Indice Rt stabile a 0,84
, ma si registra un lieve peggioramento dell’epidemia Covid. È quanto emerge dal nuovo monitoraggio dell’Istituto superiore di sanità (Iss), secondo cui l’incidenza si mantiene sopra il valore di 130 casi per 100mila abitanti, mentre 13 regioni hanno un trend di casi in aumento. La trasmissibilità, inoltre, ha un range che arriva a superare 1 nel suo valore superiore. In due regioni, in particolare, è in contro-tendenza rispetto al resto del paese con un indice Rt significativamente sopra la soglia di 1, mentre 5 regioni riportano il valore puntuale attorno all’1 con valori compresi tra 0.95 e 1,03. Per Iss e Ministero della Salute aumentano il numero delle regioni classificate a rischio alto (3 contro 1). Sono 11 con rischio moderato (di cui una ad alto rischio di progressione a rischio alto nelle prossime settimane) e 7 con rischio basso. Ciò in un «contesto preoccupante per il riscontro di varianti virali di interesse per la sanità pubblica in molteplici regioni italiane che possono portare ad un rapido incremento dell’incidenza».
L’incidenza, seppur lievemente diminuita, non è ancora ai livelli che permetterebbero il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti. Nello specifico, resta molto alta l’incidenza nella Provincia Autonoma di Bolzano (686,57 per 100mila dal 25 al 31 gennaio). Il monitoraggio segnala che 3 regioni e province autonome presentano una incidenza superiore ai 200 per 100mila abitanti. Umbria e Provincia Autonoma di Bolzano hanno Rt puntuale maggiore di 1 anche nel limite inferiore e uno scenario di rischio di tipo 2, le altre regioni un Rt puntuale compatibile con uno scenario tipo uno, ma 5 regioni riportano il valore medio attorno all’1 (Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Marche e Toscana).
Per quanto riguarda il tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica, il numero delle Regioni resta stabile: sono 8. Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale si colloca sotto la soglia critica (26%). Quindi, è in diminuzione il numero di persone ricoverate in terapia intensiva e in aree mediche, tenendo però conto di forti variazioni interregionali. Stabile anche il numero di Regioni e Province autonome in cui non sono state riportate allerte di resilienza (16). Nessuna ha riportato molteplici allerte di resilienza. Cala il numero di casi non riconducibili a catene di trasmissione note, stabile la percentuale dei casi rilevati tramite attività di tracciamento dei contatti, ma aumenta la percentuale di casi rilevati tramite la comparsa dei sintomi. Infine, 21,7% dei contagi è stato rilevato tramite attività di screening e nel 14,5% non è stato riportato il motivo dell’accertamento diagnostico. (agg. di Silvana Palazzo)
MONITORAGGIO ISS 5 FEBBRAIO: INDICE RT 0.84
Buone notizie dall’ultimo monitoraggio dell’Iss, in quanto l’indice Rt è rimasto sui valori della scorsa settimana. Nel dettaglio, come si legge su Repubblica, il valore dell’Rt medio italiano è rimasto a quota 0.84 (compreso fra 0.76 e 1.02), segno che per il momento la curva non è ancora tornata a salire. Potenzialmente tutte le regioni hanno dati da zona gialla ad eccezione della Provincia di Bolzano e della Puglia, (con un indice Rt superiore a 1), e dell’Umbria, considerata regione a rischio alto.
Di conseguenza, in vista delle possibili nuove colorazioni delle regioni, dovrebbe cambiare poco rispetto a quelle attualmente in vigore, ad eccezione della Sardegna, che dopo le polemiche degli scorsi giorni dovrebbe passare da arancione a giallo, mentre la provincia di Bolzano, Sicilia, Puglia e Umbria saranno arancioni, con quest’ultima a rischio rossa, almeno in provincia di Perugia. Nella zona del capoluogo umbro, infatti, si teme un nuovo cluster ospedaliero di casi colpiti da una variante del covid, ed è stata la stessa Regione a segnalare la presenza delle varianti inglese e brasiliana. Da segnalare anche quanto comunicato dalla regione Campania, un problema di circolazione del covid nelle scuole. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
MONITORAGGIO ISS, COLORI REGIONI: CHI CAMBIA
Mentre l’Italia è ancora alla ricerca di un Governo, la pandemia Covid-19 resta e continua ad essere gestita dall’esecutivo uscente in carica solo per gli affari correnti e “straordinari”: è in arrivo come sempre al venerdì il monitoraggio Iss che “fotografa” la situazione epidemiologica del Paese, offrendo le novità in termini di contagio, dell’Indice Rt e delle singole situazioni dei territori. Con i dati dell’Istituto Superiore di Sanità nel pomeriggio la Cabina di regia anti-Covid (Ministero della Salute-Cts-Regioni) provvederà a formulare il nuovo report sul quale il Ministro Speranza in serata firmerà le nuove ordinanze sul cambio “colore” di eventuali altri Regioni. La situazione viene data come stabile, anche se ieri al Fondazione Gimbe ha gettato l’allarme sullo “stop” al calo dei contagi nell’ultima settimana: occorre ora attendere i dati del monitoraggio per capire se un’eventuale risalita dei contagi porterà a nuove classificazioni di rischio per le Regioni italiane. 7 giorni fa l’indice Rt si fermo a 0,84 con gli esperti dell’Iss che ribadivano la soglia di allarme da tenere comunque alta, «troppi morti ancora per il numero elevato di casi», anche se di certo la seconda ondata è in fase calante rispetto agli ultimi mesi del 2020. Così il Professore Gianni Rezza, direttore della Prevenzione del Ministero della Salute, inquadrava la situazione nello scorso monitoraggio: «Bisogna mandare un messaggio equilibrato. Abbiamo una situazione che indubbiamente è migliorata rispetto a qualche settimana fa. Siamo al di sotto della soglia critica per quanto riguarda l’occupazione delle terapie intensive. Abbiamo una lieve riduzione dell’incidenza che ci fa ben sperare insieme alla riduzione dell’indice Rt. Sono dati che ci dicono che la tendenza in questo momento è positiva».
MONITORAGGIO ISS: OGGI NUOVI COLORI REGIONI
A differenza però di quanto avvenne il 29 gennaio scorso, quando diverse Regioni cambiarono “radicalmente” colore e rischio scendendo di classificazione, dal monitoraggio odierno la Cabina di regia non dovrebbe apporre radicali cambiamenti. Le Regioni “gialle” dovrebbero essere tutte confermate – ovvero Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Provincia autonoma di Trento, Toscana, Valle d’Aosta, Veneto – mentre le poche Regioni “arancioni” che erano rimaste la scorsa settimana – Bolzano, Puglia, Sardegna, Sicilia, Umbria – potrebbero rivedere alcuni cambiamenti e l’ingresso in zona gialla almeno per i territori di Sardegna e Puglia.
Nessuna zona rossa regionale dovrebbe confermarsi anche questa settimana, ad esclusione di possibili mini lockdown che potrebbero essere immessi nelle aree di Perugia e Chieti dove sono emerse con prepotenza diversi casi, rispettivamente di variante brasiliana e inglese. La situazione resta solo apparentemente tranquilla visto che le varianti del Covid allarmano gli scienziati e il Cts e potrebbero nelle prossime settimane portare a “rialzi” improvvisi dei contagi e – probabilmente – anche delle restrizioni. Qui però “gioca” il fattore nuovo Governo: con ogni probabilità sarà il Presidente del Consiglio Mario Draghi e il suo nuovo esecutivo a formulare i provvedimenti utili (15 febbraio scade il decreto sullo stop agli spostamenti regionali, il 5 marzo scade il Dpcm) e con la crisi ancora in corso non è da escludersi qualche possibile ritardo nella composizione dei decreti.