L’Italia si inserisce in un quadro europeo caratterizzato da una elevata o elevatissima circolazione del virus”. Comincia così la conferenza stampa del presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), Silvio Brusaferro, sul monitoraggio. La corsa in Italia è però più contenuta grazie alla campagna vaccinale. “Un po’ tutte le Regioni sono caratterizzate da un incremento di casi. Le fasce d’età più giovani alimentano l’aumento della circolazione. Colpisce che lo siano 30-39 e 40-49, perché hanno una copertura vaccinale più limitata”, ha proseguito Brusaferro. Per quanto riguarda l’età mediana alla diagnosi, è 42 anni nell’ultima settimana, 70 anni invece per quella al primo ricovero, 68 all’ingresso in terapia intensiva e 84 anni al decesso.



C’è un incremento nei casi sotto i 12 anni, in particolare tra 6 e 11 anni”, ha aggiunto il presidente dell’Iss in conferenza. Per quanto riguarda l’efficacia vaccinale, ecco le percentuali aggiornate.

Variante Alfa Delta
Diagnosi 88,6% 75,5%
Ospedalizzazioni 95% 91,4%
Ricoveri in T.I. 97,3% 94,7%
Decessi 96,4% 91,3%

L’andamento va monitorato e controllato anche alla luce della circolazione intensa del virus nei paesi del centro ed est Europa”, ha proseguito Silvio Brusaferro, il quale ha concluso il suo intervento esortando la vaccinazione per chi non ha ancora ricevuto il vaccino e raccomandato la terza dose.



MONITORAGGIO ISS: INDICE RT 1.15

Sono arrivati i nuovi dati sul Covid nella bozza di monitoraggio presentata da Iss e Ministero della Salute alla Cabina di regia anti-Covid, e le previsioni della vigilia vengono del tutto confermate: indice Rt in salita e oltre la soglia di allerta – 1.15, era 0.96 solo una settimana fa – ma cresce anche l’incidenza dei casi e le soglie di rischio “moderato” per le Regioni. Per fortuna la pressione sugli ospedali in Italia resta molto bassa, complice la larga diffusione del vaccino anti-Covid rispetto ad altrei Paesi Ue.

Il report dell’Istituto Superiore di Sanità registra una soglia di incidenza su 100mila abitanti di 53 casi, superando la “soglia” minima di allerta: le soglie su terapie intensive (al 4%, era 3,7% una settimana fa) e ricoveri (5,3% contro il precedente 4,5%) non sono alte e per questo non vi è il rischio di una zona gialla per la prossima settimana in nessuna Regione. «La trasmissibilità stimata sui casi sintomatici – si legge nel monitoraggio – è in aumento e sopra la soglia epidemica; la trasmissibilità stimata sui casi con ricovero ospedaliero è stabile e sopra la soglia epidemica. Questo andamento va monitorato con estrema attenzione e, se confermato, potrebbe preludere ad una recrudescenza epidemica»; tutte le Regioni/PPAA risultano classificate a rischio moderato, mentre l’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero è stabile sopra la soglia epidemica. Infine, concludono gli scienziati, si ritiene che le stime dell’Rt «siano poco sensibili al recente aumento del numero di tamponi effettuati, poiché tali stime sono basate sui soli casi sintomatici e/o ospedalizzati».



DATI COVID, GIMBE: +12,9% CASI IN 7 GIORNI

È atteso in mattinata il monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), presentato come sempre in Cabina di regia anti-Covid: con la risalita dei contagi in Italia e in Europa – e con la prossima accelerata che il Governo è pronto a dare sul fronte vaccini (in giornata l’annuncio su terza dose e somministrazioni a bambini 5-11 anni) – la battaglia al Covid-19 torna ad essere centrale anche nelle cronache nazionali.

Indice Rt, incidenza contagi, livelli di terapie intensive e ricoveri: il report Iss mostrerà l’andamento della pandemia nell’ultima settimana, dato comunque in peggioramento rispetto anche solo a metà ottobre. «Gli indici peggiorano ma i ricoveri rimangono al di sotto della soglia critica. I vaccini funzionano», diceva il direttore generale del Ministero della Salute Gianni Rezza, a commento del precedente monitoraggio Iss. I dati emersi ieri dalla Fondazione GIMBE sembrano confermare in parte tale lettura: nella settimana 27 ottobre-2 novembre, aumentano i nuovi casi di Covid-19 in Italia (+16,6%) ed i ricoveri (+14,9%) mentre s’inverte la tendenza delle terapie intensive (+12,9%). A livello nazionale però il tasso di occupazione rimane comunque molto basso: 5% in area medica e 4% in intensiva.

MONITORAGGIO ISS: CHI RISCHIA LA ZONA GIALLA

E così i dati attesi in Cabina di regia oggi pomeriggio dovrebbero confermare un’Italia in zona bianca anche per la prossima settimana, con i dubbi che restano solo su due Regioni sulle 21 italiane: se è infatti vero che al momento nessuna Regione, secondo il monitoraggio GIMBE, supera le soglie del 15% per l’occupazione dei reparti di area medica e del 10% per l’area critica di terapia intensiva, le soglie per il Friuli Venezia Giulia e l’Alto Adige sono considerate “limite”. Un territorio abbandona la zona bianca se contemporaneamente il tasso di incidenza supera i 50 casi su 100mila abitanti, terapie intensive oltre il 10% e ricoveri ordinari oltre il 15%: ebbene, gli ultimi dati di AGENAS mostrano come il Friuli, oltre all’incidenza sopra 50, presenta un tasso di occupazione in terapia intensiva salito dal 4% al 10% nel giro di pochi giorni. Se dunque anche i ricoveri ordinari dovessero superare quota 15% ecco che allora scatterebbe l’ordinanza del Ministro Speranza per il passaggio di “zona”. In Alto Adige discorso molto simile: nella provincia di Bolzano i ricoveri sono oltre soglia, mentre le terapie intensive restano “basse” (4 posti occupati). Se però dovessero crescere anche solo di altre 10 rianimazioni, ecco che la fascia gialla potrebbe materializzarsi.