I DATI DEL MONITORAGGIO ISS: COVID CALA ANCORA, RT SOTTO QUOTA 1

I nuovi dati del monitoraggio Iss sul Covid-19 non fanno che confermare e anticipare l’importante annuncio dato oggi dal Presidente dell’AIFA (agenzia italiana del farmaco): «Covid non è più una pandemia e neppure un’endemia», ha spiegato il virologo Giorgio Palù, n.1 dell’AIFA. Leggendo poi i dati della bozza di monitoraggio emersa dalla Cabina di regia Iss-Ministero della Salute non si può che confermare tale indirizzo, così come i dati che arriveranno oggi pomeriggio nel bollettino settimanale sull’andamento del Covid: «Prosegue la frenata del virus. L’incidenza scende a 296 ogni 100.000 abitanti rispetto ai 375 della precedente rilevazione», spiegano gli esperti dell’Istituto Superiore di Sanità nel monitoraggio in data 16 dicembre 2022.



L’indice Rt di contagio scende sotto quota 1, ovvero sotto la soglia epidemica: il nuovo dato è 0.98, rispetto all’1.10 misurato nel precedente monitoraggio Iss una settimana fa. Una sola Regione – la Puglia – è classificata a rischio alto per molteplici allerte di resilienza ai sensi del DM del 30 aprile 2020; 10 sono a rischio moderato (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna Lazio, Liguria, Marche, Molise e Sicilia) e 10 classificate a rischio basso. L’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero è sostanzialmente stabile e anch’esso appena sotto la soglia epidemica: Rt a 0.98.



MONITORAGGIO COVID, AIFA: “NON È PIÙ PANDEMIA NÈ ENDEMIA”

Sul fronte dei ricoveri i dati che emergono dal monitoraggio Iss di oggi e dall’ultimo report della FIASO convergono: il tasso di occupazione in terapia intensiva scende al 3,2% rispetto al 3.4% della scorsa settimana, mentre il salgono lievemente i ricoveri in area medica ordinaria dal 14.5% al 14.8%. Come però ben spiega il report della Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere, i nosocomi “sentinella” sparsi nel Paese raccontano di +5,2% di ricoveri in Italia con però il calo importante del 7,9% delle terapie intensive: «nei reparti ospedalieri il 64% dei ricoverati con infezione da Sars-Cov-2 rientra nella categoria Con Covid ovvero pazienti che sono arrivati in ospedale per la cura di altre patologie, sono positivi al virus ma non hanno sintomi respiratori e polmonari. Di contro solo il 36% è ricoverato Per Covid ovvero perché ha sviluppato la malattia da Covid con sindromi respiratorie e polmonari», sottolinea il report che anticipa il bollettino Covid settimanale.



Ad oggi, la maggioranza dei pazienti, dunque, a oggi è costituita da chi è affetto da altre malattie ma è stato trovato positivo al virus e deve dunque essere isolato rispetto agli altri degenti. Il medesimo messaggio arriva dall’AIFA dove il Presidente Palù afferma con certezza: «il Covid non è più una pandemia e neppure un’endemia. Parliamo di un virus che in questa fase mantiene una circolazione diffusa nella popolazione di vaste aree del globo come quello di Dengue e Hiv. Non ce ne libereremo mai. Continuerà ad essere presente con picchi nella stagione invernale assieme agli altri virus respiratori». Lo stesso n.1 dell’Agenzia sottolinea come la letalità di Covid su stima globale è ora dello 0,045% rispetto all’1-2% di quando ha esordito nel nostro Paese. «Quindi meno letale dell’influenza che questa settimana, assieme ad altre infezioni respiratorie, ha un’incidenza 5 volte superiore al Covid, colpisce 16 adulti e 56-60 bambini sotto i 5 anni ogni mille abitanti. Su 100 casi, circa la metà sono dovuti al ceppo influenzale di tipo A, il 10% a Sars Cov 2 e il 30-40% ad altri virus stagionali», aggiunge Palù che considera comunque ancora fondamentale la questione dei vaccini, in quanto servono ancora per proteggere le categorie a rischio, «se non ci fosse stata non saremmo qui a parlarne. È dimostrato che il vaccino se non difende in modo completo dall’infezione, è uno scudo all’80-90% contro la malattia grave. Gli over 60 e i fragili devono fare la quarta dose, gli immunodepressi anche la quinta».