Come ogni settimana, è arrivato il videomessaggio di Gianni Rezza per analizzare il monitoraggio Iss-Ministero della Salute. “Questa settimana si osserva una sostanziale tendenza alla stabilizzazione del tasso di incidenza dei casi Covid nel Paese: siamo a 386 casi per 100mila abitanti, mentre la scorsa settimana eravamo a 388 per 100mila abitanti”, ha esordito il direttore generale Prevenzione del ministero della Salute.
Gianni Rezza ha poi proseguito: “L’Rt mostra invece una lieve tendenza all’incremento: siamo a 1,14 e ancora sopra soglia epidemica. Il tasso di occupazione in area medica e di terapia intensia è rispettivamente al 13,3% e al 3,2%, quindi mostra una tendenza all’incremento, anche se siamo e rimaniamo al di sotto di qualsiasi soglia di criticità e ben lontano da una situazione di congestione degli ospedali”. (Aggiornamento di MB)
I DATI DEL NUOVO MONITORAGGIO ISS: IL CONTAGIO DA COVID SI FRENA
Come già assistito più volte nelle varie “curve” Covid dall’inizio della pandemia da coronavirus, dopo una netta risalita del contagio la “curva” si flette ma per diversi giorni aumentano ancora i ricoveri: è quello che succedendo in questo momento in Italia secondo la “fotografia” scattata dall’ultimo monitoraggio Iss-Ministero della Salute diffuso via bozza dalla Cabina di regia anti-Covid. Come già nel passato, dopo la risalita dei contagi si assiste ad un netto aumento dei ricoveri (ordinari e in terapia intensiva): la differenza è che rispetto alle “curve” di lunga gittata e con la presenza contemporanea di svariati decessi, il livello attuale della pandemia da Covid-19 in Italia è nettamente meno emergenziale anche solo rispetto ad un anno fa.
La corsa del virus «si arresta» spiega la bozza del monitoraggio Iss diffuso come ogni venerdì: l’incidenza dei casi su 100mila abitanti scende da 388 della scorsa settimana ai 386 di questa: secondo i dati flusso Iss, «La fascia di età che registra il più alto tasso di incidenza settimanale per 100.000 abitanti è la fascia d’età 50-59 anni con un’incidenza pari a 496 casi per 100.000 abitanti, in leggero aumento rispetto alla settimana precedente. In diminuzione l’incidenza settimanale in tutte le fasce di età sotto i 50 anni e nella popolazione di età 60-69 anni. L’età mediana alla diagnosi è di 54 anni, stabile rispetto alle settimane precedenti». Cala anche l’indice di contagio Rt da 1.04 a 1.14 senza però rappresentare un reale pericolo per la tenuta del sistema sanitario nazionale: sempre secondo il monitoraggio Iss, 3 Regioni (Emilia Romagna, Liguria e Marche) sono classificate a rischio alto tutte per molteplici allerte di resilienza ai sensi del DM del 30 aprile 2020; 11 sono a rischio moderato e 7 classificate a rischio basso.
MONITORAGGIO ISS E REPORT FIASO: SALGONO ANCORA I RICOVERI
Se i contagi frenano, non si può dire lo stesso dei ricoveri in uno scenario già visto nel passato e perfettamente logico: l’esito del contagio in soggetti fragili può comportare anche il ricovero in ospedale che ha ovviamente tempi di decorrenza molto più lunghi del “semplice” contagio con lievi sintomi. Il monitoraggio Iss certifica che nell’ultima settimana è in aumento sia il ricovero in area medica ordinaria che in rianimazione: il tasso di occupazione in aree mediche COVID-19 a livello nazionale è al 13,3% contro il 12,0% al 24 novembre 2022; per le terapie intensive, il tasso di occupazione sale dal 2,5% al 3,2% dei posti totali in Italia.
Un lieve campanello d’allarme simile lo registrava già ieri il report della Fiaso (Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere): negli ospedali “sentinella” osservati dalla federazione emerge come negli ultimi 7 giorni il balzo dei ricoveri è rettato al 19,5% rispetto alla settimana precedente. La rilevazione evidenzia un aumento del 20% dei pazienti ricoverati nei reparti Covid ordinari, mentre le terapie intensive registrano un aumento più ridotto, pari al 9%. Sempre secondo il report Fiaso del 29 novembre emerge come «il 65% dei ricoveri sono pazienti ‘con Covid’, ovvero persone arrivate per curare altre patologie e poi trovate positive al virus, mentre il 34% sono pazienti ricoverati ‘per Covid’, che quindi hanno sviluppato delle sindromi respiratorie tipiche dell’infezione da Sars-Cov-2».