Il Ministero della Salute ha diffuso i dati relativi al monitoraggio dell’Istituto superiore di sanità (Iss), fornendo quindi l’indice Rt delle Regioni da cui è possibile tracciare le “pagelle” o la cosiddetta classifica. Nel comunicato si precisa che il quadro generale resta «a bassa criticità» con un’incidenza negli ultimi 14 giorni di 4.7 per 100mila abitanti, quindi in diminuzione. Si osserva poi a livello nazionale «una lieve diminuzione nel numero di nuovi casi diagnosticati e notificati» all’Iss rispetto alla settimana di monitoraggio precedente.
Le misure di lockdown in Italia hanno permesso un controllo efficace dell’epidemia di coronavirus, eppure «persiste una trasmissione diffusa del virus che, quando si verificano condizioni favorevoli, provoca focolai anche di dimensioni rilevanti». Persiste l’assenza di segnali di sovraccarico dei servizi assistenziali, ma in alcune Regioni si segnalano «numeri di nuovi casi elevati», motivo per il quale «in alcune parti del Paese la circolazione di Sars-Cov-2 è ancora rilevante».
E infatti l’indice Rt ha superato il livello di guardia in Lazio, Emilia Romagna e Veneto, mentre Rt nazionale è inferiore a 1. A proposito della Regione guidata da Luca Zaia, si precisa che il dato del monitoraggio dell’Iss fa riferimento a un periodo di due settimane, mentre il dato riferito dal presidente della Regione Veneto è il risultato di una media di 7 giorni. (agg. di Silvana Palazzo)
https://twitter.com/ilsussidiario/status/1279097964041064449?ref_src=twsrc%5Etfw
INDICE RT REGIONI, IL CASO VENETO
In attesa di conoscere le “pagelle” del Ministero della Salute con i risultati del monitoraggio Iss, arriva una prima indicazione sull’indice Rt in Veneto. A rivelarlo è il presidente della Regione, Luca Zaia, il quale ha spiegato in conferenza stampa che è passato da 0,43 a 1,63. «Io non so a chi fare i complimenti – ha esordito in maniera sarcastica –. Sta accadendo quello che vi avevo preannunciato: siamo passati dal rischio basso al rischio elevato». L’indice Rt è aumentato nell’ultima settimana, ma l’epidemia di coronavirus resta comunque sotto controllo. Nelle ultime 24 ore il Veneto ha segnalato un nuovo caso, ma nell’ultima settimana ne sono stati registrati 31, in leggero aumento rispetto a quella precedente. E infatti il governatore è preoccupato per il tasso di contagiosità. Per questo auspica misure più severe e sta già lavorando in tal senso. Nel frattempo si attende il documento ufficiale di Ministero della Salute e Iss sul monitoraggio con l’indice Rt di tutte le Regioni. (agg. di Silvana Palazzo)
MONITORAGGIO ISS, OGGI INDICE RT REGIONI
Si è aperto il mese di luglio con il quesito che si fa sempre più pressante tra i cittadini italiani: il coronavirus è sconfitto o dobbiamo davvero aspettarci questa “famigerata” seconda ondata? Come ogni venerdì è atteso per oggi il nuovo monitoraggio Iss-Ministero della Salute in merito all’andamento epidemiologico della settimana 27 giugno-3 luglio: le consuete “pagelle” delle Regioni con l’indice Rt di ogni territorio e il giudizio sulla fase 3 verranno presentate nel primo pomeriggio dal nuovo report Iss dopo che la scorsa settimana i rischi di “esplosione” dei focolai furono in realtà disattesi, per fortuna, dai dati numerici.
«La situazione è buona nel Paese e l’indice Rt sotto 1 su scala nazionale, con differenze fra regioni nell’incidenza. Focolai, anche di una certa rilevanza, indicano che il virus in determinati contesti è in grado di circolare anche rapidamente. Ciò induce a tenere comportamenti adeguati e a identificare e contenere prontamente i focolai come attualmente si sta facendo», spiega il professor Rezza solo 7 giorni fa a margine del nuovo monitoraggio Iss. Resta il nodo “futuro imprevedibile” con l’Istituto e il Cts che predicano molta attenzione: «piccoli segnali di allerta, la situazione epidemiologica è fluida e richiede rispetto rigoroso delle misure di contenimento».
MONITORAGGIO COVID, IL PUNTO DI SPERANZA
Nel corso della settimana non sono mancate le polemiche tra gli stessi esperti in materia rispetto alla presunta “seconda ondata”: tra gli “ottimisti” (come Zangrillo e Remuzzi) e i più “cauti” (Crisanti e Ranieri Guerra dell’Oms), il Governo tiene la barra dritta sulla seconda ipotesi di lettura di questo calo ulteriore dei numeri del coronavirus in Italia (ieri però un rialzo rispetto agli ultimi giorni mostra 30 morti e 201 nuovi contagi in tutta Italia, ndr). «Una seconda ondata del coronavirus è possibile, la comunità scientifica non la esclude – ha spiegato il Ministro della Salute Roberto Speranza – noi ci auguriamo che non ci sia, ma di fronte al rischio dobbiamo conservare le regole di cautela, utilizzare le mascherine, evitare assembramenti e lavare le mani. E poi rafforzare il Ssn, negli ultimi cinque mesi abbiamo messo più soldi che negli anni passati. Per me è solo l’inizio».
Alla cautela di Speranza corrisponde la prudenza dell’interno Governo con il titolare della Sanità che ribadisce all’Ansa «Abbiamo vissuto mesi difficili non possiamo rimuovere le restrizioni, sarebbe sbagliato ricorrere rischi che non ci possiamo permettere. La cautela in più è condivisa dalla comunità scientifica e ci permette di superare queste settimane». Per il Premier Giuseppe Conte la sfida della fase 3 resta comunque importante per far ripartire il Paese, «Ho detto che possiamo affrontare la socialità tenendo le distanze, lavandoci le mani, usando la mascherina quando a contatto. Sulla seconda ondata io non ho mai minacciato nulla: ho detto un’altra cosa, che con il piano di controllo territorialmente articolato siamo in condizione di affrontare con relativa tranquillità anche i prossimi mesi».
Chi invece continua ad avere una posizione più “ottimista” e meno spaventata dell’andamento epidemiologico del coronavirus – anche partendo dai dati Iss sul Rt Regioni e il monitoraggio settimanale – è il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri: «Si parla di una nuova ondata del virus a settembre – ottobre, ma io credo che così non sarà: se diamo un messaggio di paura non ripartiremo, dobbiamo ripartire che il virus c’è e bisogna conviverci (…) Se continuiamo a creare terrore, l’Italia non riparte».