comunque resta complicato: «Abbiamo oltre 3.600 posti letto occupati in terapia intensiva. Fino a quando non avremo una tenuta molto larga dell’impatto delle vaccinazioni è chiaro che una parte delle misure restrittive bisognerà immaginare che continuino ad accompagnare questo periodo di transizione».
I vaccini sono, dunque, la chiave per vincere la battaglia sanitaria e puntare alla ripresa economica. «Stiamo lavorando alacremente e il percorso delle riaperture va fatto con grande cautela per una ripartenza in sicurezza, non vogliamo riaprire per poi riprecipitare ma finalmente le condizioni ci sono, anche considerando che c’è un quarto vaccino in arrivo». (agg. di Silvana Palazzo)
MONITORAGGIO ISS 9 APRILE: INDICE RT, SCENDE A 0,92
Cala ancora l’indice Rt in Italia, l’indice che indica quanto sia infettiva una persona. Allo stato attuale, in base a quanto emerso dall’analisi dei dati della cabina di regia per il monitoraggio dell’ultima settimana, si è assestato su quota 0.92. Ciò significa che per la seconda settimana consecutiva è risultato essere in calo rispetto al precedente indice Rt, che era invece di 0.98 (0.06 punti di calo in sette giorni). Un dato senza dubbio positivo che si sposa quindi con la tendenza delle ultime due settimane circa una diminuzione dei contagi in Italia, grazie alle rigide misure restrittive attuate ormai da un mese a questa parte. Per quanto riguarda invece l’incidenza, il numero di casi ogni 100mila abitanti, da segnalare un altro forte calo, grazie anche al lockdown di Pasqua.
La scorsa settimana era di 232 casi ogni 100mila, mentre oggi è di 185, ricordando che la soglia rischio è di 250. Altro dato da segnalare, infine, è il lento allentamento di pressione nei confronti degli ospedali, e anche ieri si sono registrati 20 posti letto liberati in terapia intensiva e ben 465 in degenza normale. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
MONITORAGGIO ISS 9 APRILE, OGGI NUOVI COLORI REGIONI
L’Italia oggi diventerà più “arancione” alla luce del nuovo monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di sanità (Iss), che verrà esaminato dalla Cabina di regia e porterà alle nuove ordinanze del ministro della Salute Roberto Speranza. Molte Regioni che si trovano attualmente in zona rossa sperano, infatti, di passare in quella arancione. Così quasi tutta l’Italia martedì 13 aprile potrebbe ritrovarsi in zona arancione. Alla luce degli ultimi dati disponibili, che però devono trovare conferma appunto nel monitoraggio Iss, sono tre in particolare le regioni che possono aspirare alla zona arancione. Si tratta di Emilia Romagna, Lombardia e Friuli Venezia Giulia, che già venerdì scorso avevano un indice Rt puntuale sotto l’1. In quel caso decisiva è stata l’incidenza settimanale di casi sopra i 250 ogni 100mila abitanti. Ma proprio questo dato sta migliorando. Non dovrebbero esserci problemi neppure per l’indice Rt, mentre l’unica criticità resta quella del tasso di occupazione delle terapie intensive, che è al di sopra della soglia limite del 30 per cento. Anche la Calabria, che pur avendo avuto l’incidenza sotto i 250 casi era andata in zona rossa per l’alto indice Rt, potrebbe scendere in zona arancione dato che l’indice Rt dovrebbe essere sotto 1,25 anche questa settimana.
MONITORAGGIO ISS: ALLARME PUGLIA, SARDEGNA E CAMPANIA
A sperare nella zona arancione anche Piemonte e Puglia, ma in quest’ultimo caso la Regione ha già fatto sapere che si resterà in zona rossa. In teoria non sarebbe così scontata, ma la Regione ha comunicato che l’incidenza è di 293,5 contagi ogni 100mila abitanti. Inoltre, la situazione negli ospedali è sempre più grave. Nei reparti medici il 54% dei posti letto è occupato da pazienti Covid, discorso simile per le terapie intensive, dove si registra un tasso di occupazione del 46%. Sono percentuali ben oltre le soglie di allarme, peraltro superiori pure alle medie nazionali. Potrebbe tornare in zona rossa la Sardegna, visto che il monitoraggio certificherà il peggioramento dei dati sul contagio e la pressione sulle terapie intensive. Non si conosce ancora l’indice Rt, ma da alcune comunicazioni informali, citate da TiscaliNews, è emerso che potrebbe essere superiore addirittura a 1,25 che è la soglia che fa scattare automaticamente il lockdown. Per l’ufficialità ovviamente si attendono i dati del monitoraggio settimanale a cui farà seguito la Cabina di regia. Anche per la Campania almeno fino al 20 aprile sarà zona rossa visto che ci è finita la scorsa settimana proprio per l’alto indice Rt.