In Africa sembra di essere agli albori dell’Hiv con il monkeypox, noto in precedenza come vaiolo delle scimmie: a lanciare l’allarme è l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), che l’ha dichiarata un’emergenza di salute pubblica. L’epidemia, infatti, è ritenuta così grave da poter essere definita una «emergenza sanitaria di portata internazionale», categoria usata in passato per altre epidemie, come Ebola, Covid e mpox due anni fa in Europa. Per il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, la situazione è «molto preoccupante» e giustifica il «massimo livello di allarme ai sensi del diritto sanitario internazionale».
Il nuovo tipo di virus mpox preoccupa perché, rispetto al precedente, sembra essere capace di trasmettersi da uomo a uomo in maniera più efficiente, tramite i rapporti sessuali, quindi si trasmette più rapidamente e causa una malattia più grave. Bisogna, dunque, dare un’accelerata all’accesso a test, vaccini e farmaci terapeutici in Africa, secondo gli esperti, i quali suggeriscono di lanciare anche campagne per ridurre lo stigma che circonda il virus mpox. Ma servono anche più risorse per la ricerca, in virtù delle grandi incognite su una nuova variante che si sta diffondendo tra le persone nella Repubblica Democratica del Congo.
VIRUS MPOX, QUALI SONO I SINTOMI
Il virus Mpox è simile, ma molto meno grave, a quello che causa il vaiolo nell’uomo. Per quanto riguarda i sintomi, dopo 6-14 giorni dal contagio si manifesta con febbre, cefalea, stanchezza, dolori muscolari, linfonodi ingrossati ed eruzione sulla cute con molte lesioni cutanee, localizzate soprattutto nelle zone genitali o intorno all’ano. Raramente vengono coinvolti gli organi interni.
VACCINI E FARMACI CONTRO IL MONKEYPOX
Contro il mpox non ci sono vaccini specifici, ma vengono utilizzati quelli contro il vaiolo umano, comunque efficace contro il nuovo virus. Per quanto riguarda la terapia, viene riservata solo ai casi gravi, nelle persone immunodepresse, e si basa su farmaci antivirali, ma ci sono anche piccoli casi in cui non si è certi della loro efficacia. Chi è stato vaccinato contro il vaiolo non è sicuramente immune contro mpox, quindi deve ricevere una dose di vaccino, mentre chi non è stato mai vaccinato deve sottoporsi a due somministrazioni a distanza di un mese l’una dall’altra.
LE RISORSE PER COMBATTERE IL VAIOLO DELLE SCIMMIE
L’Oms ha sbloccato 1,4 milioni di euro circa del suo fondo di emergenza per il monkeypox, ma intende destinare altre risorse, oltre a chiedere ai donatori di intervenire per finanziare il resto dei 14 milioni di euro necessari per gli sforzi nella regione. L’agenzia per la salute pubblica Africa Centres for Disease Control and Prevention (Africa CDC) aveva già annunciato martedì che il monkeypox è un’emergenza di salute pubblica.
Il dottor Jean Kaseya, direttore generale dell’Africa CDC aveva precisato che non si tratta di una «mera formalità», ma «un chiaro richiamo all’azione» che giustifica sforzi proattivi e aggressivi per contenere ed eliminare il virus. L’auspicio è che anche i governi africani stanzino fondi per combattere l’epidemia. All’inizio del mese l’Unione Africana aveva approvato 10 milioni di euro circa per la risposta del CDC africano, ma secondo Kaseya il continente avrà bisogno di circa 4 miliardi di euro.
I RISCHI PER LE DONNE IN GRAVIDANZA
«Ho sentito molte persone riferirsi a questa situazione come se fosse molto simile ai primi giorni dell’HIV», ha dichiarato al Guardian la professoressa Trudie Lang, che si occupa di ricerca sulla salute globale all’Università di Oxford. Ciò è vero in quanto il monkeypox sembra diffondersi tramite le reti sessuali, con «lavoratori del sesso vulnerabili, giovani e sfruttati» ad alto rischio.
Per garantire che tutti comprendano la situazione e si curino, servono campagne di salute pubblica. Anche perché, sebbene i dati non siano ancora stati pubblicati, le squadre di prima linea con cui ha parlato Lang hanno riferito di un alto numero di perdite di gravidanza dovute al virus e di bambini nati con lesioni da vaiolo delle scimmie a causa della trasmissione nel grembo materno.
«Quello che mi preoccupa veramente è la quantità di casi non gravi. Se le persone hanno un’infezione più lieve che è potenzialmente nascosta, soprattutto se si tratta di un’infezione genitale trasmessa sessualmente, possono andare in giro con essa», ha osservato l’esperta, secondo cui bisogna chiarire quando monkeypox è più infettivo e quando viene trasmesso.
“EPIDEMIA UN PROBLEMA PER L’AFRICA, NON L’EUROPA”
La professoressa Lang ha aggiunto che se monkeypox arrivasse in Europa o negli Usa, probabilmente sarebbe facilmente contenibile con i vaccini, come nel caso dell’epidemia di vaiolo delle scimmie di due anni fa. «Ciò che mi preoccupa è che ciò avverrà molto rapidamente in Europa, ma non in queste aree veramente impoverite dell’Africa».
Per la dottoressa Ayoade Alakija, presidente dell’Africa Vaccine Delivery Alliance e dell’organizzazione no-profit di diagnostica Find, «è urgente condurre indagini più approfondite per comprendere meglio le dinamiche di trasmissione del vaiolo, al fine di orientare i controlli e i piani di risposta, nonché rafforzare la sorveglianza e garantire un accesso equo ai vaccini, alla diagnostica e ai trattamenti per tutte le popolazioni colpite». Infatti, Alakija ha segnalato che «la maggior parte dei vaccini e dei trattamenti sono stati preordinati dai Paesi ricchi e ad oggi esiste solo un test diagnostico».