Silvio Brusaferro preferisce non sbilanciarsi in merito al destino della strategia “a colori” adottata in Italia. «Serve un ulteriore rafforzamento delle misure a livello basale», ha avvertito il presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss) nella conferenza stampa per l’analisi dei dati del monitoraggio. Per Gianni Rezza, direttore della Prevenzione del Ministero della Salute, chiarisce: «Le decisioni le prende la politica, non credo ci sia all’orizzonte un cambio di strategia». D’altra parte, ritiene che sia servita ad abbassare il numero dei casi e possa essere perfezionabile. Sollecitato sull’immunità di gregge, Rezza ha spiegato: «Bisognerebbe vaccinare il 67% della popolazione, ma ci sono altre variabili che vanno tenute in considerazione. Noi stiamo vaccinando per proteggere delle persone e abbattere la mortalità. Se dovessimo vaccinare per non far circolare molto il virus, dovremmo essere certi che blocchino la trasmissione e identificare categorie che sostengono l’epidemia, ma questo non è ancora chiaro. Secondo uno studio americano forse lo sono le persone tra 20 e 40 anni».

L’altra variabile è la durata della protezione. «Per ora parliamo di protezione, non di immunità di gregge. Più vaccineremo in fretta più ostacoli metteremo alla circolazione del coronavirus», ha concluso Gianni Rezza. Non sono mancate domande sulla diffusione delle varianti. I dati dello studio condotto dall’Iss non sono chiari a livello regionale. «Per alcune avevamo un numero ridotto di campioni, due poi hanno usato un metodo diverso di analisi. Quasi tutte hanno fatto un pre-screening con Pcr, altre hanno fatto direttamente sequenziamento. Non si tratta di tener nascosti i dati, ma di evitare confronti che potrebbero essere fuorvianti», ha chiarito Rezza. (agg. di Silvana Palazzo)

MONITORAGGIO ISS: “ZONE ROSSE CONTRO VARIANTI”

Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), ha analizzato i dati emersi dal nuovo monitoraggio, ribadendo l’importanza del rafforzamento delle misure anti Covid alla luce della diffusione delle varianti Covid e dell’incremento dell’indice Rt. A tal proposito, ha ribadito che la variante inglese sarà quella dominante in Italia. Inoltre, evidenzia primi segnali positivi da vaccinazione degli over 80, in quanto sta diminuendo l’incidenza dei casi per questa fascia d’età. «In Italia leggera ricrescita dei casi, anche tra i più giovani. Cala l’incidenza tra gli over80, effetto positivo dei vaccini». In conferenza stampa è intervenuto anche il professor Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità, che ha sottolineato un altro dato. «Nella popolazione pediatrica c’è un certo incremento nel numero di casi, ma i dati disponibili ci indicano come a fronte di questo non c’è evidenza di un peggioramento di quadri clinici, anzi i dati dimostrano che rispetto alla primavera scorsa il quadro clinico dei pazienti pediatrici è meno severo». In merito al vaccino russo Sputnik, ritiene che andrebbe valutata la produzione.

Successivamente è intervenuto il professor Gianni Rezza, direttore Prevenzione del Ministero della Salute. «La situazione è particolare, siamo in una fase di transizione. C’è una stabilizzazione con tendenza all’incremento, quel che preoccupa è che in alcune sub-aree regionali vediamo degli incrementi di incidenza, come se ci fossero diversi focolai in diverse regioni. Questo potrebbe essere dovuto alla presenza delle varianti». A tal proposito, ha spiegato che la variante brasiliana «è un po’ più inquietante» rispetto alle altre. Rezza suggerisce un contenimento «aggressivo», quindi con zone rosse locali. «L’aumento dell’Rt prelude un aumento di casi», ha concluso. (agg. di Silvana Palazzo)

MONITORAGGIO ISS E INDICE RT: ECCO TUTTI I DATI

Anche il monitoraggio Iss di questa settimana registra un peggioramento generale nel livello di rischio. La Regione Umbria ha un livello di rischio alto, motivo per il quale rischia di passare in zona rossa, mentre sono 12 (contro le 10 della settimana precedenti) quelle con classificazione di rischio moderato, di cui sei ad alta probabilità di progressione a rischio alto nelle prossime settimane. Otto Regioni invece con rischio basso. La bozza del monitoraggio evidenzia che dieci Regioni hanno indice Rt puntuale maggiore di 1, di cui nove anche nel limite inferiore compatibile con uno scenario di tipo 2, che quindi è in crescita rispetto alla settimana precedente. Le altre, invece, hanno indice Rt puntuale compatibile con scenario di tipo uno. Per quanto riguarda il numero di nuovi casi, crescono i contagi non associati a catene di trasmissione (29.196 vs 28.360), cala invece la percentuale di quelli rilevati tramite contact tracing (29.8% vs 31,4%). Aumenta pure la percentuale di casi rilevati con la comparsa di sintomi (33,7% vs 32,7%), mentre il 19,4% dei casi è stato individuato tramite attività di screening e nel 17,1% non è stata indicata la ragione dell’accertamento diagnostico.

Per quanto riguarda la pressione ospedaliera, c’è una stabilità nel numero di Regioni con tasso di occupazione sopra la soglia critica: sono 5. A livello nazionale, il tasso di occupazione in terapia intensiva resta alto ma sotto la soglia critica (24%). Nel complesso, il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in lieve diminuzione (da 2.143 a 2.074); così pure per quelle ricoverate in aree mediche (da 19.512 a 18.463). Ma è una tendenza che sottende forti variazioni inter-regionali. Sono in calo quelle dove sono state riportate allerte di resilienza (7 vs 11). Infine, il monitoraggio Iss evidenzia che anche questa settimana nessuna Regione ha riportato molteplici allerte di resilienza.

Questo richiede misure di mitigazione nazionali e puntuali interventi di mitigazione/contenimento nelle aree a maggiore diffusione. La conclusione degli esperti, dunque, è sempre la stessa: «È fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile. Si ricorda che è obbligatorio adottare comportamenti individuali rigorosi e rispettare le misure igienico-sanitarie predisposte relative a distanziamento e uso corretto delle mascherine». Analogamente a quanto accade nel resto d’Europa, l’Iss raccomanda il rafforzamento e/o innalzamento delle misure su tutto il territorio, di rimanere a casa il più possibile e di evitare contatti al di fuori del nucleo abitativo. (agg. di Silvana Palazzo)

INDICE RT PER REGIONE E PPAA

Molise: 1,4
Trentino: 1,23
Toscana: 1,2
Abruzzo: 1,17
Umbria: 1,17
Campania: 1,16
Alto Adige: 1,16
Liguria: 1,08
Emilia Romagna: 1,06
Basilicata: 1,03
Puglia: 1
Piemonte: 0,96
Lombardia: 0,95
Lazio: 0,95
Val d’Aosta: 0,92
Marche: 0,91
Veneto: 0,81
Friuli Venezia Giulia: 0,80
Sardegna: 0,77
Calabria: 0,76
Sicilia: 0,73

MONITORAGGIO ISS: INDICE RT A 0,99, CRESCE INCIDENZA

Prime indiscrezioni dal monitoraggio Iss-Ministero della Salute in merito al periodo che va dall’8 al 14 febbraio 2021. Il primo elemento che vi abbiamo riportato è quello relativo all’indice Rt, che la scorsa settimana era a 0,95 e ad oggi risulta salito a 0,99. Ma c’è un altro dato in crescita ed è quello relativo all’incidenza dei casi ogni 100mila abitanti. Ora infatti sono 135,46 per 100mila abitanti nella settimana 8-14 febbraio mentre in quella 1-7 febbraio erano 133,13 per 100mila. Un incremento lieve, ma comunque significativo, perché conferma che siamo ancora lontani dai livelli che permetterebbero il completo ripristino in Italia dell’identificazione dei casi e del tracciamento dei loro contatti.

Questo livello, come ricordato dall’Istituto superiore di sanità, si attesta su 50 per 100mila abitanti ed è quello che peraltro consente il passaggio in zona bianca. Si attende però report completo, fondamentale per le conclusioni della Cabina di regia e quindi il cambio colore regioni. (agg. di Silvana Palazzo)

MONITORAGGIO ISS: INDICE RT SALE A 0,99

Emergono i primi dati dal classico monitoraggio dell’Iss, l’Istituto superiore della sanità, del venerdì, il punto sulla pandemia di covid in Italia con i numeri dell’ultima settimana. Come anticipato da giorni, la curva è tornata leggermente a salire dopo tre settimane di decrescita, e di conseguenza è cresciuto anche l’Indice Rt, il famoso indice di contagiosità (quante persone un infetto col covid può a sua volta infettare).

Stando a quanto riferito dai colleghi di Skytg24.it, l’Indice Rt attuale è pari a 0.99, al limite quindi della soglia psicologica dell’1, anche se raggiunge l’1.07 nel suo limite superiore (il range preciso è infatti di 0.95-1.07). Si tratta di un indice riferito al periodo 27 gennaio-9 febbraio, e che rappresenta senza dubbio uno dei dati principali su cui si basano le misure di restrizione anti-covid. Nelle prossime ore sono attese le nuove colorazioni delle regioni, e alla luce di una curva in aumento è probabile che diverse zone possano peggiorare. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

MONITORAGGIO ISS: LOMBARDIA IN BILICO, ABRUZZO IN ROSSA?

Sono attesi oggi i dati del monitoraggio Iss, la consueta Cabina di regia del venerdì che decreta la nuova assegnazione delle colorazioni alle zone. In base a quanto emerso nelle ultime ore c’è mezza Italia che rischia di divenire arancione, anche se i governatori delle regioni Lazio, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Lombardia, hanno anticipato nella giornata di ieri i dati, sottolineando di essere ancora in zona gialla nonostante la curva sia in peggioramento. “Con i numeri attuali – le parole del governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga – resteremo in zona gialla”, e simile il commento di Attilio Fontana: “A me sembra che la Lombardia possa rimanere in zona gialla”. Ha loro ha fatto eco Cirio, numero del Piemonte: “La situazione è stabile. L’Rt, seppur in lieve crescita, rimane comunque sotto l’1, quindi i numeri sono da Piemonte in zona gialla”, mentre Zingaretti del Lazio aggiunge: “Anche se rimanessimo in zona gialla dico comunque attenzione”. All’opposto c’è la situazione della Valle d’Aosta, che “rischia” invece di entrare in zona bianca, prima regione in Italia, grazie a tre settimane con casi con una incidenza sotto i 50 su 100.000. Infine sembra certo il passaggio in zona rossa dell’Abruzzo, che dopo il lockdown nelle province di Pescara e Chieti, ha fatto registrare un indice Rt superiore all’1.10, anche se in calo negli ultimi giorni. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

MONITORAGGIO ISS E INDICE RT: CAOS VARIANTI COVID

Un nuovo monitoraggio dell’Istituto superiore di sanità (Iss) è atteso oggi, venerdì 19 febbraio 2021, per fornire il quadro della situazione in Italia riguardo l’epidemia di Covid. Conosceremo, dunque, l’indice di contagio Rt aggiornato, sia quello nazionale (che era salito a 0,95 la settimana scorsa) sia quello di tutte le Regioni. Non sono gli unici dati attesi: avremo anche quelli relativi ai ricoveri, senza dimenticare il focus sulle varianti Covid su cui lo stesso Istituto superiore di sanità ha lanciato un allarme. Il monitoraggio Iss sarà peraltro fondamentale per la successiva cabina di regia anti-Covid che vede il Ministero della Salute al tavolo con Comitato tecnico scientifico (Cts) e Regioni. A proposito delle varianti Covid, l’Iss ha avviato un’indagine rapida per disegnare la mappa sul territorio italiano del grado di diffusione delle varianti di Sars-CoV-2. Lo studio è coordinato dall’Iss col supporto della Fondazione Kessler, in collaborazione col Ministero della Salute, Regioni e Province autonome. E riguarda 1.058 campioni da quattro macro aree.

Ma oggi l’attesa è sui nuovi dati del monitoraggio, perché diverse Regioni rischiano di lasciare la zona gialla e passare in quella arancione. Quelle più a rischio sono Lombardia, Emilia-Romagna, Lazio, Piemonte, Friuli Venezia Giulia e Marche.

MONITORAGGIO ISS E INDICE RT: IL CASO ABRUZZO

Al momento la situazione più delicata è quella dell’Abruzzo, che potrebbe finire in zona rossa. Qui ci sono già due province in “lockdown”, cioè quelle di Pescara e Chieti. Il rischio è che oggi sfori l’indice Rt 1.25, il limite per passare in rosso, anche a fronte del record di ricoverati degli ultimi due mesi che è stato registrato oggi. A proposito di pressione ospedaliera, a livello nazionale continua a calare il numero delle terapie intensive occupate dai pazienti affetti da Covid. In attesa dei dati del nuovo monitoraggio dell’Istituto superiore di sanità (Iss), la percentuale si attesta al 23%, quindi 7 punti sotto la soglia critica del 30%, evidenziando un calo di 4 punti rispetto ai dati di tre settimane fa.

Questi sono i dati del monitoraggio quotidiano dell’Agenas, aggiornati al 17 febbraio 2021. Ma sei Regioni si trovano in una situazione critica. Oltre all’Abruzzo (33%), ci sono anche Marche (33%), Friuli Venezia Giulia (34%), Molise (31%) e Bolzano (39%), ma soprattutto Umbria, dove il 59% dei posti in terapia intensiva è occupato da pazienti Covid. Questa è peraltro una delle Regioni finite nel mirino, quindi monitorate, per quanto riguarda l’evoluzione dell’epidemia alla luce della diffusione delle varianti.