«C’è una crescita continua di nuovi casi e di occupazione di posti letto, mentre l’indice Rt si mantiene sopra la soglia epidemica». Questa la prima fotografia scattata dal presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), Silvio Brusaferro, nel corso dell’analisi del monitoraggio dell’epidemia Covid in Italia. Niente conferenza stampa, ma un video in cui evidenzia che c’è «una circolazione diffusa in tutto il Paese». Le fasce d’età più colpite sono quelle sotto i 19 anni. Soffermandosi su questa fascia, scorporando l’incidenza, si evince che quella dove è più elevata è tra 6 e 11 anni. «I ricoveri dei pazienti pediatrici sono limitati, ma presenti in tutte le fasce d’età».
Per quanto riguarda la variante sudafricana, chiamata “omicron” dall’Oms, non è stata ancora individuata in Italia. «Questo quadro epidemiologico ci porta a raccomandare di mantenere la copertura immunitaria o ottenerla se non si è fatto ancora il vaccino e comportarsi in maniera prudente tramite le raccomandazioni già note. Solo così possiamo cercare di modellare l’andamento della curva e ridurre il numero di nuovi contagi», ha concluso Silvio Brusaferro.
MONITORAGGIO ISS: I DATI SUI RICOVERI
Come ogni venerdì, sono giunti in Cabina di regia i dati del monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità per inquadrare la situazione in evoluzione della “quarta ondata” di contagi: l’Italia, assieme a Spagna e Portogallo, si conferma tra i Paesi meno “sotto allarme” anche se restano comunque in netto aumento tutti i principali indici epidemiologici.
L’indice Rt sale da 1.21 a 1.23 mentre è l’incidenza dei casi di contagio (su 100mila abitanti) ad essere cresciuta maggiormente negli ultimi 7 giorni, a riconferma del carattere di estrema contagiosità della variante Delta nel nostro Paese: da 98 dello scorso monitoraggio all’attuale dato di 125 casi su 100mila abitanti. Il tasso di occupazione in terapia intensiva sale invece al 6,2% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 25 novembre) contro il 5,3% (dati al 18/11); di contro, il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale sale all’8,1% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 25 novembre) contro il 7,1% del 18 novembre scorso. Una sola Regione risulta classificata a rischio alto (Friuli) mentre 18 sono a rischio moderato: infine, si legge nella bozza del monitoraggio Iss come sia in leggero aumento e sopra la soglia epidemica l’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero (Rt = 1,15 (1,11-1,19) al 16/11/2021 vs Rt = 1,09 (1,04-1,14) al 9/11/2021). Indice Rt, incidenza dei casi, tassi di ricovero: gli scienziati che collaborano con il Governo nell’ultima Cabina di regia tenutasi mercoledì sul nuovo Decreto “Super Green Pass” hanno spiegato che la situazione è in «lento ma costante peggioramento» perciò si è scelta la strada del «prevenire per preservare» i risultati ottenuti con la campagna di vaccini tra le più sviluppate d’Europa. In attesa della bozza di monitoraggio presentata oggi pomeriggio dai responsabili di Iss e Cts (Brusaferro, Rezza, Locatelli), ieri la Fondazione GIMBE ha redatto il suo bollettino settimanale dove si confermano gli aumenti dei dati Covid in tutto il nostro Paese. Per la quinta settimana salgono i contagi (+27%) con media giornaliera quadruplicata (aumenti in tutte le Regioni tranne che in Basilicata): i ricoveri con sintomi crescono del 15,8% (4.597 contro i 3.970 della scorsa settimana) mentre le terapie intensive salgono del 16,4% (560 rispetto a 481).
MONITORAGGIO ISS: VERSO 2 ZONE GIALLE
Al 23 novembre, i dati sul tasso di occupazione dell’area medica nazionale sale all’8% mentre il 6% è in terapia intensiva con però notevoli differenze regionali: Friuli da lunedì diverrà zona gialla, Alto Adige vi è molto vicino, come indicherà l’ordinanza del Ministro Speranza da firmare in giornata. Superati tutti e tre i criteri stabiliti per legge: 10% tasso rianimazioni, 15% ricoveri, 50 su 100mila abitanti l’incidenza: con l’ultimo decreto Covid approvato mercoledì, la classificazione in colori è rimasta anche se le restrizioni previste in zona gialla e arancione varranno solo per i cittadini non muniti di “Super Green Pass” (ovvero i non vaccinati). Sempre la Fondazione GIMBE registra in 18 provincie un aumento dell’incidenza di contagio sopra i 150 casi su 100mila abitanti: si tratta di Trieste (674), Gorizia (492), Bolzano (442), Forlì–Cesena (311), Padova (274), Rimini (249), Aosta (248), Ravenna (214), Treviso (213), Venezia (213), Vicenza (200), Pordenone (186), Udine (183), Fermo (172), Ascoli Piceno (166), Belluno (162), La Spezia (162) e Imperia (160). «Quando l’incidenza supera i 150 casi per 100 mila abitanti – commenta il Presidente Operativo della Fondazione GIMBE Marco Mosti – gli amministratori locali devono verificare tempestivamente l’esistenza di focolai e decidere eventuali restrizioni mirate per arginare la diffusione del contagio, come già fatto dalla Provincia Autonoma di Bolzano». I dati Agenas del 24 novembre sui ricoveri vedono invece la seguente situazione nelle 21 Regioni italiane: Abruzzo 4% terapie intensive e 7% ricoveri; Basilicata 2% e 4%; Calabria 6% e 13%, Campania 4% e 9%, Emilia Romagna 7% e 7%; Friuli Venezia Giulia 15% e 18%; Lazio 9% e 11%; Liguria 8 e 7%; Lombardia 5% e 11%; Marche 10% e 7%; Molise 3% e 5%; Pa Bolzano 10% e 15%; Pa Trento 6% e 9%; Piemonte 5% e 5%; Puglia 4% e 5%; Sardegna 6% e 3%; Sicilia 5% e 10%; Toscana 8% e 5%; Umbria 8% e 7%; Valle d’Aosta 6% e 11%; Veneto 7% e 6%.